Perché è giusto sostenere lo sciopero generale del 29 novembre della Cgil e della Uil

28 Novembre 2024

[Roberto Loddo]

Domani, venerdì 29 novembre si svolgerà uno sciopero generale importante. Cgil e Uil hanno proclamato lo stop di otto ore in tutti i settori, per l’intero turno di lavoro, con l’obiettivo di cambiare la manovra economica del governo Meloni e per aumentare salari e pensioni, per finanziare istruzione e servizi pubblici, per il diritto alla salute, per investire nelle politiche industriali e in una giusta e democratica transizione ecologica. Per questo i sindacati vanno in piazza in tutta Italia, ritrovandosi in tante manifestazioni territoriali, compresa Cagliari, dove alle 9.00 in piazza Garibaldi, si concentrerà il corteo che arriverà fino a piazza del Carmine.

Questo sciopero generale è necessario e urgente. Perché non si può rimanere inermi di fronte alla deriva neoliberista e riduzionistica delle tutele e delle garanzie nel mondo del lavoro. Perché l’aumento dell’occupazione sbandierato dal governo Meloni è una grande bugia, una truffa funzionale a giustificare un lavoro sempre più povero e le politiche predatorie contro le lavoratrici e i lavoratori.

L’avvocata Tatiana Biagioni, presidente nazionale dell’AGI, l’Associazione delle giuslavoriste e dei giuslavoristi d’Italia recentemente ha definito il lavoro povero come un lavoro senza democrazia. E ha ragione perché la democrazia non si esaurisce nelle istituzioni, ma si pratica anche nei luoghi di lavoro e della socialità, perché anche questi sono uno strumento con cui esercitare i diritti. Per questo, lo sciopero generale vuole riportare il significato del lavoro alla sua originaria funzione, e cioè al lavoro come espressione di democrazia, che consente di sentirsi parte di una comunità, un lavoro buono, giusto e legale.

Uno sciopero generale contro i cattivi lavori come vengono definiti dalla sociologa e filosofa Chiara Saraceno, contratti precari, a tempo determinato, part-time e collaborazioni fino ad arrivare all’imposizione di rapporti dipendenti attraverso discutibili partite iva. Il sindacato domani avrà la possibilità di riportare all’ordine del giorno delle scelte della politica una soluzione contro il progressivo aumento del costo della vita determinato dalle bollette delle famiglie che triplicano insieme ai beni di prima necessità.

Il cattivo lavoro in Sardegna è diventato sistema. Un sistema che impone alle nuove generazioni di cittadini di vivere la relazione con il lavoro attraverso condizioni al limite dello sfruttamento, come denunciato dalla Cgil in Sardegna: “Retribuzioni basse, finti contratti part-time, forme di lavoro nero e grigio che nascondono illeciti e abusi spesso subiti pur di lavorare”. È un modello occupazionale che per l’ultimo rapporto annuale ISTAT sta diventando insostenibile soprattutto per quei contratti atipici che trasformano in nuovi poveri i lavoratori dipendenti e in particolare le donne, i giovani e le persone straniere.

Sosteniamo lo sciopero generale. Perché la povertà assoluta ha toccato i massimi degli ultimi dieci anni e perché dobbiamo fermare questo governo prima che ci faccia scivolare verso il baratro di una crisi sociale senza precedenti.

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