Notti padane. Salvi!
1 Marzo 2013Valeria Piasentà
Roberto Maroni c’è l’ha fatta, con quasi il 43% dei consensi a un tempo è diventato presidente della Regione Lombardia e ha salvato la Lega Nord dal dissolvimento finale. Ha vinto pure una Ferrari 458 (il prezzo di listino sfiora i 200mila euro) scommessa dal contendente Albertini, chissà se la farà riverniciare in ‘verde lega’. La promessa di mantenere il 75% delle tasse in regione ha costituito il vero Punto di forza della campagna elettorale, e ora Maroni esulta. «Missione compiuta!», ha esordito commentando i risultati in conferenza stampa, perché ha vinto malgrado gli scandali della giunta Formigoni, che han fatto scrivere al Procuratore generale della Corte dei Conti «la corruzione ha raggiunto livelli tali da superare gli anni di Tangentopoli»; ha vinto malgrado le spese sospette della Lega amministrata da Belsito, quantificate dalla GdF in «almeno 19 milioni di euro in quatto anni» distribuiti a una cerchia di 67 persone e società amiche. Ha vinto malgrado l’alleanza col Pdl, dopo aver fatto cadere la giunta regionale e dopo aver promesso per un anno agli elettori che la Lega non si sarebbe mai più coalizzata con Berlusconi: «Lo vedrei bene sulla panchina del Milan. Penso che potrebbe dare molto lì e aprire una fase nuova», dichiarava Maroni solo il 1 dicembre 2012. Ha vinto malgrado i nuovi scandali finanziari che lambiscono il partito a partire dalle tangenti per la vendita al governo indiano di elicotteri da Alenia Aermacchi, erede della gloriosa azienda varesina, del gruppo Finmeccanica nel cui CdA siedono rappresentanti leghisti a partire dal ministero del loro amico Tremonti . La Lombardia ha votato nel senso della continuità con i quattro mandati all’ex-presidente Formigoni.
Oltre 1.250.000 lombardi hanno votato alle regionali Lega Nord e Maroni presidente, su un totale di 2.500.000 voti per il centrodestra, nel 2010 il centrodestra con Formigoni ha vinto col 49% e circa 2.700.000 voti. Nella tre circoscrizioni lombarde, per la Camera la Lega ottiene 740mila voti oltre il 12%, nel 2008 aveva 1.328.000 voti e il 21%; mentre oggi a livello nazionale ha ottenuto il 4,1% con 1.390mila voti, contro l’8,3% e 3.024mila voti del 2008: in cinque anni la perdita è di 1.635mila voti. Il Pd dal 2008 ha perso 3.451mila voti (-28%), il Pdl 6.927mila voti (-46%), una analisi dei flussi elettorali ci conforterebbe nella convinzione che molti di questi voti, ma soprattutto quelli in uscita dalla Lega e dal Pd, hanno contribuito alla vittoria del Movimento 5 stelle coi suoi 8.689mila voti.
La Lega Nord arretra ovunque: in Veneto ottiene il 10% contro il 27% del 2008, perdendo due terzi del suo elettorato, -520mila voti; In Piemonte passa dal 13 al 5% con una perdita di 450mila voti. Oggi appena 122mila piemontesi hanno votato Lega Nord, dei quali 12.000 a Torino, ma qui la crisi generale del partito si somma a problemi locali. Alcuni gravi: il 26 febbraio si è aperto il processo sulla ‘sanitopoli piemontese’ – i capi d’accusa spaziano dalla turbativa d’asta, alla concussione e all’ abuso d’ufficio – che vede fra gli indagati l’ex assessore alla sanità della giunta Cota. Roberto Cota – eletto alla Camera in queste consultazioni – ha perso il ricorso al Consiglio di Stato e ora i legali di Mercedes Bresso possono chiedere l’intervento del Tar per invalidare i risultati delle elezioni regionali del 2010, con la sua elezione appoggiata dai falsi elettorali della lista Pensionati per Cota di Michele Giovine.
Infine: a seguito di indagini della magistratura, si è dimesso l’assessore regionale alle attività produttive, ex sindaco di Novara e amico di Cota, Massimo Giordano che, ricordo, ha retto per due mandati il Comune e alla seconda elezione con il 61% dei consensi. Sono una decina gli indagati per i reati di corruzione, concussione, falso, omissioni varie e abuso d’ufficio, in quella che il procuratore Saluzzo di Novara individua come un ‘Sistema Lega’ innescato durante i mandati a sindaco di Novara di Giordano, e proseguito con l’insediamento in Regione dei novaresi al seguito del presidente Cota. La mattina di martedì 19, polizia e guardia di finanza hanno perquisito gli uffici regionali a Torino e Novara, le abitazioni degli indagati, le redazioni torinese e novarese del periodico Il Nord Ovest, in uscita dal novembre del 2012. Ed è proprio all’interno delle molte società operanti in vari settori che hanno costituito la Nord Ovest Editrice srl, che il procuratore ha individuato il centro operativo per scambi di favori della società «destinata in via prioritaria, se non esclusiva, a fornire un appoggio di tipo mediatico all’attività politica ed istituzionale di Giordano Massimo, costituente corrispettivo sia di favori e vantaggi già prestati alle imprese partecipi di questo progetto, nell’esercizio delle funzioni di sindaco di Novara, sia nell’esercizio attuale delle funzioni di assessore della Regione Piemonte. Cortese Giuseppe ha agito in concorso con Giordano Massimo sia nel reperimento degli imprenditori partecipi dell’accordo costitutivo della società editrice, sia nella realizzazione pratica della stessa, sia nella direzione effettiva della linea editoriale del giornale, nonché nel tenere i contatti con gli imprenditori indicati per la buona riuscita di progetti o finanziamenti regionali di loro interesse». Fra gli indagati oltre a Giordano troviamo quindi Cortese (Notti padane. La pace coi lupi e Notti padane. vento gelido da Nord Ovest) , portavoce di Cota, delegato piemontese per Expo 2015, rappresentante nel CdA di Alenia Aermacchi (dove ha sostituito Giordano) del gruppo Finmeccanica; e sua moglie Isabella Arnoldi, portavoce di Giordano quando era sindaco di Novara e ora a capo del suo staff in Regione. L’indagine partita nel 2010 potrebbe rivelare ulteriori sorprese: il sindaco di Novara Ballarè (Pd) rispondendo all’intervistatrice di Repubblica che lo interroga in merito a «Atteggiamenti arroganti, una corte di amici e favoriti», ricorda anche i debiti contratti per il palazzetto olimpico e soprattutto il buco da un milione e mezzo di euro lasciato dal Sovrintendente della Fondazione che ha gestito il Teatro Coccia per tutto il periodo dell’amministrazione Giordano.
I cittadini novaresi hanno accolto la notizia col dovuto stupore, poi votato: a favore della Lega Nord si sono espressi 2.533 elettori (4,4%) contro gli 8.953 (14%) del 2008.
Roberto Maroni insieme a tutta la Lega Nord milanese, ha festeggiato la vittoria con inni e sbandieramenti notturni sotto la sede della Regione. Il risultato lombardo costituisce una barriera alla diaspora di elettori e una speranza di rilancio per il partito in crisi, la promessa di costituire la macroregione – uno stato nello stato da contrapporre al debole governo nazionale – rinverdendo il sogno di indipendenza del popolo padano, un popolo che tuttavia pare svaporare elezione dopo elezione.