Presentazione del numero 44
17 Febbraio 2009Se i valori vincenti si basano sul potere del denaro sulla democrazia, l’elogio della speculazione e la barbarie culturale, il fatto che prevalgano in Sardegna ci deve far riflettere a lungo. Tra due padroni, un popolo in crisi ha scelto quello più forte, arrogante, non democratico. Da questo punto di vista, la sconfitta politica e culturale del Partito Democratico è assai grave. Ci attende un compito delicato: ricostruire la sinistra, proporre obiettivi di liberazione e vigilare sulla democrazia essendo minoranza, allargando campo di analisi e alleanze al pieno scenario di una crisi globale. E’ una discussione che sarà centrale nei nostri spazi.
Contributi di Antonello Murgia, Pier Luigi Carta, Raffaello Ugo, Manuela Scroccu, Franco Uda, Roberto Loddo, Marcello Madau, Massimo Mele, Antonio Mannu. Buona lettura.
18 Febbraio 2009 alle 20:14
Al quotidiano Il Manifesto
Al Manifesto sardo “on line”
Dissento totalmente dalla linea equidistante fra i candidati tenuta dal manifesto sardo on line nella recente campagna elettorale.
Non ho apprezzato l’articolo di Marco Ligas sul manifesto nazionale il giorno prima del voto ( con soru la classe operaia non va in paradiso… ); ho inoltre trovato sempre freddo ed asettico Costantino Cossu.
Si è troppo disquisito con argomentazioni sottili sugli errori di soru, senza alcuna attenzione alle sostanziali riforme in materia di amministrazione regionale, bilancio, piano sui rifiuti, trasporti , incentivi agli universitari, piano paesaggistico, salute, servitù militari, fondo unico agli enti locali, interventi sulle fasce debolissime con assistenza domiciliare …Abbiamo intravisto un’idea di futuro diverso per i figli, che non fosse di emigrazione. E voi, monotematici, a fare disquisizioni sulla statutaria.
Boh !! Veramente non vi ho capito.
Adesso al piano paesaggistico e Tuvixeddu ci penserà Cappellacci. Che tristezza.
Maria Antonietta Pisanu – Nuoro
19 Febbraio 2009 alle 08:08
Cara M. Antonietta,
è evidente il tuo disappunto per la sconfitta elettorale, ma non devi per questo alterare le posizioni dei tuoi interlocutori. Se leggi con attenzione gli articoli apparsi sul manifesto e sul manifestosardo non ne troverai uno che sostiene una linea di equidistanza tra Soru e Cappellacci. Non capisco quindi perché muovi questa critica. Io penso che dovremmo tutti, senza saccenteria, cercare le ragioni di quel che succede nel nostro paese, Sardegna compresa; dobbiamo fare questo sforzo perché non abbiamo ancora colto sino in fondo i cambiamenti che sono intervenuti nella società italiana negli ultimi decenni. E’difficile affrontare questa analisi in 1500 battute, ma ritorneremo su questi temi. È certo che nelle nostre comunità si sono radicati valori fondati sull’individualismo e sulla concorrenza; la solidarietà è cosa sempre più rara, prevale il calcolo per raggiungere a tutti i costi posizioni di privilegio, anche emarginando i più deboli. La crisi economica, o del capitalismo come dicevamo in passato, fa da cornice e alimenta questi processi. Davanti a tutto ciò la democrazia è diventata un optional. Difenderla non significa disquisire. Soru è entrato all’interno di questo sistema per gestirlo a modo suo, non per restituirgli credibilità. E i suoi compagni di partito non hanno fatto di meglio. Questo è il senso dell’affermazione ‘Anche con Soru la classe operaia non andrà in paradiso’.
20 Febbraio 2009 alle 14:03
Mi sento di difendere Maria Antonietta e tutti coloro che da questo blog sono stati “rimproverati” di “tifoseria calcistica” nel sostenere chiaramente le elezioni di Soru. Se anche con Soru la democrazia, secondo il ragionamento di Ligas, era un “optional” mi chiedo cosa sia adesso questa democrazia con Cappellacci e la sua congrega. Ma non voglio fare nessuna polemica se non ricordare che a questo punto ci sono delle urgenze da affrontare. Infatti se tutta la sinistra sta facendo le sue analisi su questa sconfitta, la destra sta gia mettendo le basi per le sue operazioni speculative e per smantellare il ppr. Forse bisognerebbe concentrarsi su questi punti: come difendere il piano paesaggistico regionale e che tipo di lotte portare avanti per opporsi alle operazioni nefaste preannunciate da questa destra?. Da poche ore Soru ha annunciato la sua intenzione di rimanere in Sardegna e continuare a fare politica portando avanti l’opposizione all’interno della Regione. Io spero che in questo momento, nella sinistra sarda ci sia meno ambiguità e più compattezza, per costruire una forte opposizione alle operazioni della giunta Cappellacci. E vorrei invitare tutti, compresi i compagni del manifestosardo a dare un contributo dentro questo percorso.
22 Febbraio 2009 alle 00:47
PPR: la gente non è fessa, una cosa è salvaguardare, altro è chiudere in cassaforte. Se si profilasse lo scempio, tutti i sardi si solleverebbero, alla faccia del voto. Vigilare, dunque, senza pregiudizi, e mobilitare con argomenti credibili.
RIFIUTI: quando gli Indipendentisti manifestavano, sono stati accusati di fare il gioco della Destra. Sono argomenti?
La coerenza e il coinvolgimento della popolazione costano duri sacrifici e scelte coraggiose, mai campate in aria; ma alla lunga arrivano i risultati. In caso contrario…débacle, come dice la Voce di Melis.