Da Norberto Bobbio a Sergio Leone
1 Giugno 2014Giuliana Mura
Norberto Bobbio può considerarsi il maggior filosofo italiano e non del solo dopoguerra. Si consideri l’attualità del suo discorso su “etica e politica”. Su quelle ragioni della sinistra e del sistema dei partiti che tali storicamente si possono definire: ragioni di cui ci fu bisogno dal “craxismo” in poi. Enrico Berlinguer da Statista, non solo uomo politico, pose la questione morale come fondamentale scommessa tra Etica e Res Pubblica ma Bobbio , non solo Filosofo, ma Uomo Pensante Universale, la individuò oltre. In quel rapporto tra Etica e le Attivita’ nelle quali si sviluppa la relazione sociale dell’Homo Sapiens evoluto. Il ragionamento è pregiuridico: ossia considera la distinzione tra cio’ che è lecito moralmente o non lo è. Dunque ancor prima tra cio’ che è dal Codice penale proibito e dopo il passaggio in giudicato( tre gradi di giudizio) verificato come reato e punito. Il problema che si pone sta nelle origini : ciò che viene dalla comunità formata dai cittadini maggiorenni pensanti, dunque votanti, accettato deciso (e condiviso) o inversamente con espressioni auspicabilmente civili rifiutato.
Bobbio considerava il problema dei rapporti tra etica e politica “ il piu’ grave” in quanto gia’ la pregressa esperienza storica (da Antigone a Creonte!) palesava come il senso comune sembrava avere accettato pacificamente la difformità tra il comportamento dell’uomo politico rispetto alla “morale comune”. Tradotto : la politica ubbidisce ad un codice di regole differente dalla condotta morale . Seguono a supporto una serie di figure storiche dal Cosimo de’Medici del Macchiavelli a Les mains sales dil Sartre dei giorni nostri.
Occorre precisare che si trattava di politica a livelli apicali. Guardando all’attualita’ l’azione politica cosi’ intesa pare aver subito una “ evoluzione ” , se si vuole accettare questo significato. Dalla morale individuale si interferisce in una serie di attivita’ collettive produttive o meno (finanziarie, commerciali, imprenditoriali, economiche, sportive, persino ludiche) che per funzionare necessitano di una rete di rapporti “politici“ di altri individui e dove l’etica “tradizionale” e’ stata sostituita da una superiore etica assai diffusa, distorta si ma condivisa da molti, non solo vertici dirigenziali. Essa non puo’ piu’ essere rappresentata come sistematica e dinamica perseverazione della “casta” ma come giustificazione ed accettazione di valore “comune” etico per lo piu’ di appartenenza prima che politico. Una normalità : per sparala grossa “una connivenza”. Lo dimostrano gli ultimi casi di cronaca del Signor “G” che potrebbe anche trattarsi del signor “A – B – C”. Ci stanno tutte le lettere del nostro alfabeto.
Taluni sistemi di corruzione, malversazione, secondo la casistica nella c.d. prima Repubblica erano originati da una ulteriore, diciamo modalita’ di finanziamento di alcuni apparati partitici.. In questa sorta di evoluzione” del comune senso del pudore” di ultima generazione come il moto perpetuo occorre condividere la “ comune morale partitica” non solo per mantenere i privilegi e le consuetudini di individui ai vertici di taluni sistemi politici partitici ma a cascata di moltitudini che di tali favori si nutrono , vivono oltre gli standars medi del cittadino italiano. Ed aggiungerei di molti della Comunità Europea. Una esistenza oltre quello che si definirebbe il “reddito minimo garantito”. Il “tema della giustificazione” di norbertiana memoria, destinata ad avere come l’autore affermava “ scarsa forza persuasiva” circa la moralita’ della politica ha avuto invece data la generale accettazione ed interiorizzazione di questi “every green disvalori “ la meglio. La teoria della “deroga” a queste inveterate e invariate giustificazioni del divario non dipendono da una seppur pesantissima predominate responsabilità politica verticale. . Ma ben guardando oltre, da una ingiustificatissima resa di coscienze ed attivita’ prima che politica, morale e culturale orizzontale di tantissimi “sudditi” anzichè cittadini.
Concluderei con la colonna sonora di un fiero nostro cittadino , Signor Morricone “Sean Sean” , ed ancor piu’ fiero compatriota con il suo cult movie “Giu’ la testa “ tale Mister Sergio Leone. Miccia corta ?
1 Giugno 2014 alle 00:36
Questo è il genere di giornalismo che preferisco sul Manifesto Sardo. Ottimo.
6 Giugno 2014 alle 12:26
grazie…… oggi a Sassari sull’argomento “Corruzione. Un dramma italiano” ci sara’ un convegno alle 16’30 aula maugna Universita’ . Aperto a tutti. Intervenite-Giuliana Mura
7 Giugno 2014 alle 08:30
I miei complimenti per l’analisi chiara e precisa, oltre che di strettissima attualità, considerato quanto è sotto i nostri occhi quotidianamente…
Credo che senza una veloce inversione di tendenza, che ponga fine a un certo malcostume, molto ben spiegato nell’intervento della dott.ssa Mura, non si possa pretendere, e nemmeno auspicare, un riavvicinamento in tempi rapidi tra cittadino e politica.
Una politica che, anche alla luce dei tanti scandali legati al sistema corruttivo e alle clientele, dei quali si viene a conoscenza, viene percepita dalla gente come sempre più lontana e sempre meno comprensibile.