Pepe Mujica: Il Presidente impossibile
21 Settembre 2014
Marco Memeo
Per parlare del libro Il Presidente Impossibile, Nova Delphi Libri editore, potremmo partire dalle ultime righe della presentazione di Erri De Luca: “ A me lettore fa venir voglia urgente di andare a vederlo”. Mujica è il Presidente dell’Uruguay, un paese che, liberatosi da una dittatura, sta tentando di riannodare i fili interrotti di una tessitura democratica che lo avevano reso un paese da osservare e da imitare. Un paese dove negli anni 30, per dirla con le parole degli autori, “ un operaio o un piccolo lavoratore in proprio potevano comprare una porzione di terreno intorno a Montevideo ed edificare la propria casa”. Un paese che intorno agli anni settanta si è visto privare delle sue libertà, a cui è stato impedito, con un colpo di stato, la normale evoluzione , ma che con forza ha ripreso un percorso proponendo alla sua guida proprio quel gruppo di “politici con le armi” ( così si autodefinivano i componenti del movimento MNL – Tupamaros , per ribadire un rapporto con le armi ed il suo uso contingente e non prioritario all’obiettivo politico). Il Presidente impossibile nasce anche per questo, per soddisfare la curiosità verso questo personaggio così eclettico: fioraio, guerrigliero, detenuto in regime di segregazione per 15 anni, parlamentare, presidente, contadino, dai tanti nomi: Josè, Pepe, Facundo, Ulpiano, Emiliano; ma sempre caparbiamente uguale a se stesso, anche nelle contraddizioni che vengono imputate al suo operato come presidente, contraddizioni che nel libro vengono trattate in maniera non partigiana. Quindi andiamo, tramite il libro, a conoscere questo contadino, rivoluzionario e presidente.
La terra: Questo pensiero ricorrente in Pepe, come in tutto il popolo uruguagio, è il filo conduttore di tutta la vita sia da guerrigliero che da presidente, tanto da fargli dire in un intervista: “la terra ha un potere quasi religioso in questo paese”
Il socialismo e la sovranità: Sono gli altri due fili conduttori, come dimostra la scelta del nome dato al movimento guerrigliero MNL ovvero Movimiento Liberation National eTupamaros, che era il nome del movimento del rivoluzionario Artigas. E’ utile riportare un passo del libro che spiega molto bene questo concetto: “Tutti i leader del movimento, e naturalmente anche Pepe Mujica, hanno sempre sostenuto l’importanza del riscatto della sovranità nazionale e della liberazione dagli interessi stranieri come prima fondamentale tappa per lo sviluppo della democrazia in un paese egualitario o socialista”.
Il rapporto con il popolo E’ sintomatico di questa ricerca tenace di contatto il termine usato per denominare gli incontri tra il gruppo dirigente e la popolazione: “Le mateadas” incontri pubblici che si tenevano all’aperto, generalmente nei parchi, in cui i dirigenti ed i cittadini discutevano e tutt’ora discutono di politica e di programmi amministrativi, in maniera informale davanti ad un bicchiere di mate.
Costume di vita e azione di governo Il libro è intitolato Il Presidente Impossibile: giocando un pochino con queste due parole si potrebbero creare varie definizioni sulle vere o presunte contraddizioni tra lo stile di vita, le dichiarazioni pubbliche che lo hanno reso famoso e le azioni di governo che sembrano sconfessare il suo essere e le sue dichiarazioni. Molte voci critiche si sono levate rispetto alle azioni intraprese che non cercano di impedire le pratiche consumistiche, che tendono a facilitare l’entrata del capitalismo internazionale in Uruguay. Basta citare una delle voci più autorevoli, riportata nel libro, per rendersi conto del tipo di critica che viene sollevata. La voce è quella di Jorge Zabalza, facente parte del gruppo storico dei Tupamaros, anche lui imprigionato e tenuto in regime di segregazione come tutto il gruppo dirigente del movimento, che accusa il governo di Pepe di essere nei fatti un governo neoliberale. Ritornando quindi alle due parole presidente ed impossibile, viene da domandarsi se effettivamente sia impossibile per un uomo come Pepe Mujica fare il presidente, oppure se sia impossibile per un presidente (quindi detentore di un potere) mettere in atto una politica conforme ai suoi costumi. Poi però si ritorna ad alcune sue dichiarazioni e ci si domanda se invece non sia l’unico Presidente Possibile, per un piccolo paese incastonato all’interno di un mondo capitalista, dove forse si deve cercare prima di tutto di ricreare una coscienza e una volontà di contribuire alle decisioni. Insomma per dirla con le parole del Presidente “Il mio obiettivo è lasciare un paese un po’ meno ingiusto, aiutare i più deboli a creare un nuovo modo di fare politica”. In definitiva “L’intenzione non è quella di posizionare lo stato come padrone perché questo è un film che abbiamo già visto. E non è convertirsi al socialismo. E’ raggiungere il socialismo attraverso un altro percorso che passa attraverso una visione autogestita del lavoro. Lotto perché le fabbriche siano dei lavoratori. Che non siano amministrate dallo stato ma da loro stessi. Se va male ne paghino le conseguenze. E se va bene che guadagnino”.
Il Presidente Impossibile, Nova Delphi Libri editore, verrà presentato Sabato 27 settenbre alle 18 a Quartu presso Biblioteca Comunale Quartu Sant’Elena Via Dante 66 Quartu Sant’Elena e Domenica 28 Settembre a Cagliari alle ore 11:00 presso l’Ex Art in piazza Dettori a Cagliari.