Pacubenes del mondo
16 Ottobre 2017[Graziano Pintori]
L’ultimo libro di Erling Kagge, l’esploratore norvegese che ha raggiunto i tre poli: il Nord, l’Everest e in solitaria l’Antartide, s’intitola “Il Silenzio”. Contiene 33 risposte per definire il senso del silenzio, i suoi effetti nell’interiorità umana, come praticarlo per non volgere le spalle al mondo, dove scorre la vita di tutti noi. Occorre saper ascoltare i rumori, compresi quelli che diventano tuoni o cannonate, cioè quelle deflagrazioni che non devono essere silenziate, ma al contrario propagate con tutti i dB possibili.
Noi siamo gente comune, ossia la coscienza collettiva che ha l’obbligo di origliare apertamente, di vedere e diffondere anche ciò che ci turba umanamente, moralmente, eticamente. Per esempio, non possiamo non sentire le deflagrazioni provocate dal regista cinese Ai Weiwei, che alla Mostra del Cinema di Venezia era sbarcato portandosi appresso un documentario, in cui milioni e milioni di persone rappresentavano la coscienza sporca della civiltà.
La nostra civiltà. “Human Flow” è il titolo dell’opera del regista, pittore e militante dei diritti umani, che testimonia con il docufilm i flussi, o meglio “le onde anomale” del genere umano che fugge dalla fame, dalle guerre, dalle persecuzioni. Il regista ha voluto cannoneggiare le coscienze assopite dalla civiltà consumista con i rifugiati che scappano dalle macellerie del Medio Oriente, con gli sbarcati a Lesbo, con i Rohyngyas il popolo più perseguitato del mondo. Altre inquadrature raccontano i rifugiati in Giordania, i Curdi spogliati di tutto, i milioni di disperati ammassati in Libano e i Kenioti che fuggono dai conflitti sub sahariani. Seguono: Lampedusa, il Pakistan, gli Hangar di Berlino, la baraccopoli di Calais, il muro Usa/Mexico e altri 70 paesi che hanno eretto muraglie e barriere militari contro questa fetta di umanità senza acqua, senza scuole, privi di assistenza, privi di pace.
Tutta la cine-testimonianza è reale, corporea, palpabile compresi l’egoismo e la cattiveria artefici delle guerre diffuse e del saccheggio del sud del mondo (Africa per esempio), da parte del Nord del mondo (Europa per esempio). Sono gli atti di pirateria economica perpetuati con il pretesto del debito estero e degli accordi commerciali capestro, in cui la libera finanza non rende conto a nessuno se non alla propria cupidigia. Possiamo non ascoltare e vedere la disperazione di 65 milioni di persone riprese da Weiwei? Possiamo parlare di uguaglianza e solidarietà? In un mondo di barriere fisiche e mentali i cui umori sono regolati dal PIL, quale unità di misura economica basata sulla crescita e sul valore monetario della produzione dei servizi? Anziché utilizzarlo come unità di misura della nostra umanità e solidarietà, espresse, magari, dalla ricchezza distribuita tra i popoli della terra?
Il nostro, purtroppo, è un mondo di rumori che stridono, in cui sono finanziati muri di ogni tipo e azioni di contrasto mirate al respingimento dei flussi umani, mentre il tempo e l’interesse di tanti cervelli si affidano al match-evento, tracotante di minacce volgari, fra Mc Gregor e Mayweather. Due fantocci voluti e imposti dalla pubblicità ai porno schop, le cui casse garantiscono 100 milioni di dollari per ciascuno per darsele di santa ragione. Il tutto alla faccia dei nostri rifugiati, disoccupati e, perché no, alla faccia degli inerti telespettatori che digeriscono tutto. Oppure, che altro possono attendersi quelli dell’onda anomala quando l’uomo più potente della terra vince le elezioni vantandosi di “prendere le donne per la f…”? Il quale si misura con il non meno esaltato presidente nord coreano, minacciandosi a vicenda ed esasperando guerre e catastrofi nucleari, come se fossero dietro le porte delle nostre case.
Un clima guerresco utile per rimpinguare gli affari dei mercanti di morte, i signori della guerra, i quali solo dal Giappone, che aumenta del 10% le spese militari, ottengono 10 Mld di dollari. Cos’altro possono attendersi questi “pacubenes” quando in Italia l’apologia al fascismo, l’odio razziale e la xenofobia non sono più perseguiti, lasciando a neofascismi e leghismo estremo di montare la rabbia dei cittadini nei confronti dei migranti, indistintamente definiti stupratori, invasori e nemici della civiltà europea. Non possiamo ovattare le orecchie per silenziare questi rumori, voltare le spalle al mondo e rifugiarci in un silenzio anomalo: quello della teledipendenza.