Notti padane. E io pago
16 Gennaio 2014Valeria Piasentà
Regione Piemonte: il Tar ha annullato l’atto di proclamazione degli eletti del 9 aprile 2010. Per precisa volontà della coalizione di centro destra, di Roberto Cota e dei suoi assessori,le spese legali del ricorso al Consiglio di Statosarannoa carico della collettività. L’11 gennaio i consiglieri del Pd, tramite il capogruppo Reschigna, avvisano Cota: «non tollereremo che possa venir utilizzato del denaro pubblico per tutelare non gli interessi della Regione Piemonte, ma l’interesse personale di Cota. Se ha in mente di portare avanti azioni giudiziarie meramente dilatorie, lo faccia a sue spese e non con i soldi dei cittadini». Invece, lunedì 13 la giunta regionale piemontese ha votato all’unanimità una delibera che prevede l’accantonamento di una somma pari ad alcune decine di migliaia di euro di soldi pubblici, utili al pagamento della parcella all’avvocato Clarizia, noto esperto in diritto amministrativo con studio a Roma e Bruxelles e docenza alla Sapienza. «La decisione della Giunta regionale di affidare all’avvocato Angelo Clarizia il ricorso al Consiglio di stato è fortemente inopportuna perché non vi è un interesse diretto della Regione Piemonte nell’evitare la chiusura anticipata della legislatura, ma solo un chiaro interesse politico di parte che, in quanto tale, non può gravare sul bilancio pubblico» risponde il Pd piemontese, che protesta da tempo anche perché sono stati già spesi circa 100.000 euro di fondi pubblici per rappresentare la Giunta di centrodestra davanti al Consiglio di Stato e al Tar, che infine ha dato ragione a Mercedes Bresso annullandole elezioni piemontesi del 2010. Del resto, lo sostenevamo in molti e da subito che la lista ‘farlocca’ Pensionati per Cota di Giovine con i suoi 28.000 voti aveva influito illecitamente sul risultato elettorale. Ora lo dichiara il Tar nelle sue motivazioni che «Va ritenuta fondata e accoglibile la domanda formulata dalle ricorrenti. E una volta stabilita che la lista provinciale illegittimamente ammessa ha influito in modo determinante sul risultato elettorale non può non trarsi la dovuta conseguenza che da tale illegittima ammissione viene invalidato e travolto tutto il procedimento elettorale complessivamente inteso e che va quindi rinnovato». Intanto a pagare siamo noi, tutti noi cittadini del Piemonte, anche quelli che mai si son sognati di votare per Cota e i suoi sodali, mentre la Regione abbatte i finanziamenti sul trasporto pubblico su ruota e soprattutto sui treni dei pendolaricon rincari tariffari che raggiungono in alcuni casi il 20/30% in un anno (linea Torino-Milano) e taglio nel numero delle carrozze e in quello delle corse, così come la sanità pubblica e la scuola di ogni ordine e grado; mentre continua ad aumentare l’addizionale regionale Irpef penalizzando in misura maggiore i redditi medio-bassi, e l’aumento previsto per il 2014 è stato attivato già dal luglio 2013 per il disavanzo in materia di spesa sanitaria.
Ma non basta: il consigliere regionale Giovine, dopo la sentenza definitiva di novembre che lo ha visto condannato al terzo grado di giudizio a 2 anni e 8 mesi per aver falsificato le firme di presentazione della lista Pensionati per Cota, è ancora in carica, se pur congelata. Dalla data del provvedimento Monti del dicembre 2012,per un anno gli è stato dimezzato lo stipendio e contestualmente gli è subentrata la fidanzata, nonché prima non eletta nella lista Pensionati per Cota, a stipendio intero. Possiamo quindi concordare con i Radicali piemontesi che, chiedendo la decadenza del consigliere, affermano: la coppia ha tratto indubbi vantaggi economici dalla sentenza, con il conto a carico dei cittadini piemontesi.Considerando che mediamente lo stipendio di un consigliere regionale piemontese, sommando le varie voci, arriva intorno ai 7.700 euro netti al mese, quello del presidente a 13.000.
E mentre i Revisori dei conti bocciano il bilancio regionale di previsione per il 2014 e per il biennio ’14/ ’16 sostenendo: l’esubero di indebitamento (oltre il 20%), le spese fuori controllo delle Società partecipate, la mancanza di trasparenza in vari atti contabili e tutta una serie di rilievi sostanziali di mala gestione della spesa pubblica; e mentre noi aspettiamo le richieste di rinvio a giudizio per la rimborsopoli alla Regione Piemonte, possiamo fare una lettura molto istruttiva, vedere quali spese si è fatto rimborsare Roberto Cota coi fondi pubblici della Regione Piemonte, oltre alle mutande americane verdi diventate giustamente famose. Considerando che, in almeno 115 casi, il Presidente del Piemonte non era nel luogo dove è stata registrata la spesa, lo smentisce il confronto effettuato dalla Guardia di Finanza fra i dati dello scontrino e l’aggancio del suo telefono a una determinata cella. Come l’11 giugno 2011: è segnalato tutto il giorno in Lombardia «Mentre il politico presenta a rimborso la ricevuta fiscale emessa dal ristorante “Queendici” di Torino, per l’importo di 282,40 euro». Una lettura istruttiva, c’è di tutto, dai regali di nozze all’assessore Coppola alle sigarette ai pasti consumati simultaneamente in luoghi fra loro distanti. Del resto incita a far chiarezza proprio il suo compagno di partito, Flavio Tosi: «Visto che ormai la cosa è venuta fuori, è meglio che tutti, l’opinione pubblica, sappia come sono stati spesi questi soldi, spesa per spesa, persona per persona».L’inchiesta della Guardia di Finanza ha rilevato un totale di almeno 1.800.000 euro di denaro pubblico speso illecitamente dai politici regionali nell’ultima legislatura, quella a governo Cota, ed ora sta analizzando le spese della precedente legislatura Bresso. A breve arriveranno le incriminazioni, per personaggi che hanno fatto della politica un mestiere, spesso privi non solo di cultura istituzionale ma di cultura tout-court, per una classe delegittimata nelle azioni del quotidiano come nella cabina elettorale con l’astensione che, in Piemonte, alle elezioni politiche del 2013 era al 20% e a quelle regionali del 2010 al 36%.Ma i leghisti resistono, manifestano pubblicamente denunciano il ‘golpe rosso’ e bruciando una bandiera del Pd.Perdere il Piemonte rappresenterebbe, oltre a una sconfitta politica, una sconfitta simbolica, avendo creato una mitologia intorno all’asse delle tre regioni del nord. Solo Borghezio gongola, prendendosi una rivincita su Cota che ha cercato di cacciarlo dalla Lega pochi mesi fa, e a proposito di rimborsopoli dichiara: «il presidente Cotachieda scusa ai piemontesi anche a nome degli altri consiglieri regionali, per comportamenti non compatibili con l’etica della responsabilità».
Sosteneva Enrico Berlinguer, nel 1981: «La questione morale esiste da tempo ma ora è diventata una questione politica». Chissà cosa direbbe oggi.
19 Gennaio 2014 alle 12:18
Complimenti a Valeria, per lo sguardo sempre affilato sull’universo miope e razzista della Lega. Aggiungo una chicca di oggi: “Le Monde” dedica un articolo ai boxer verdi di Cota. Un risultato straordinario: si vantava di essere attento prima di tutto al “locale”, grazie alle mutande è diventato mondiale.