Perché le colonne con fasci littori in Piazza Gramsci sono incongrue
1 Agosto 2017Marco Sini
A proposito della questione relativa al ripristino delle due colonne con i fasci littori incorporati nella Piazza Gramsci come presidente provinciale dell’ANPI è doverosa da parte mia qualche messa a punto.
In primo luogo giudico approssimative e prive di consistenza storico-culturali le dichiarazioni addotte dall’Assessore ai Lavori Pubblici a giustificazione di quel ripristino: “io non sono fascista ma non si può negare un pezzo di storia”, cui fa seguire un rassicurante messaggio di accettazione della volontà popolare: “Se la cittadinanza, tutta, chiederà che vengano rimossi ci penseremo”, con l’inciso “per ora è desiderio di pochi”, per chiarire che per lui chi si è indignato o ha semplicemente espresso qualche dubbio appartiene ad una ristretta minoranza. L’Unione Sarda ha ritenuto di dover misurare con un sondaggio affidato al “Termometro” l’opinione dei sardi (89% è d’accordo con l’operazione “ripristino” e “rispetto della storia”- sich!).
Da altre parti ho letto non solo di giustezza del ripristino delle colonne con fasci littori ma anche la proposta di ripristino della intitolazione precedente della piazza a Carlo Sanna, generale della grande guerra noto come “Su Babbu mannu”, omettendo che nel ventennio è stato anche presidente del Tribunale Speciale fascista e per questa ragione nell’immediato dopoguerra il suo nome era stato rimosso da quella piazza e sostituito da quello di Antonio Gramsci.
Altri noti giornali on line portatori di neofascismo e varie campagne anti-migranti hanno ospitato beceri commenti e accuse di iconoclastia nei confronti di chi ha espresso contrarietà a quel ripristino. Sono antifascista ma non sono iconoclasta! Per evitare fraintendimenti dichiaro che non sono un richiedente la distruzione dei lasciti architettonici dell’era fascista e ispirati dal fascismo, accusa-insulto-denigrazione questa ben orchestrata da giornali berlusconiani e di destra, molto popolare in questo periodo nei social nei confronti di Laura Boldrini. Per quanto mi riguarda, non sono neanche contrario alla reintroduzione (come ripristino) di simboli che fanno riferimento al fascismo dopo ristrutturazioni e risistemazione di edifici o strade.
Ciò può avvenire però in luoghi e siti che non hanno altre valenze confliggenti. Se quelle colonne con i fasci littori fossero state rimosse per i lavori in un punto della Via Manno o di Via Garibaldi, per dire, nessun problema. Ma trovo non consono, e anche irrispettoso, ripristinare quelle colonne con fasci littori in una Piazza dedicata a Antonio Gramsci (di cui non dico perché tutti sanno chi è) o anche di fronte ad una Legione dei Carabinieri intitolata ad un eroico brigadiere sardo: Enrico Zuddas, martire della lotta di Liberazione dal nazifascismo. Zuddas era componente del Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri collegato al CNL, e si era impegnato in azioni particolarmente rischiose contro i tedeschi. Pochi giorni prima della liberazione di Roma Zuddas in un combattimento con la polizia nazifascista fu gravemente ferito e morì.
Per concludere, mutuando un termine urbanistico e di rispetto paesaggistico, direi che quel ripristino è “incongruo” con il contesto. Ecco qui non si tratta di “negare un pezzo di storia”, come ritiene l’Assessore ai Lavori pubblici, ma di leggere la storia, conoscerla e trarne le dovute lezioni. In questa vicenda avrei gradito più attenzione e anche qualche parola da parte del Sindaco e dell’Assessore alla cultura.
2 Agosto 2017 alle 15:29
Vorrei chiedere al Sig Sini se fino ad oggi si sia mai pronunciato pubblicamente a favore di un simile ripristino in altri luoghi. Temo che non sia mai il momento o il luogo adatto. Che dopo 70 anni si abbia ancora paura di due fasci di verghe mi pare ” non consono”