Perché sosterrò la lista dell’Alleanza dei Verdi e della Sinistra

25 Agosto 2022

[Roberto Loddo]

Quando vado a votare la speranza è sempre la stessa. Riconquistare spazi di democrazia attraverso un soggetto politico in cui si possa praticare nel parlamento e nella società un’azione femminista, pacifista, ecologista e antiliberista.

Sosterrò la lista dell’Alleanza dei Verdi e della Sinistra perché nel prossimo parlamento vorrei sentire le voci di Ilaria Cucchi e Aboubakar Soumaoro e anche la Sardegna potrebbe dare un suo contributo di idee con la presenza di Francesca Ghirra e Giulia Andreozzi.

Guardare le crisi sociali con gli occhi delle vittime. Per dare risposte a chi ci domanda di trasformare la realtà è necessario rimettere in discussione la nostra storia. Per fermare il lento declino della sinistra non possiamo partire solo dalla sostituzione del contenitore con un altro. È necessario ripartire dal superamento di ciò che siamo, dalla sostanza, dal linguaggio e guardare la realtà che ci circonda con gli occhi delle vittime sacrificali del neoliberismo. Solo nella giornata di oggi abbiamo avuto un record di scommesse dei fondi speculativi contro il debito pubblico dell’Italia e il prezzo del gas schizzato in alto a 315 euro per megawattora. A pagare le conseguenze di questo disastro saranno le classi sociali più esposte alla marginalità. Le stesse classi sociali che non riescono più a percepire la sinistra come un luogo accogliente e riconoscibile. Il senso di disorientamento non riguarda più solo la base della rappresentanza ma anche la testa. Fiumi di attivisti e militanti vivono una condizione di spaesamento legata alle veloci trasformazioni della società che spesso vanno nella direzione opposta ai cambiamenti di linea confusi di ciò che rimane delle sinistre.

Perché sostengo la lista rosso verde all’interno dell’alleanza con il Pd. Concordo con chi denuncia le responsabilità del Pd nell’aver contribuito ad alimentare quelle politiche antisociali che hanno aumentato le diseguaglianze. E allora perché votare una lista all’interno della sua coalizione, per contrastare il pericolo del fascismo 2.0? No. Perché siamo in presenza di una legge elettorale nata per ghettizzare chiunque tenti di praticare il cambiamento sociale. E perché non esiste nessun margine di costruzione di un polo alternativo. Sarò felice di sbagliarmi, ma ho paura che non ci rimanga tempo per un’avventura vivace che si conclude con un’amara testimonianza. Questa volta, come in Matrix, il 25 settembre sceglierò la pillola azzurra. Declinerò l’offerta della pillola rossa perché non voglio restare nel paese delle meraviglie per vedere quant’è profonda la tana del bianconiglio.

Dopo le elezioni deve nascere una grande Unione popolare. Rispetto la scelta di chi sosterrà Luigi De Magistris e auspico che UP possa portare una pattuglia di compagn3 nel nuovo parlamento. Dopo le elezioni può nascere una Nouvelle Union populaire écologique et sociale e farò la mia parte per sostenere questo progetto. Il percorso è lungo e pieno di ostacoli, ma non impossibile se evitiamo di generare castelli identitari ed esclusivi che non riescono a coltivare nessuna relazione con la società. Non ho mai apprezzato il cesarismo autoreferenziale dell’ex magistrato e le sue pulsioni giustizialiste, antipartitiche e antiscientifiche. Affidarsi ad ogni scadenza elettorale a degli stregoni urlanti è una vecchia abitudine che ha danneggiato la democrazia e i partiti della sinistra. Lo stesso errore che abbiamo fatto nelle elezioni politiche del 2013 con Antonio Ingroia, oggi promotore di una lista che ha come orizzonte l’uscita dell’Italia dall’Oms e che raccoglie i numeri uno del complottismo italiano. Molti di noi si erano ingenuamente affidati all’idea che un eletto predetto dagli oracoli potesse farci superare la soglia di sbarramento. Non è andata così. Spero che con i soggetti politici di UP e della lista rosso verde si possa generare una connessione per lavorare insieme. Anche in nome di una comune visione dentro l’alleanza della sinistra europea. L’esperienza politica della costruzione dal basso dell’Altra Europa Con Tsipras può essere un buon esempio da imitare e seguire.

Fermare Giorgia Meloni e la sua Repubblica di Gilead. Sosterrò l’alleanza dei verdi e della sinistra perché sono contro l’idea di società rappresentata dalle tre destre sovraniste e populiste. Il modello presidenzialista che propone questa marea nera non assomiglia per nulla agli Usa o ai modelli sudamericani. Di fronte a noi non c’è una destra democratica, conservatrice e liberale simile ai soggetti che compongono la International Democrat Union o le destre europee della maggioranza Ursula. Dai toni violenti e autoritari contro le donne la loro idea di società è molto più simile all’internazionale dell’intolleranza che va dall’alt-right americana al gruppo di Visegrád passando per l’amico di Matteo Salvini, Bolsonaro. Il loro obbiettivo di rimettere in discussione il diritto all’aborto e le libertà civili li rende molto più simili ai comandanti della Repubblica di Gilead evocati da Margaret Atwood nei Racconti dell’ancella.

L’onnipotenza della maggioranza e la guerra sociale. Queste destre stanno usando la crisi della democrazia per far passare il messaggio che l’unica medicina possibile sia togliere potere al sistema dei partiti attraverso l’onnipotenza della maggioranza. Tutto questo veleno che ha contaminato il dibattito elettorale sui poveri che rubano i soldi del reddito di cittadinanza, i rifugiati che violentano le donne e i barconi che ci invadono è funzionale alla costruzione di una guerra sociale degli ultimi contro i penultimi. Distruggere i sistemi di protezione sociale e di accoglienza, emarginare dalla società le persone fragili ed escluse, persone rifugiate e richiedenti asilo, ma solo quelle che arrivano dall’altra sponda del mediterraneo. La loro idea è semplice: Coloro che non producono e non consumano devono arrangiarsi e crepare. Non importa se nel mare, nelle galere e nelle strade delle città.

La riduzione della democrazia anche in Sardegna. Con i comitati sardi per la democrazia costituzionale abbiamo portato avanti una battaglia senza sosta per rafforzare il ruolo del Parlamento e dei Consigli regionali. Il nostro compagno Marco Ligas, fondatore del manifesto sardo, pensava che il modo migliore per dare ossigeno alla democrazia fosse proprio questo. Rafforzare le assemblee. Ovunque. Ciò che hanno fatto con la riduzione dei parlamentari e questa legge elettorale disgustosa è l’esatto contrario. Hanno tolto ossigeno alla democrazia perché volevano accelerare un processo di mercificazione neoliberista della società. Lo hanno fatto anche in Sardegna con una legge regionale truffaldina e antidemocratica con cui hanno trasformato la Regione Autonoma della Sardegna in un’istituzione insignificante piegata ad un potere di uno Stato sempre più accentratore.

Costruiamo l’opposizione sociale in Sardegna. La vera sfida di questa lista rosso verde dovrà avvenire dopo il 25 settembre, in Sardegna. È urgente l’apertura di un cantiere sardo della sinistra e dell’autodeterminazione con tutti i soggetti politici che praticano il conflitto sociale e che lottano contro le politiche portate avanti di chi sta distruggendo il diritto alla salute attraverso la distruzione del sistema sanitario regionale e difende un modello di sviluppo fallito e dannoso. Un soggetto politico dell’autogoverno che contrasti una giunta antisarda che nega la riconversione e le bonifiche dei disastri causati dall’industria pesante e da tutte le iniziative che hanno favorito attività estranee alle caratteristiche dei nostri territori, compresa l’occupazione militare delle basi e della fabbrica di bombe Rwm.

[Nella foto un murale di Orgosolo dedicato a Luigi Pintor]

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