Perché è importante stare nell’OMS e perché lo è ancora di più per i Registri dei tumori

11 Febbraio 2025

[Giancarlo Nonis]

È di queste settimane la notizia che la Lega di Salvini ha presentato una legge per far uscire l’Italia dall’OMS, l’organizzazione mondiale della Sanità. Sarebbe una ulteriore disgrazia per una Sanità pubblica aggravata da anni da perenne carenza di personale, ma perché è importante stare nell’OMS?

Ad esempio, per il suo braccio operativo costituito dallo IARC organismo deputato alla codifica dei tumori e alla certificazione dei dati raccolti in tutto il mondo dai registri dei tumori.

 In Sardegna, ormai lo sanno anche i bambini è dal 2012 che è stato istituito il registro regionale, finora mai realizzato, nonostante siano operativi da decenni i registri di Sassari-Olbia e Nuoro-Oristano e in via di certificazione quello del Sud Sardegna, i primi due già accreditati dallo IARC con i dati di incidenza, prevalenza e sopravvivenza.

Nel nord Italia ci s’ammala di più ma si muore di meno, si pensi che in Sardegna la mortalità dei tumori a superato quella storica dei decessi causati da patologie cardiovascolari, e ancora più tragico è il dato ISTAT del 2021, siamo al 33,01% con 5244 decessi mentre la media italiana è del 29,4 % e mentre la spesa sanitaria nel bilancio di previsione del 2024 è arrivata a 3,5 miliardi di euro praticamente metà del bilancio regionale, aspettiamo tutti di conoscere i numeri previsti per il 2025.

Sarebbe meglio che il governo nazionale incrementi i finanziamenti per la prevenzione primaria promuovere a partire dalle scuole primarie una corretta dieta alimentare, l’aumento della obesità infantile anche nella nostra isola ci deve preoccupare, è forse il primo segnale di abbandono della nostra invidiata dieta mediterranea. Da non trascurare che l’alcool e il fumo è praticato dagli adolescenti sardi fin dagli undici anni.

Alla prevenzione primaria occorre sottolineare le criticità della prevenzione secondaria per gli screening della mammella, pap-test del collo della cervice uterina e del sangue occulto nell’intestino colon-retto, e se mentre per i primi due screening siamo nella media di accertamento per il sud Italia uno scarso 40 % il terzo in Sardegna è crollato ad un tragico 14 %, il che significa che nei prossimi anni se non si corre ai ripari con una grande campagna di informazione sui Media e canali social, avremo purtroppo molti pazienti che dovranno ricorrere ad seri interventi  chirurgici.

E si deve tenero conto che già 200.000 Sardi non si fanno più curare, per motivi economici ed anche perché sempre in mancanza di campagne d’informazione, vengono dissuasi dalle fake news, che propongono improbabili cure alternative, I registri tumori ci permettono di sapere che nuovi farmaci ed approcci terapeutici permettono una più vita molto più lunga e meno devastante rispetto a pochi decenni fa. Certo che non avere come da sempre denunciano gli oncologi una Rete ambulatoriale oncologica regionale che si prende cura il PDTA del paziente o della paziente accompagnandolo nel percorso terapeutico e seguendolo anche successivamente sino alla certezza di uscita dalla malattia.

Auspico che la mozione recentemente presentata da tre Consiglieri regionali venga quanto prima votata alla unanimità nell’Aula consiliare in modo da dare struttura e personale adeguato al Registro regionale e rinforzi i tre registri locali, e ricordo che in Sardegna abbiamo due SIN Siti d’Interesse Nazionale uno dei più grandi e inquinati d’Italia, ed ancora non sono state incluse le aree altrettanto inquinate di Ottana, Samatzai-Nuraminis e Furtei e quelle non ancora bonificate interne ai Poligoni Militari.

Si pensi che uno studio dell’ISS istituto superiore della Sanità a cui ha collaborato il registro tumori di Cagliari ha certificato che nel comune di Porto Torres a quaranta anni dalla chiusura della petrolchimica i residenti soffrono ancora di malattie ascrivibili ai prodotti derivati delle fabbriche.

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