Nuove tecniche di rivolta

16 Aprile 2013
Cristina Ibba
Giovanna, Maria, Fulvio, Ilenia, Danilo, Ilaria, Ginevra, Elena,Tiziana e Francesco sono i protagonisti di un racconto appassionato dove l’autrice ci porta alla scoperta di un’Italia  che si ribella , che si sente abbandonata dalla politica, dai partiti, dai sindacati, dalle istituzioni, ma allo stesso tempo inventa , crea, sperimenta nuovi nuovissimi strumenti di rivolta efficaci ed inediti .
Inedito è sicuramente anche il modo di raccontare queste nuove forme di lotta da parte dell’autrice, e soprattutto i suoi protagonisti. Infatti Angela Azzaro descrive in maniera profonda, lucida e appassionata non solo la realtà lavorativa delle persone che ha incontrato , ma soprattutto le loro emozioni,  le loro paure, la loro rabbia.
Sono commesse,  pastori, attori, agricoltori, camionisti, studenti, piccoli imprenditori, operai. Non sono più categorie novecentesche, non fanno più la lotta di classe, non sventolano più bandiere  di uno stesso colore. Adesso ci sono i loro corpi senza mediazioni politiche o intellettuali. Si incontrano in un sit-in organizzato su facebook e raccontano nei blog  le loro vite, le loro storie. I loro canali di comunicazione non passano più attraverso le stanze dei partiti e dei sindacati di categoria, ma attraverso la rete dove trovano nuovi alleati , dove con un tweet possono raccontare al mondo la loro storia personale.
Angela arriva nell’estate 2012 come tante tantissime altre volte all’aeroporto di Olbia nella sua terra così meravigliosa, ma anche così maledetta,  per incontrare il movimento dei pastori sardi, i primi ad organizzarsi e a reagire davanti ad una crisi che li sta letteralmente strangolando. Questi pastori non sono brutti sporchi e cattivi, non sono icone del passato, ma protagonisti del futuro, di quel futuro di lotta che li vede collante di tutte le altre lotte isolane. Angela li descrive: portano i pantaloni di fustagno e l’ultimo modello di i-phone con il quale organizzano blocchi di navi, aerei, sit-in a Roma , Milano, Genova, Bruxelles. La novità più grande è che in questo Movimento Pastori Sardi, nato alla fine degli anni novanta, ci sono tantissime donne e la loro portavoce è Maria Barca, giornalista e figlia di un pastore. Oggi i figli , le figlie dei pastori non si vergognano più del mestiere dei padri, non c’è più l‘industria chimica ad alimentare false promesse , c’è solo l’orgoglio per la propria terra. E i pastori sono scesi in campo perché hanno capito di essere rimasti soli. Soli contro tutti, contro i partiti e contro la Confagricoltura.
Angela Azzaro in questo  viaggio nell’Italia che lotta ci mostra come le nuove tecniche di rivolta , protesta e comunicazione sono uno specchio della crisi della democrazia rappresentativa e del vecchio modo di fare informazione. Le notizie, le informazioni, e anche come si diceva un tempo la contro-informazione, viaggia nel web ed è gratuita. Quindi guai a ragionare come se fossimo ancora negli anni settanta perché l’obiettivo non è un nuovo mondo, non è trasformare l’esistente . L’obiettivo è la giustizia sociale vissuta in prima persona.
Anche le due categorie protagoniste delle lotte del novecento, operai e studenti, hanno affinato nuovi strumenti , ma soprattutto hanno nuovi obiettivi, perché è mutato profondamente lo scenario . Gli operai della Fiom, tanto odiati da  Marchionne, non si battono per migliorare il salario, ma per garantire la libertà di espressione e per tutelare la possibilità di iscriversi a un sindacato. La fiom di Landini utilizza strumenti inediti alle lotte operaie  come il ricorso al tribunale. E vince, vincono gli operai che erano stati discriminati. La fiat li deve riassumere.
Gli studenti , anzi le studentesse che ci racconta A.A. , sono sempre collegate al mondo con facebook, twitter, timbler e What’s up il sistema di massaggi gratuito degli smartphone con cui organizzano manifestazioni e flashmob. Internet  non è vissuto come luogo di alienazione per questi giovani, la virtualità si riversa nella realtà per modificarla. C’è sempre la classica manifestazione , ma questa volta con gli scudi a forma di libro, con i titoli dei libri preferiti. Quei libri che sono la loro unica certezza davanti allo smantellamento della scuola pubblica e al furto del loro futuro.
Il libro di Angela Azzaro non è solo interessante dal punto di vista sociologico è anche bello, ottimista, perchè l’Italia che ci racconta non è fatta di poveri derelitti, di categorie da proteggere, di deboli da aiutare,o ,come qualcuno crede, da lobotomizzati da 20 anni di Mediaset. E’ un’ italia viva, che inventa, crea, lotta. E’ un’Italia che ci piace . Ci piace la commessa che dopo essere stata picchiata e umiliata dalla sua kapò  invece di stare zitta racconta la sua storia su facebook, mobilitando tanti altri precari come lei. Ci piacciono le studentesse del liceo Tasso di Roma che sanno tutto sullo spread e sul ddl Aprea, ci piace Tiziana, la moglie di un piccolo imprenditore morto suicida che non vuole stare a casa coltivando in solitudine il suo dolore , ma protesta, si impegna in prima persona perché altri imprenditori non pensino di essere loro i colpevoli del proprio fallimento. Ci piacciono questi pastori così fieri e orgogliosi anche quando a Cagliari la polizia li massacra di botte. Ci piace Danilo l’agricoltore , che non pensa al suo orticello, ma ci mette in guardia su tutto il cibo spazzatura che arriva nelle nostre tavole a causa di una politica agricola decisa a Bruxelles. E ci piace il Teatro Valle occupato che con i suoi attori, attrici, registi, cantanti, musicisti parte da un’idea tra le più rivoluzionarie : l’idea di cultura come bene comune.

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