Non un partito ma un partire
16 Maggio 2009
Nichi Vendola
La crisi della sinistra, la sua scomparsa dal panorama istituzionale e dall’agenda dei media, impone una forma nuova di impegno per chi non si arrende all’afasia dei valori di libertà, uguaglianza, fraternità. Già, a questo siamo: alla necessità di riaffermare valori sempiterni, eppure consumati dalla `disabitudine alla realtà’ del piddì come di quella nostalgica dell’anticapitalismo di facciata. Penso che la nuova sinistra debba essere ricostruita dalla radice prima, riprendendosi il gusto di includere, di capire, di fare l’agenda della politica nazionale. Che vada ricostruita nei territori, rovesciando le vecchie tradizioni centraliste che tanto ne hanno segnato la storia nel XX secolo. Infatti, proprio mentre le destre continuano ad insufflare nella società le paure ed i pregiudizi più antichi, soffiando sul fuoco della crisi economica e sociale planetaria, senza capirne le origini vere che sono ben più profonde della bulimia di qualche manager; io sogno una sinistra plurale, globale e felicemente orgogliosa, capace di creare modelli nuovi di consumo e di socialità necessari a migliorare la vita dei popoli e quella del pianeta. Sinistra e Libertà mette a tema la sfida più cara e più grande: costruire la Sinistra nel XXI secolo, una sinistra di popolo, utile, in grado di coniugare innovazione politico culturale e progetti autorevoli. E’ una sfida che va portata nel cuore dell’Europa. Io credo che non possiamo abituarci al progressivo scivolamento verso le barbarie al quale assistiamo nell’era dell’egemonia della Destra. Non possiamo subire leggi che contrastano con la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Non possiamo tollerare editti che violano doveri millenari di accoglienza per stranieri che fuggono da rischi mortali e da persecuzioni di ogni genere. Non possiamo accettare che i poveri vengano criminalizzati e che la droga della sicurezza precipiti l’Italia nell’overdose delle ronde. E’ un’Italia in cui l’assalto ai diritti sociali e civili produce una lesione gravissima anche a quei diritti umani che dovrebbero essere un metro assoluto di orientamento dell’azione dei pubblici poteri. Così in Sardegna, in una terra segnata drammaticamente dai processi di deindustrializzazione e dalla crescente povertà, avanziamo una progettualità forte di rinascita economica, sociale, culturale e politica. Una progettualità che si misura con il Mediterraneo e con il bisogno di una nuova Europa dei popoli. Una proposta nuova di società per una Sinistra nuova, laica, aperta. Le liste di `Sinistra e Libertà’ per le prossime elezioni europee sono state composte sulla base di un criterio fortemente innovativo: quello di lasciare ampio spazio a voci e personalità provenienti dalla società, donne e uomini fortemente impegnati nella difesa dei diritti sociali e civili, dell’ambiente, della libertà e della centralità del lavoro, limitando al massimo la componente proveniente dai partiti. Questo criterio risponde nei fatti all’esigenza, avvertita da tutti dopo le ultime elezioni politiche, di uscire dalle stanze chiuse dei partiti politici per iniziare a ricostruire una sintonia politica e, persino emotiva, con la società italiana e con il vastissimo popolo della sinistra, oggi privo di rappresentanza nel Parlamento nazionale. Sinistra e Libertà prima che essere un partito è un partire, quindi, verso un nuovo entusiasmante viaggio che ricostruisca la rappresentanza politica della Sinistra nel Paese ed il sogno di quanti non si arrendono, non si omologano, non si abituano allo stato di cose presente.