Prime riflessioni sull’ONDA (2)
16 Dicembre 2008
Vincenzo Pillai
Potremmo porre l’inizio ideale della seconda fase con le dichiarazioni di Cossiga su come infiltrare il Movimento per distruggerlo ( un regalo insperato ), con la provocazione fascista in piazza Navona,con la decisione di affidare a Licio Gelli un programma televisivo sulla storia degli ultimi 50 anni. Ora i mass-media parlano ampiamente del movimento per esaltarne soprattutto il suo carattere antipartito in sintonia con l’attacco che Berlusconi fa ai BARONI del’università con il tono stizzito di chi si sente tradito da un possibile alleato: Il manifesto e Liberazione propongono una corretta interlocuzione ma non sono letti a livello di massa : non c’è più l’eschimo ma nemmeno il giornale di sinistra nelle tasche dei militanti. In Sardegna questa scelta, che fa dell’antipartitismo un valore e porta al contempo a presentare liste di centro o con un coacervo di presenze contraddittorie per le elezioni dei delegati di ateneo, è particolarmente forte in alcuni istituti dell’università di Sassari, ma ha peso anche a Cagliari dove, dopo la richiesta di rimandare la data delle elezioni (respinta dal Rettore), non si è sviluppata una vera battaglia politica per farle saltare e affermare il ruolo centrale dell’assemblea degli studenti che sceglie i propri portavoce superando la figura del rappresentante di lista e il suo ruolo istituzionale. In questa fase si accentua la rottura fra CGIL e altri sindacati confederali senza che si realizzi una unità, almeno operativa, con i Cobas. Si arriva al punto che in Italia Berlusconi fa incontri separati e semiclandestini con CISL e UIL e che a Cagliari la CISL ritiri all’ultimo momento , con volantini già distribuiti, la propria adesione alla manifestazione della scuola del 14 settembre e che la CGIL faccia nello stesso giorno anche una manifestazione della funzione pubblica senza gli altri confederali. Malgrado tutto questo, ovunque le manifestazioni riescono pienamente dando alla CGIL allo stesso tempo grande ruolo ma anche grande responsabilità: sia per evitare di essere considerata troppo invadente dagli studenti, sia per la responsabilità di come condurre le trattative future; un passo falso ( ad esempio sullo sciopero) comprometterebbe tutto il lavoro svolto e le modalità con cui il PD sviluppa la sua opposizione istituzionale possono costituire, soprattutto per la CGIL un terreno molto scivoloso. Lo sciopero generale dichiarato da CGIL e COBAS, per il 12 dicembre, anche se con cortei distinti a Roma, sarà un banco di prova fondamentale e potrebbe essere l’avvio della terza fase dello scontro; è, infatti, il primo appuntamento con quasi tutti i soggetti sociali in campo, in una data-simbolo che ricorda come lo stato reagì con lo stragismo al processo di saldatura che si andava realizzando fra movimento operaio e movimento studentesco. Se fosse possibile fissare in una fotografia ciò che è invece in grande movimento, potremmo dire che:
1)l’Onda sembra avere le caratteristiche fondamentali per andare avanti, non è alta,al punto di frangersi e travolgere tutto; è quello che i marinai chiamano mare lungo. Il testo approvato dall’assemblea nazionale è ormai una piattaforma completa che per ora può essere definita antisistema.
2)Il contesto in cui l’onda avanza è una recessione economica che non solo riduce progressivamente il potere d’acquisto dei salari, non dà prospettive di occupazione stabile ai precari, ma mette in discussione i livelli occupativi delle grandi fabbriche.
3)L’onda avanza su un terreno istituzionale disastrato dalla caduta verticale di credibilità dei partiti, dei loro dirigenti: attraverso un pericolosissimo percorso che fa di ogni erba un fascio ed alimenta quindi ,contemporaneamente, critica rigorosa e qualunquismo; né si vede, allo stato attuale, quale dei due otterrà l’egemonia sul movimento.
4)L’onda avanza in un contesto internazionale che, sia per la crisi economica ma non ancora politico cultuale del liberismo , sia per la novità rappresentata dall’elezione di Obama, giocherà un ruolo importante nella maturazione politica dei giovani dello ’08.
5)La non ingerenza formale dei dirigenti dei partiti extraparlamentari, con la loro esaltazione delle cose che tutti abbiamo da imparare dall’ONDA, dovrà trovare una modalità nuova quando tutti i nodi verranno al pettine con la discussione sulla finanziaria. L’onda sarà solo uno dei tanti movimenti ; il più importante solo se saprà saldarsi con le rivendicazioni dei lavoratori spinti dalla crisi fuori dalle fabbriche e con una possibile rivolta del ceto medio di cui è assai difficile capire se e come entrerà in gioco nel conflitto democratico, in presenza di un probabile populismo berlusconiano, infarcito di paura del futuro e di promesse al ventre del ceto medio.