Notti padane

1 Agosto 2009

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Valeria Piasentà

Le misure di politica economica del governo e le intemperanze razziste e localiste della Lega Nord confermano la greve linea antimeridionalistca e antipopolare in atto, condita da un indirizzo filosiciliano strumentale, esito di obiettivi di grande peso come il ponte sullo Stretto di Messina e rapporti politici di preoccupante e acclarata collusione con elementi mafiosi.
La Sardegna è pesantemente tagliata fuori dai finanziamenti, in modo così palese da lasciare senza possibilità di difesa persino i politici isolani più filoberlusconian. (a proposito: dove sono gli aerei antincendio miracolosi che Silvio ci avrebbe dovuto dare grazie all’amico Putin?).
Il nostro paese si sta, almeno apparentemente, frantumando. E’ una debole nazione nata da un risorgimento senza eroi, sottoposta a spinte vocaliste laceranti e dissolutorie, che contrappongono al partito del Carroccio quello del Sud e varie idee indipendentiste.
Dal mese di Settembre inizieremo una organica riflessione, e speriamo dibattito, proprio sulla rinnovata dimensione della ‘questione meridionale’. In tale contesto abbiamo intanto pensato di rendere strutturale un nostro osservatorio padano, tramite il contributo della compagna Valeria Piasentà, di Novara. Chissà che qualche sardo leghista non inizi a vergognarsi.
(RED)

Il giovane modenese Gabriele Casagrande prepara la sua tesi di laurea frequentando le feste leghiste. A Pontida ha girato e poi pubblicato su You Tube il video del coro razzista intonato, birra in pugno e maglietta “più rum meno rom”, dal parlamentare europeo Salvini. Il blog di Casagrande raccoglie documenti utili alla definizione dell’identità padana e ci avvisa che il popolo leghista non si rappresenta solo nelle parole di Salvini o di Borghezio, che bisogna comprendere la complessità del movimento oltre i pregiudizi ideologici e culturali. Eppure, quel che sembra caratterizzare le giunte padane dove la Lega domina, è la tensione verso il controllo assoluto che dal campo politicoeconomico si estende allo spazio fisico della città, al movimento e alle attività dei cittadini, al loro corpo e alle loro pulsioni, fino all’immaginario collettivo che viene monopolizzato e reinventato su un artefatto corpus leggendario. Ed è poi attraverso il tempo e lo spazio della festa che la leggenda si attualizza e realizza pienamente: il rito partecipato rende vero anche il verosimile e cementa una collettività intorno alle sue credenze, soprattutto è utile alla costruzione del consenso.
Dall’Ottocento e poi dal dopoguerra le feste di popolo e quelle politiche dell’Unità, dell’Avanti ecc. trovavano spazio nei parchi pubblici, un luogo distinto come il palcoscenico di un teatro dove si separa la realtà dalla sua rappresentazione; con gli alberi come isolante naturale dalle abitazioni. A Novara i parchi non sono pubblici, è vietato l’accesso serale a più di due cittadini accompagnati, e sono vigilati dalle ronde. La città pare tornata alle modalità pre-moderne della festa periodica nelle strade e nelle piazze, sotto la regia dell’amministrazione che emana ordinanze sull’apertura straordinaria delle attività commerciali, che concede spazi e palchi per mercatini, notti bianche, rosa, verdi, feste del cioccolato, della pasta, della birra, ecc. e alle 5 del mattino pulisce le strade dalle bottiglie rotte, dalle cartacce. Un importante accento è posto sui prodotti del territorio, commercianti al potere?
«A partire dal pomeriggio, fino a notte fonda, piazza Duomo si trasformerà in un grande ristorante» recita il comunicato del Comune per la Notte Verde del 18 luglio. Il potere politico come una grande madre ci gestisce e nutre, più che cultura – la conoscenza diffusa spaventa da sempre il potere, quindi si tagliano FUS e fondi alla scuola pubblica – offre intrattenimento e talvolta neppure quello.
14 luglio: il consiglio del Quartiere Nord lancia un appello per trovare una band disposta ad esibirsi gratuitamente nella Notte in Corso 2009, fra «stand, giostre e spettacoli vari a costi praticamente nulli». Così si consente di far baldoria e si offre visibilità anche al singolo, all’IO che pur di esibirsi lo farà gratis, ma nei modi e nei tempi stabiliti: è il significato arcaico del
Carnevale dove il popolo ha la percezione di sovvertire il, di mettersi al posto del, potere costituito.
Il linguaggio delle manifestazioni è contaminato, un esempio di qualche settimana fa: in una diretta RAI da Novara si pubblicizza un prodotto tipico, il gorgonzola. L’immagine a telecamera fissa è composta da tre piani: il primo è una natura morta di gorgonzola, vino, verdura, ecc. su tavolata bianca; nel secondo agiscono i rappresentanti del Consorzio per la tutela del Gorgonzola; il terzo torna statico e costruisce un fondale compatto con i City Angels a braccia conserte e divisa d’ordinanza (ma che ci azzeccano i City Angels col gorgonzola?). Ed ecco il messaggio visivo catapultato senza filtri critici nella psiche e nell’immaginario collettivo degli italiani, che è un immaginario tele-visivo: Novara = gorgonzola + ronde. La Novara istituzionale garantisce sicurezza ai suoi cittadini emeriti, quelli che producono (in questo caso cose tradizionali e ‘buone’ in una trasformazione alchemica del latte-simbolo di purezza); se l’amministrazione certifica le ronde e le schiera in tv, dietro gente ‘buona’ in quanto produce cose ‘buone’ che mi nutrono, è perché il pericolo è più diffuso di quanto io cittadino comune immagino; allora io cittadino ‘buono’ sono in pericolo costante, così i miei famigliari e la collettività dei miei pari, quindi ora sono io a pretendere le ronde o mi armo.
Le ronde nascono il 1997 nella vicina Voghera e a Novara sono ‘gentili’, così le definisce il Sindaco Giordano (Lega Nord) perché «Novara è una città piuttosto tranquilla, come viene testimoniato dalle statistiche sui reati.
Ma l’insicurezza, anche quando è solo percepita, va combattuta. Farlo anche con le ronde, ha dato e da prova di essere una soluzione efficace»
(la Padania 3.3.09) Qui non è presente la Guardia Nazionale Italiana, le ronde nere di Saya e del PNI, che ha sede a Torino e nel novarese parcheggia un aereo da ricognizione.
Qui il 12 luglio il Comune ha rinnovato per il settimo anno le convenzioni con le sue quattro associazioni certificate, che hanno una loro scuola e diventeranno ONLUS, come leggiamo nel comunicato “Volontariato e controllo del territorio”: City Angels (appena licenziati dalla giunta di Milano), Carabinieri in congedo, Ampana (polizia giudiziaria), Guardie Azzurre (guardie carcerarie). Possiamo ipotizzare che se una città è vigilata da guardie carcerarie quella città viene assimilata a un carcere espanso?
Paradossalmente ma prevedibilmente, proprio da quando Novara è più controllata sono aumentati i reati gravi in strada: tre giovani con casco lanciano molotov nel campo rom; un padre ammazza a sprangate il fidanzato della figlia; un sommelier viene accoltellato davanti al suo ristorante del centro. Il 26 maggio tre giovanotti, intenti a incollare manifesti elettorali della Lega Nord fuori dagli spazi assegnati, bastonano in faccia un ragazzo della FGCI subito ricoverato in ospedale per la ricostruzione del setto nasale. Chissà dov’erano le ronde novaresi ‘certificate’, in quelle notti di violenza padana.

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