Vinyls, omicidio volontario
18 Aprile 2011Red
E’ assolutamente ragionevole la richiesta di auto-dimissioni che gli operai della Vinyls hanno fatto agli amministratori sardi. Ragionevole e fortemente simbolica, ma difficilmente realizzabile per una ragione fondamentale: la classe politica sarda non sente il problema. Non avrà quindi, per assenza di percezione, motivo di dimettersi.
La rappresentazione della realtà prevalente non vede al centro i problemi del lavoro: li precedono ampiamente le alchimie politiche, i priapismi maniacali di Berlusconi, le illusioni post-autonomiste, i particolarismi indipendentisti.
Al massimo qualche gara ad essere formalmente con gli operai, senza affrontare la realtà.
Abbiamo discusso più volte del tema lavoro, punto di riferimento del nostro impegno. Si discute anche se questo assetto industriale sardo non abbia futuro, e certamente dovremo puntare sull’economia ambientale: ma nessuno dovrà permettersi di modificarlo e riprogettarlo senza il convolgimento degli operai e tutte le garanzie per gli stessi, senza assicurare il diritto all’esistenza e al lavoro, per tutti e per sempre, ai componenti di una classe che ha sempre pagato da sola.
Due giorni fa hanno iniziato però a pagare i responsabili delle morti della Thyssen per omicidio doloso, ovvero volontario: sedici anni la condanna di primo grado. Le morti bianche continuano, la Saras di Moratti è un cimitero, ma nessuno pensa di poter condannare chi procura il dramma e la morte lenta del lavoro.
Non è solo il sistema: ci sono anche responsabili. Dirigenti e ministri con nome e cognome che giocano con le esistenze delle persone: ritenete giusto che questo non sia considerato un reato? Forse la legge e i magistrati sono meno comunisti di quello che pensa Berlusconi.
Almeno mettiamo in cassa integrazione a zero ore e a zero stipendio i dirigenti dell’ENI e il ministro Romani.
Si deve andare oltre alla richiesta di dimissioni degli amministratori sardi: tutto il mondo del lavoro e la società sarda dovrebbero fermarsi davvero, riconoscere il dramma del lavoro, unirsi attorno agli operai per chiedere la fine indecorosa delle bugie e delle illusioni, i diritti di tutti i lavoratori della Vinyls, la progettazione di una Sardegna diversa. Speriamo che se ne parli in questa campagna elettorale.