Salviamo Tuvixeddu. Atto secondo

16 Settembre 2008

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Redazione

La petizione nazionale che abbiamo avviato assieme a Eddyburg per la difesa integrale del colle di Tuvixeddu-Tuvumannu ha raccolto in quindici giorni circa ottocento firme. E’ un primo importante risultato che fa cogliere sensibilità ampie, non solo sarde, per lo straordinario e complesso paesaggio culturale cagliaritano incardinato sulla celebre necropoli punica ipogeica; sul tema pubblichiamo un lucido e stringente articolo di Edoardo Salzano, uscito recentemente su Carta. E’ stato rilevato che non si tratta certo del primo appello, ed è vero: ne ricordiamo diversi, negli anni scorsi, guidati da Giovanni Lilliu, e da ultimo quelli di molti docenti degli atenei sardi nello scorso febbraio. Ma esso è il primo a proporsi in una dimensione allargata nel momento più difficile per il complesso monumentale, che amplia e generalizza la generosa proposta lanciata nei mesi scorsi dal Cagliari Social Forum. Sardegna, Lazio, Puglie, Sicilia, Trentino, Piemonte, Lombardia,. Emilia, Toscana e tante altre regioni. Forse tutte. Persone e associazioni, ‘semplici’ cittadini e accademici: perché un appello ampio è tale quando la gente scende in campo, firma, lascia commenti, parole, sensibilità generose; e quando persone rilevanti nel campo della cultura, oltrechè e in quello più proprio dell’archeologia e della storia, vi aderiscono esponendo il proprio prestigio. Ecco perciò in Sardegna archeologi come Marco Milanese e Mauro Perra, artisti come Elena Ledda e Nico Orunesu, intellettuali come Cristina Lavinio, Loredana Rosenkranz, Paolo Sanjust, Anna Oppo, Bruno Paba, Graziano Nudda, Gabriella Baptist, Tonino Casula, Giorgio Melis, politici di varia provenienza. E fuori della Sardegna molte firme, fra le quali ricordiamo quelle di Carlo Zaccagnini, Maria Giulia Amadasi, Rita Paris, Maria Fenelli, Chiara Frugoni, Alberto Cazzella, Gilda Bartoloni, Paolo Berdini, Gianfranco Maddoli. Molte associazioni ci hanno sostenuto, decine e decine i blogs e le testate web. E’ una rete che si allarga, che parla di tutela senza sconti, che è già attiva in questi campo, come l’appello per salvare il magnifico nuraghe Orolio a Silanus, promosso meritoriamente da Conchidortos che significa teste dure, come noi tutti nel sollevare un delicatissimo problema di tutela e salvaguardia, questa volta non urbana, in una delle piane più suggestive, cruciali eppure devastate (a pochi chilometri vi è Ottana) della Sardegna.
Non è un momento politico semplice, ma la misura dell’impegno per Tuvixeddu sta mostrando con tutta evidenza chi sta dalla parte del colle e chi dalla parte del cemento. Riteniamo che le alleanze politiche si debbano costruire anche su questa discriminante.

Noi ringraziamo chi ha firmato, chi lo ha annunciato e chi lo farà: ripubblichiamo l’appello e vi invitiamo a moltiplicare gli sforzi. Le firme possono diventare migliaia, e qualcuno dovrà pur ascoltare.

Appello promosso da Eddyburg e Il Manifesto Sardo

La necropoli di Tuvixeddu, uno dei più importanti contesti funerari ipogeici del mondo antico e testimonianza della Cagliari punica, poi romana, corre un rischio mortale sotto l’assalto della cementificazione. Il colle urbano, caratterizzato da migliaia di tombe che raccontano una epocale vicenda paesaggistica, funeraria, architettonica e decorativa della città, sino a proporre pregevoli documentazioni moderne Liberty, sta subendo un ulteriore e forse definitivo affronto dopo cinquant’anni di devastazioni urbanistiche.
La sentenza del Consiglio di Stato riporta il complesso monumentale ai vecchi e inadeguati vincoli del 1997 che la Regione Autonoma della Sardegna, pur con gravi errori procedurali, aveva cercato di rendere congrui all’importanza dell’area: ma il pregio eccezionale del sito e la necessità di una tutela ben più ampia di quella legata all’accordo di programma del 2000 non possono essere messi in discussione.
Straordinarie architetture cavate e decorate in affresco rendono Tuvixeddu in grado di far capire ciò che non è più documentato, in qualità e ampiezza, né a Cartagine né nel Libano dei Fenici.
Le molte centinaia di tombe rinvenute nel corso dei lavori del cosiddetto “parco archeologico”, finalizzati in realtà a nuove e devastanti cubature, dimostrano come l’accordo di programma e i relativi vincoli apposti dalla Soprintendenza Archeologica fossero assolutamente insufficienti e inadeguati, e oggi non più sostenibili.
Ci rivolgiamo al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, alla Regione Autonoma della Sardegna, al Comune di Cagliari, perché fermino lo scempio della necropoli e dell’area, in violazione delle leggi nazionali vigenti e dei protocolli europei e UNESCO sul patrimonio culturale e paesaggistico; perché non compromettano a livello internazionale tradizione e immagine dell’Italia e della Sardegna.
Invitiamo le Istituzioni a realizzare la tutela integrale dell’area, procedendo al restauro ambientale e archeologico dei danni inferti, destinando il colle di Tuvixeddu ad un’idea e ad un progetto di città che difenda integralmente le proprie aree pregiate e proponga Cagliari, nel solco di una millenaria tradizione storica, come porta mediterranea aperta ai suoi grandi racconti storici.
Chiediamo all’opinione pubblica, a studiosi e appassionati, a tutti i cittadini, alla rete associativa e alla grande tradizione di tutela del nostro paese di scendere in campo sottoscrivendo il nostro appello, vigilando affinchè vengano perseguiti e realizzati i seguenti obiettivi:
– l’ampliamento dei vincoli su tutto il sito di Tuvixeddu sino almeno a quelli stabiliti di recente dalla Regione Autonoma e ora non più validi per via degli errori procedurali stabiliti dal Consiglio di Stato;
– l’eliminazione di ogni ulteriore edificazione nell’area;
– la definizione di strumenti di salvaguardia condivisi e giuridicamente impeccabili;
– l’acquisizione pubblica dei terreni di tutto il colle;
– l’apertura di un dibattito sulla città, della quale Tuvixeddu rappresenta la più importante ma non certo l’unica area archeologica di grande rilievo, né l’unica a rischio;
– la promozione di un grande concorso di idee per una destinazione e un utilizzo del sito compatibile con la sua natura, destinato ad arricchire la godibilità del nostro patrimonio culturale e paesaggistico e la qualità della vita urbana.

Marco Ligas, , Edoardo Salzano, Marcello Madau, Vezio De Lucia, Giorgio Todde, Vittorio Emiliani, Carla Ravaioli, Costantino Cossu, Mario Cubeddu, Gianni Loy, Alessandra Chemollo, Vittorio Savi, Sante Maurizi, Marcello Mestosi, Michele Rando, Franco Tronci, Raffaello Ugo.

Per aderire all’appello: salviamo Tuvixeddu

ATTENZIONE

NEL CASO NON RIUSCIATE A COLLEGARVI CON LA PETIZIONE PER APPORRE LA VOSTRA FIRMA, POTETE COMUNICARE L’ADESIONE UTILIZZANDO L’AREA COMMENTI DI QUESTA PAGINA, PROVANDO SUCCESSIVAMENTE AD INSERIRE LA FIRMA.
E…DIFFONDETE L’APPELLO

9 Commenti a “Salviamo Tuvixeddu. Atto secondo”

  1. Red scrive:

    Aumentano le adesioni all’appello promosso da Eddyburg e Il Manifesto Sardo per la salvaguardia di Tuvixeddu. Superate le mille firme. I commenti che accompagnano le adesioni convergono: niente cemento, il Colle merita una difesa totale.
    Ma la situazione è assai dinamica. Il TAR ha appena annullato il provvedimento della RAS di sospensione dei cantieri, lo Stato ritiene con un suo organo periferico (la Soprintendenza Archeologica) che Tuvixeddu sia salvaguardata, ma con un altro organo periferico (la Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici) ritiene il sito danneggiato, e dispone un ulteriore blocco dei lavori. Un bel guazzabuglio istituzionale, una situazione inedita, e grave, di tensione fra gli organi della tutela, che avevamo previsto. Due secondo noi le vie da seguire: trattativa finalizzata all’acquisizione pubblica dell’area, nuovo provvedimento di vincolo, ampio da parte della Regione. Noi non possiamo che auspicare, come abbiamo fatto nell’appello, la salvaguardia integrale ‘senza se e senza ma’, e proseguire con la raccolta delle firme, che si allarga e coinvolge al livello nazionale associazioni ambientaliste e cittadini.
    Esse rafforzano la difesa del sito, dimostrano una passione nazionale che dà fastidio e non può appartenere a chi non tiene in debito conto Tuvixeddu e altre aree e monumenti archeologici di Cagliari irresponsabilmente danneggiati. Moltiplichiamo allora i nostri sforzi per raggiungere in pochi giorni quota 2000. Il nostro impegno nasce dal convincimento che nessuna legge ordinaria possa prevalere sulle leggi costituzionali e la nostra Costituzione sostiene (articolo 9) che è compito della Repubblica ‘la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione’. Per questa ragione ci sembra che i giudici del Tar commettano un errore nel consentire la prosecuzione dei lavori a Tuvixeddu. E vorremmo che questo errore venisse corretto.

    P.S. La Soprintendenza Archeologica lancia ora un appello a difesa del sito e del suo operato. Nessuno discute la professionalità degli attuali operatori, la loro attenzione e la celere pubblicazione dei risultati scientifici. Ma l’appello ci appare irrituale da parte di un Ente di tutela che generalmente opera con strumenti di altro tipo. Evidentemente sente la necessità di difendersi. Speriamo che non lo firmino cementificatori e amici degli stessi.
    Tuvixeddu ha bisogno di una difesa integrale da parte di tutti, di un tavolo unitario che superi gli errori e le incomprensioni a favore di un’acquisizione ampia e non limitata del sito (ciò che peraltro fa parte della migliore tradizione della tutela), di una salvaguardia integrale basata sulla più ampia e rinnovata accezione di paesaggio culturale.

  2. Andrea Nurcis scrive:

    Vorrei segnalare anche delle firme di un certo peso, per il panorama Cagliaritano, apparse quasi subito, nella prima raccolta avviata dal Cagliari Social Forum.
    Sono presenti firme importanti di alcuni giornalisti dell’Unione Sarda, con in testa quella del vicedirettore Giorgio Pisano e la firma di Antonio Romagnino, fondamentale figura di letterato, al quale sono stati attributi importanti premi e onoreficenze proprio per il lavoro svolto nello studio e nella diffusione della cultura cagliaritana. Tra questi premi c’è “defensor Karalis 2006”, premio istituito dall’associazione Italia nostra, che viene attribuito a chi ha contribuito alla diffusione della conoscenza del patrimonio naturale e storico-artistico di Cagliari.
    Nel 2007 inoltre il sindaco Emilio Floris consegnò a Romagnino la “medaglia d’onore Ottone Bacaredda”, onorificenza istituita dalla Giunta comunale per attribuire un riconoscimento ufficiale a persone, enti, società o istituzioni che si siano particolarmente distinti “per opere compiute a favore della città di Cagliari o dei suoi abitanti”.

  3. Antonio Guarino scrive:

    sottoscrivo a pieno la vostra iniziativa
    Antonio Guarino
    Marano di Napoli

  4. Andrea Nurcis scrive:

    Ieri sono stato all’interessante appuntamento organizzato da Italia Nostra in cui erano presenti diverse autorità della politica e della cultura. Mancava il sindaco Emilio Floris sostituito da Giovanni Maria Campus assessore all’urbanistica del comune di Cagliari . Era assente per motivi di salute, Fulvia lo Schiavo, Soprintendente ai beni archeologici. Al suo posto, in rappresentanza della Soprintendenza c’era una certa Mureddu. L’introduzione al convegno è stata fatta dallo scrittore Giorgio Todde che ha presentato una ricca documentazione fotografica che ha dimostrato lo stato del colle nelle varie epoche, dall’800 sino ad oggi, entrando nel merito dello scempio urbanistico che ha assediato Tuvixeddu nel corso degli anni. E’ stato mortificante assistere alla mancanza di argomentazioni, sia dell’assessore Campus che della dott. Mureddu, davanti all’evidenza dei documenti presentati, dello scempio e della superficialita con cui sono state date le concessioni di edificazione in un’area così importante. Questi signori hanno fatto discorsi fumosi e astratti rasentando il balbettio e il grottesco per l’imbarazzo di non avere giustificazioni credibili. “Le fioriere di cemento di 6 metri non distruggono le tombe ma le tutelano”, in sostanza questo era il discorso della Mureddu! Campus ha detto che nessuno può avere certezze su Tuvixeddu ma solo dubbi e che esistono delle regole da rispettare. Magari questo discorso avrebbe dovuto dirlo a Cualbu e al suo Sindaco!

  5. Elio Pillai scrive:

    Alla Redazione
    Perche’ non prendete o prendiamo l’iniziativa per lanciare una petizione al Presidente Soru dove si chiede di aprire subito le trattative per l’acquisto di Tuvixeddu?
    Soru tratti con la coimpresa in modo trasparente consentendo ai cittadini di conoscere gli sviluppi della trattativa.
    Per esempio,si possono destinare al fondo per l’acquisto quei 50/60milioni di euro destinati a “Sardegna fatti bella”,se non bastano usi altri fondi della Regione per acquistare questo sito importantissimo.
    Questo è un modo migliore per fare bella la Sardegna.
    Mandi gli avvocati a trattare, se non vuole farlo lui,ma apra la trattativa.
    Vediamo se Cualbu si ostina a voler mantenere la proprieta’ anche nel caso di una proposta di acquisto da parte della Regione.
    Perche’ penso che nel caso di un rifiuto della Coimpresa,ci sara’ un maggiore consenso è una maggiore sensibilizzazione dei cagliaritani e di tutti sardi a favore della tutela di Tuvixeddu e sara’ piu’ “facile”passare ad azioni clamorose come l’occupazione permanente del sito.
    Mettiamo la Coimpresa con le spalle al muro,finiamola con le disquisizioni giuridiche che non portano a nulla,ma salviamo Tuvixeddu per inserirlo tra i siti protetti dall’Unesco.
    Io credo che questa sia una strada da seguire e secondo me neppure la piu’ difficile.
    Tanto sappiamo tutti che su tutta questa vicenda la Regione,comunque sia, dovra’ pagare un prezzo,tanto vale affrontarlo subito con determinazione.

    Red.: La strada della trattativa e dell’acquisto è da più parti, e anche da noi, sostenuta.

  6. Marcello Madau scrive:

    C’è una bella pagina nell’Unità di oggi su Tuvixeddu, con richiamo in prima, nella quale si rimanda al nostro appello.

  7. Andrea Nurcis scrive:

    Chi può aiutarmi per capire che fine abbia fatto quella più volte annunciata costituzione della Commissione al Paesaggio, che la Regione Sardegna, secondo quei criteri indicati nella sentenza del Consiglio di Stato, avrebbe dovuto intraprendere per la creazione di quella legge che avrebbe definitivamente messo i vincoli su tutta l’ area di Tuvixeddu-Tuvumannu?

  8. Marcello Madau scrive:

    E’ necessario, come è noto, un provvedimento legislativo e non una delibera di giunta. Ciò richiede tempi, che in ogni caso appaiono lenti. Aggiungo: la commissione regionale per il paesaggio è necessaria a prescindere da Tuvixeddu, se la Regione – e molti altri potranno essere i casi – vuole esercitare pienamente e correttamente le sue prerogative e tutelare il nostro patrimonio culturale e paesaggistico.
    La tensione che si avverte è forte, gli ostacoli frapposti non pochi, la destra cerca di costituire irresponsabilmente
    un processo pre-elettorale che solo un approfondimento sugli ultimi decenni di tutela a Tuvixeddu e a Cagliari potrà correttamente inquadrare. Ma la formalizzazione della commissione d’inchiesta è una degenerazione politica che solo – e giustamente – Rifondazione Comunista ha criticato.
    Intanto abbiamo toccato 1500 firme per la petizione. Un risultato importante. Vi chiediamo un ulteriore sforzo, perchè anche questa azione democratica, consapevole, appassionata e nazionale, si sta dimostrando preziosa per la difesa di Tuvixeddu.

  9. Andrea Nurcis scrive:

    “E a dir della tutela di Tuvixeddu!”
    Domenica 19 ottobre a Mantova, c’è stato il congresso nazionale dei soci di Italia Nostra intitolato “Il primato della tutela” in cui si è dato grande rilevanza al problema di Tuvixeddu.
    Come saprete Tuvixeddu è stato inserito all’interno della campagna
    nazionale di Italia Nostra “Paesaggi sensibili”, in cui vengono
    segnalati cinquanta luoghi ancora da salvare, per riaffermare, nel 60°
    anniversario della Costituzione, il proprio impegno in difesa del paesaggio
    e del patrimonio storico e artistico della nazione che l’articolo 9
    riconosce tra i fondamenti dell’identità del Paese.
    Art. 9
    La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

    Il problema di Tuvixeddu è entrato in un dibattito nazionale che ha toccato vari aspetti dell’attuale situazione italiana nella gestione dei beni culturali.
    Nell’intervento del vicepresidente venivano suggeriti alcuni modi per finanziare le casse del Ministero che sono sempre più al verde. Questo per dire come Italia Nostra rappresenti un’istituzione che in molti casi ha uno scambio estremamente costruttivo col governo. E’ strano, anzi vergognoso come invece il Comune di Cagliari e la Soprintendenza archeologica nella vicenda di Tuvixeddu abbiano considerato Italia Nostra un fastidio rifiutando ogni tipo di dialogo e collaborazione.

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