Nuoro dice No alla riforma Renzi Boschi Verdini
1 Maggio 2016Graziano Pintori
Il 21 Aprile scorso l’EXMè di Nuoro ha ospitato un’assemblea del Comitato Nazionale per il NO, che si batte contro la riforma della Costituzione progettata dal governo Renzi. Al tavolo della presidenza c’erano i due relatori Marco Ligas, Direttore del Manifesto Sardo e il docente di Diritto Amministrativo Prof. Andrea Pubusa, con loro Salvatore Lai e Lucia Chessa, promotori dell’iniziativa ed esponenti del Comitato, Pietro Dettori Presidente Provinciale dell’Anpi. Nonostante il riflusso culturale e politico imperante hanno partecipato circa ottanta persone, non poche per la nostra città, che con alcuni interventi hanno arricchito il dibattito. Si è colta l’impressione che i cittadini in modo spontaneo entrano in allerta quando piedritti fondamentali per la convivenza civile corrono seri rischi. Vedasi l’integrità della Costituzione. I relatori hanno evidenziato che la Carta Costituzionale è lesa dal momento in cui si vorrebbe superare in modo assai confuso il bicameralismo, restringere la sovranità popolare e stravolgere l’equilibrio dei poteri che governano lo Stato. Arbitrii che chiamano a raccolta i sinceri democratici, gli antifascisti e gli assertori della Costituzione, i quali stimolati dal disappunto si organizzano nelle grandi battaglie civili. Davanti alla supponenza ciarliera di Renzi e della compagine che sostiene siffatta modifica costituzionale, Lucia Chessa del Comitato Promotore per il NO ha detto: “… non c’è nulla di scontato su quello che sarà il risultato finale del Referendum”. Mentre Salvatore Lai, che ha presieduto l’assemblea, nel suo appassionato intervento fra le atre cose ha precisato: ”…di sicuro Renzi picchierà duro per difendere la sua proposta, però altrettanta determinata sarà la risposta contro la modifica costituzionale, con la quale si tenta di dare corpo al progetto renziano di fondare una Repubblica Presidenziale”. Il Presidente dell’Anpi ha affermato che: ”… la Costituzione è incompiuta perchè i giovani emigrano in cerca di lavoro e l’agibilità democratica è sempre più ristretta e altri diritti fondamentali sono sempre meno garantiti, vedi la sanità, il diritto allo studio ecc.”. L’intervento del Prof. Pubusa è stato illuminante sotto quest’aspetto, egli ha reso evidente l’incertezza riservata al futuro della nostra Costituzione. Il docente dell’Università di Cagliari ha fatto notare che: ”… la riforma è stata impropriamente trasmessa dal Governo al Parlamento, dove la maggioranza dei deputati renziani l’hanno ciecamente approvata, senza esprimere neanche un dignitoso segnale di autonomia legislativa nei confronti del governo”. “Tanto può succedere”, continua il relatore, “perché la riforma votata dal Parlamento, in cui i due terzi dei deputati secondo la Corte Costituzionale sono illegittimi, riduce il Senato a una mera rappresentanza di consiglieri regionali e sindaci, ininfluenti rispetto allo strapotere che si riserva alla Camera dei Deputati e al Primo Ministro”. Non a caso l’intervento di Marco Ligas pone l’accento sul fatto che il baricentro della Costituzione è stato spostato dal Parlamento verso “l’uomo solo al comando”. Infatti, la Camera dei Deputati potrà contare, secondo il nuovo sistema elettorale, sui capilista eletti per la posizione che occupano nell’elenco dei candidati. Posizioni di privilegio, che saranno assegnate dalle segreterie dei partiti fra coloro che dimostreranno maggiore fedeltà e vicinanza ai propositi dei leader. “In sostanza questo ramo del Parlamento”, dice Ligas, “svolgerà un ruolo fiduciario col Governo, considerata l’inconsistenza politica e numerica del nuovo Senato”. Il direttore del Manifesto Sardo analizza anche la questione dell’autonomia delle regioni, le quali perdono potere decisionale quando il Governo utilizzerà la clausola della supremazia dell’interesse statale; su questo punto il relatore ha citato l’esempio della Sardegna: ” L’interesse nazionale può decidere di mettere su cantiere nella nostra isola per accogliere le scorie nucleari, può continuare ad aumentare le servitù militari, o tenere quelle esistenti, può dare via libera alle esercitazioni di guerra e rendere nuovamente operative le carceri speciali”. Sostanzialmente “…la regione sarda sarebbe ridotta alla stregua di semplice ente di gestione, alla faccia dell’Autonomia Speciale grazie anche a Pigliaru, il Presidente/Governatore che dimostra una vergognosa arrendevolezza alle volontà del potere centrale”. Conclude: ” E’ grave e preoccupante la proposta di modifica della Costituzione anche perché è stata partorita dai tanti voti di fiducia, dai trasformismi di diversi deputati passati da uno schieramento all’altro e da un capo di governo non eletto che tira avanti, a testa bassa, verso i suoi propositi”.
Bisogna aggiungere che anche il Presidente Napolitano, al tramonto del suo lungo cammino politico, ha voluto lasciare un ricordo negativo del suo più che settennale incarico. Egli ha abbandonato la Costituzione nelle mani del giovane e ambizioso capo del governo, anzichè essere severo custode come lo sono stati, per citarne solo due, Pertini e Scalfaro. Il migliorista che è in lui, evidentemente, ha ceduto il passo a qualcosa di più dannoso: il credo liberista.
Dopo due ore l’incontro è terminato, molti presenti hanno manifestato la volontà di mettersi a disposizione del Comitato Promotore, cioè disponibili per tutte le attività da portare avanti fino al prossimo mese di ottobre. L’aria era buona. Rimbocchiamoci le maniche.