Non stiamo parlando di edilizia
16 Febbraio 2010Gianni Loy
Si ha sinergia quando l’azione combinata di due elementi produce effetti potenziati rispetto a quelli che sarebbero derivati dalla loro semplice sommatoria. Così, laddove un governo regionale ed un quotidiano condividano fini comuni, ove decidessero di operare in uffici continui potrebbe realizzarsi una sinergia. Lo stretto intreccio tra un quotidiano regionale e l’attuale governo della Regione è così evidente da non potere essere negato. Il quotidiano e la giunta regionale, secondo il progetto tornato alla ribalta in questi giorni, sarebbero quindi destinati ad essere condomini. In realtà, pare che siano qualche qualcosa di più si semplici condomini, almeno compari. Ma la notizia, a voler esaminare con più attenzione le fonti, sotto il profilo filologico ma anche storico-evolutivo, nasconde molto di più. E quel molto di più desta preoccupazioni circa il quadro culturale, o sulla comune percezione che si ha delle cose d’oggi. Intanto una notazione, apparentemente lessicale, che rivela il mutato clima istituzionale. E’ noto che Istituzioni, Enti ed imprese sono solite dotarsi “uffici stampa” al fine di poter meglio rappresentare, all’esterno, la propria azione. Se immaginiamo un Comune, o la Giunta regionale, essa annovera tra gli strumenti utili per la propria azione, un Ufficio stampa. Cioè la Giunta possiede, in un certo senso, la sovranità dell’azione e l’Ufficio stampa è ad essa strumentale, le ruota attorno. Nel progetto dei Fenicotteri si nota un insolita inversione dei ruoli. Si afferma che, in questo caso, al centro stanno un quotidiano ed il suo museo, e che, attorno ad esso sorge la sede regionale: Centre de médias et annexe Hotel de Région. Nella lingua italiana per rimanere nell’ambito filologico, nel caso di cui una entità sia annessa ad un’altra, è sempre la principale ad annettere l’altra. Abbiamo studiato che fu la Francia ad annettersi la Corsica, e non viceversa. Quando comprate un computer, ve lo propongono con annesso Dvd. E’ difficile che possiate comprare un Dvd con annesso computer. Così come un Gps ve lo propongono quasi sempre con “annessa antenna”, non ho mai visto l‘offerta di un’antenna con annesso Gps. E mi sembra difficile che i francesi, non è nella loro cultura, abbiano potuto immaginare che la sede di un giornale sia più importante della sede della Regione Sarda. Non può trattasi di un refuso. Di un lapsus freudiano magari si. Perché, in fondo, non dimostra altro che quella verità che, per bon ton, è difficile ammettere in pubblico. Verità che, al più, siamo abituati ad ascoltare, in tutta la sua crudezza, nelle intercettazioni telefoniche. Non è un caso che le si voglia abolire. la verità, non nuova, per la quale gli interessi e i corrispondenti poteri stanno al di fuori della politica, palesi o occulti che siano, e che, di solito, non hanno neppure bisogno di un “annesso” ufficio stampa. Perché i loro uffici stampa sono i giornali e le televisioni. Dovremmo far memoria, e ricordarlo anche ai più giovani, a quelli che ancora non c’erano, che i potentati economici erano soliti comprare le fonti di stampa dell’area geografica dove intendevano insediarsi ancor prima di collocare la prima pietra. E non solo Rovelli, e non solo in Sardegna… Le novità dell’era attuale, essenzialmente condizionata dall’avvento di Berlusconi sono due: la prima è che il tutto avviene con economia di scala, che si compra tutto il comprabile, privato e, quando possibile, anche pubblico; il secondo e che neppure si ha la pazienza, o il buon gusto,di fingere il rispetto delle regole. MI sembra il gioco del rubamazzo: chi ci mette le mani sopra si può pappare tutto “legalmente”. Se esaminiamo la vicenda nella sua cronologia abbiamo una conferma dell’inversione dell’ordine dei fattori. Ricordo berne, qualche anno fa, quando in Consiglio comunale fu proposta una variante al progetto dei Fenicotteri. Nel 2000 era già stato approvato un piano con destinazione non abitativa. Qualche anno dopo fu chiesta una modifica che consentisse la destinazione residenziale. Fummo in molti ad opporci. La mia idea, allora, era che si trattasse di un semplice trucco: quel piano era stato approvato con quella volumetria conformemente ad uno strumento urbanistico che consentiva tale cubatura solo per quella destinazione d’uso. Difficilmente avrebbe avuto via libera se avesse dichiarato un’altra destinazione. Poi, dopo qualche tempo, la pratica ritorna in Consiglio dove, con fare ingenuo, di afferma che è roba da poco: la volumetria non viene modificata, semplicemente viene cambiata la destinazione d’uso. Come se all’interno di un Piano Urbanistico fosse indifferente la destinazione d’uso in una particolare zona della città. Ora, rileggendo le carte, mi accorgo che la questione era più complessa. Sulla base dell’autorizzazione comunale originaria, quella del 2000, si era concordata la disponibilità della Regione a comprare i palazzi. Si costruiva per un committente sicuro. Ma qualcosa doveva essere andato storto. In effetti, l’esecutivo di Soru, non appena insediato, coerentemente con le linee guida del Piano per la localizzazione delle sedi istituzionali, ha cancellato la delibera ancora con la quale la Giunta Masala, al lumicino, aveva aperto le trattative per l’acquisto. Ecco che così, come prima aveva dato il suo assenso al progetto, il Consiglio comunale, cioè la sua maggioranza, ben sostenuta dal quotidiano locale, rendeva omaggio al nuovo interesse di chi comanda le danze. Nel frattempo il palazzo ha cambiato inquilino. Le carte, a volte si scompongono, a volte si ricompongono. Chi le aveva disfate, con rammarico esteso anche ad alcuni settori della sinistra, si è levato di mezzo. Le carte cominciano a ricomporsi. Ma non è la cronaca ad interessarci. Piuttosto è la geometria. Quella geometria che relega le istituzioni ad una funzione ancillare rispetto ai poteri (forti?). Ci rattristano le assemblee elettive che operano alla comanda. Ci offende la politica che non governa ma che è governata. Ci spaventa vedere interessi tanto forti, e tanto potenti, che al posto di un un ufficio stampa hanno interi quotidiani, radio e televisioni. E gli inquilini di queste istituzioni pronti ad ubbidire. Chi vuole scommettere che, ove l’interessato glielo chiedesse, il Consiglio comunale di Cagliari si rimangerebbe l’ultima delibera per restituire a quegli edifici, anche a cose fatte ed in pochi minuti, la destinazione d’uso originaria? Ingenuamente, crediamo, questi architetti francesi hanno raccontato l’essenza di un sistema, non certo nuovo, ma che come gramigna si va radicando e legittimando. Nessun lapsus, tantomeno freudiano: una semplice verità di cui tra un po’ nessuno si scandalizzerà più. Il programma è chiaro: E’ in costruzione la sede di un quotidiano con annessa la sede della Regione: Programme: Centre de média + annexe Hotel de Region. E non stiamo parlando di edilizia. Più chiaro di così!