No al Mater Olbia. Sì alla sanità pubblica e gratuita

16 Giugno 2018
[red]

La sanità pubblica è un bene comune che va tutelato, in particolare quando si cerca di minarlo finanziando con denaro pubblico le strutture private come il Mater Olbia a scapito di strutture anche di eccellenza presenti sul territorio sardo. Il soggetto-progetto Caminera Noa propone una mobilitazione, domani, domenica 17 giugno davanti all’ospedale privato di proprietà della Qatar Foundation, sulla strada statale 125 “orientale sarda. Pubblichiamo il loro comunicato.

Il 17 al Mater daremo la parola a tutti, anche a chi ci sta attaccando. Ma intanto chiariamo alcune cose fondamentali. Rispondiamo alle molte critiche che sono arrivate e mezzo stampa e sui social alla nostra mobilitazione “Mancu unu citu in prus a su Mater Olbia e a sa sanidade privada”.

Nonostante si faccia di tutto per evitare di associare la realizzazione del Mater Olbia al ridimensionamento della rete ospedaliera pubblica, la verità è facilmente dimostrabile e tutta contenuta nelle diverse disposizioni che si sono succedute a cominciare dal 2014.

L’accordo stipulato, o meglio sarebbe dire imposto da Renzi a Pigliaru per agevolare “gli investimenti privati nelle strutture ospedaliere” è chiaramente riportato nella legge di stabilità 164 del 2014, nel cap. 16 ai commi 1 e 2. Art.16. Misure di agevolazioni per gli investimenti privati nelle strutture ospedaliere.

Al fine di favorire la partecipazione di investimenti stranieri per la realizzazione di strutture sanitarie, per la regione Sardegna, con riferimento al carattere sperimentale dell’investimento straniero da realizzarsi nell’ospedale di Olbia, ai fini del rispetto dei parametri del numero di posti letto per mille abitanti […], per il periodo 2015-2017 non si tiene conto dei posti letto accreditati in tale struttura. La regione Sardegna, in ogni caso, assicura, mediante la trasmissione della necessaria documentazione al competente Ministero della Salute, l’approvazione di un programma di riorganizzazione della rete ospedaliera che garantisca che, a decorrere dal 1° gennaio 2018, i predetti parametri siano rispettati includendo nel computo dei posti letto anche quelli accreditati nella citata struttura.

Sempre in relazione al carattere sperimentale dell’investimento nell’ospedale di Olbia e nelle more dell’adozione del provvedimento di riorganizzazione della rete ospedaliera di cui al comma 1, la regione Sardegna nel periodo 2015-2017 è autorizzata ad incrementare fino al 6% il tetto di incidenza della spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati […]. La copertura di tali maggiori oneri avviene annualmente all’interno del bilancio regionale […]”

Soldi pubblici quindi, e posti letto, da sottrarre al resto dell’isola per un’opera, il Mater, che forse mai vedrà la luce, mentre la rete ospedaliera pubblica viene costretta ad annaspare.
In tutta questa vicenda non può non saltare agli occhi che nella riorganizzazione della rete ospedaliera approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 25 ottobre 2017 si fa riferimento solo alla prima parte della legge 164, e viene omessa completamente la parte in cui testualmente la Regione Sardegna “assicura l’approvazione di un programma di riorganizzazione della rete ospedaliera che garantisca che, a decorrere dal 1° gennaio 2018” si includano “nel computo dei posti letto anche quelli accreditati nella citata struttura”.

Svista o voluta omissione? Il “punto di riferimento per la Gallura”, costerà caro all’isola: 178 posti letto convenzionati in fase di avvio che diventeranno 242 a regime. Così, mentre la parola d’ordine per gli ospedali pubblici è “riduzione della spesa”, per il Mater, gli euro messi a bilancio ammontano a 55,6 milioni all’anno (Deliberazione di Giunta Regionale n.24/1 del 26/06/2014) e non ci sarà da rallegrarsi per i galluresi: a cambio di quest’opera, che forse mai verrà completata, e barattata per 2 milioni di metri cubi di nuovo cemento lungo la costa, già stanno chiudendo i reparti di Tempio e il presidio di Santa Teresa.

L’efficienza della sanità pubblica non può essere un mero taglio delle spese ma una reale riorganizzazione che garantisca uguali servizi di qualità per tutti, in maniera indistinta a prescindere dalla densità abitativa delle aree di interesse. I galluresi come i restanti cittadini sardi hanno il sacrosanto diritto di curarsi, senza farsi prendere in giro da chi continua a promettere il paradiso a prezzi scontati e non cascare nella trappola di barattare i loro diritti con quelli degli altri sardi.

Detto questo, abbiamo deciso di aprire la nostra manifestazione a chiunque voglia confrontarsi con noi, anche se da posizioni critiche o addirittura antagonistiche. L’unica cosa che esigiamo è il rispetto del nostro diritto democratico alla libertà di opinione che non permetteremo a nessuno di mettere in discussione. Per questo motivo Caminera Noa invita tutti i cittadini di Olbia e Gallura, singoli o associati, a partecipare domenica 17 alla manifestazione contro la privatizzazione della sanità sarda di cui il Mater Olbia è l’emblema, a sostegno della Sanità Pubblica, sempre più impoverita sia di risorse sia di servizi.

Chi è interessato si potrà iscrivere a parlare, a titolo personale o uno in rappresentanza di ogni organizzazione, movimento, associazione, sindacato ecc.; si potrà intervenire per esprimere il proprio parere favorevole o contrario, nel rispetto della pluralità d’opinione. A tutti sarà dato il microfono, ciò a dimostrazione che Una Caminera Noa muove da presupposti sì di lotta, che vuol dire individuare un problema e portarlo all’attenzione del pubblico per informare, ma soprattutto di apertura al dibattito, partendo dall’incontro e non dallo scontro, con i territori che più soffrono di questo impoverimento sanitario pubblico, a differenza di chi sui social ha usato termini violenti e persino minacciosi. Caminera Noa ribadisce, in particolare ai giornalisti abituati ad etichettare a tutti i costi, che il nostro non è un progetto esclusivamente indipendentista, e che si tratta invece di un soggetto-progetto politico aperto e pluralista, nato un anno fa fuori da logiche di aggregazioni pre elettorali, in continua evoluzione, basato sui valori democratici fondamentali e condivisi: l’antifascismo, l’antirazzismo, la necessità di superare il liberismo come modello economico, la sostenibilità e il diritto all’autodeterminazione.

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