Perché è importante salvare i cervi e impedire eventuali incidenti stradali

16 Settembre 2024

[Stefano Deliperi]

Nella notte fra il 14 e il 15 settembre 2024 un esemplare di cervo sardo è stato investito da un’automobile lungo la strada statale n. 195 (km. 36,400), nel territorio comunale di Pula (CA). Il cervo è morto, danni al veicolo.

Purtroppo non si tratta del primo incidente nel quale è stato coinvolto un animale selvatico in zona: l’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna – Servizio Tutela della Natura e Politiche Forestali ha comunicato (nota prot. n. 23364 del 26 luglio 2024) che “che nel 2023 i sinistri stradali con fauna selvatica di cui è pervenuta richiesta di indennizzo sono stati … 46 con cervo o daino nel territorio del comune di Pula, in particolare lungo la SS 195 tra il km 30 e il km. 42”.

Ciò nonostante, “non risulta che siano state predisposte (né siano previste) recinzioni elettrificate a basso voltaggio lato collinare/montano, nonché erbai e piccole riserve idriche”.

In proposito, l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha rivolto (13 luglio 2024) una specifica istanza per salvaguardare i Cervi sardo (Cervus elaphus corsicanus) e ridurre al minimo gli eventi che possano causare eventuali incidenti stradali nella zona di Pula dove la presenza degli ungulati, spinti da fame e sete, si è fatta recentemente più frequente.

Sono stati coinvolti formalmente il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, la Regione autonoma della Sardegna, il Comune di Pula, l’I.S.P.R.A., il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, i Carabinieri del Centro Anticrimine Natura.

Gli esemplari di Cervo sardo, di Daino, talvolta di Cinghiale che si spingono a valle delle aree boscate verso la S. S. n. 105 e la viabilità secondaria fondamentalmente nella zona di S. Margherita – Is Molas lo fanno per sete e fame.

Gli effetti del lungo periodo siccitoso e le calde temperature si fanno sentire, com’è gravemente evidente in numerose aree boschive sarde e come già negli anni scorsi (es. 2017), quando numerosi esemplari di fauna selvatica morirono letteralmente di sete..

Ma possono essere adottati accorgimenti com’è stato fatto in tante parti d’Europa in casi simili.

In primo luogo, recinzioni alte e robuste, anche elettrificate a basso voltaggio, lungo la viabilità principale e secondaria, la realizzazione di erbai e colture in radure per la fauna selvatica, già finanziati con fondi comunitari (es. PSR 2007-2013, Misura 214, Azione 3, Intervento 2), la realizzazione di piccole riserve idriche in zone di bosco e macchia.

Iniziative anche semplici, ma con risultati positivi, altro che la stantìa proposta – innovativa come un presepio – dei piani di abbattimento del Cervo sardo avanzati da alcune parti del mondo venatorio, avanzando farneticanti numeri inesistenti di migliaia e migliaia di incidenti stradali causati dalla fauna selvatica.

In realtà, i dati del 2022 (ultimi disponibili) parlano di 493 incidenti causati da “animale domestico o selvatico urtato”, pari allo 0,2% dei 217.527 incidenti stradali avvenuti in tutta Italia.

Comunque, proposte tanto assurde quanto illegittime, dato il regime di protezione assoluta, nonché impopolari, aspetto ribadito da ben 80.445 persone che han sottoscritto (2022) la petizione popolare per la salvaguardia del Cervo sardo per la tutela assoluta del Cervo sardo promossa dal GrIG.

Ma non sarebbe finalmente ora di affrontare il problema con serietà e buon senso?

Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

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