Primu Maju a Porto Torres
26 Aprile 2016Redazione
L’associazione Heliogabalus organizza a Porto Torres, con il patrocinio del Comune di Porto Torres, e con il contributo della Fondazione di Sardegna, per il 1° maggio 2016, una giornata di festa, di incontro per bambini e di gioco, ma anche discussione e confronto sociale, arte e artigianato e grande musica.
Per la proposta artistica sono stati selezionati soggetti che, ognuno nella propria area di competenza, esprimano un carattere coerente con gli obbiettivi della giornata. Gli ambiti di riferimento sono la musica, la letteratura, l’esposizione d’opere, il teatro, l’artigianato ed il cinema.
L’appuntamento dedicato alla letteratura, che insieme alla presentazione generale del programma darà il via all’intera giornata, vuole presentare il romanzo (per meglio dire i romanzi) di uno tra gli autori che probabilmente meglio interpreta il significato base delle intenzioni di tutto il nostro progetto. L’autore, Andrea Atzori, nato a Cagliari e cresciuto a Carbonia e residente in Germania, parlerà della sua opera Iskida e la terra di Nurak, e dei risvolti riguardanti la “reale identità di un popolo”, per dirla con parole sue.
I principali musicisti fin’ora impegnati sono:
AREA open project TRIO In evoluzione permanente dai primi anni ’70, il progetto AREA si presenta al 1MAJU in una delle sue forme più intriganti: l’Open Project trio. Per descriverli si deve chiamare in causa il jazz, il rock, il progressive, la world music (che allora non esisteva neppure come definizione), l’avanguardia, la pura sperimentazione, la canzone politica. Accanto ad un ricercatore creativo e coerente come il tastierista PATRIZIO FARISELLI, troviamo il grandissimo MARCO MICHELI al basso ed un fenomeno dei poliritmi come il batterista WALTER PAOLI.
Area Open Project TRIO è la prosecuzione dell’esperienza del Reunion Tour, incominciato nel 2010 e conclusosi nell’estate 2014 e che ha annoverato numerosi concerti in tutta Italia, Europa, USA e Giappone. Open Project significa più spazio alla creatività, all’esecuzione di nuovi brani e alla frequentazione di un repertorio insolito, ma non per questo meno esaltante, come i brani del mitico album Chernobyl 7991.
Open Project significa anche apertura a musicisti nuovi, ospiti speciali e collaborazioni stabili. A partire dalla partecipazione di Marco Micheli al basso elettrico. Saldamente alle tastiere, più sintetiche che mai, troviamo Patrizio Fariselli; alla batteria troviamo Walter Paoli, batterista degli AREA dall’inizio del Reunion Tour: sarà pronto a stupirci con groove e poliritmi infernali. Si apre quindi una nuova fase creativa per gli AREA, un’evoluzione rispetto all’esperienza degli ultimi anni, sempre in linea e coerente con la propria identità musicale di laboratorio artistico e umano, culturale e politico.
CESARE BASILE e I CAMINANTI (premio TENCO 2016)
Cantautore siciliano di straordinaria bravura ed eleganza. Vincitore dell’ultima edizione del Premio Tenco con l’album “Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più”.
«Questo disco – ha scritto Giuseppe Pagano su Fatto Quotidiano ha un’integrità morale e una forza artistica che hanno pochi pari nel cantautorato italiano, e suona secco come le frustate date da Cristo ai mercanti del Tempio. Non a caso fionda e rosario figurano nell’artwork, alludendo alla preghiera e all’invettiva come mezzi degli ultimi per chiedere giustizia sociale». sarà accompagnato sul palco da Simona Norato (piano elettrico) e Massimo Ferrarotto (batteria e percussioni) Luca Recchia (basso)
PAOLO ANGELI
Nato nel 1970, inizia a suonare la chitarra a 9 anni. Folgorato dall’incontro con Giovanni Scanu – chitarrista di Luras scomparso all’età di 95 anni – apprende le forme e i moduli del canto a chitarra gallurese e logudorese. Dall’incontro-scontro tra avanguardia extra-colta e tradizione popolare nasce la chitarra sarda preparata: strumento orchestra a 18 corde – ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria – dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile. Con questa singolare propaggine – costruita nel CROM di Francesco Concas – Paolo rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile. Ha suonato e registrato per Radio Rai Tre, Radio Rai due, BBC 3, NPR (Usa), si esibisce continuativamente nei festival, teatri, gallerie, avant-jazz club di Europa, Canada, Stati Uniti, Russia, Brasile. E per la prima volta nel 2016 si esibirà in Sardegna proprio per il nostro 1 MAJU.
Siamo poi orgogliosi di poter annunciare la partecipazione come ospite internazionale di MUBIN DUNEN, importante musicista kurdo-turko che porta avanti un suo progetto inedito, rivisitando una tradizione che ripercorre le sonorità delle origini armene della sua famiglia.
Sarà sostenuto da altri due musicisti sardi, con cui porta avanti il progetto in trio: il sassarese Alessandro Zolo (Orchestra Jazz Sardegna, Nasodoble) e il sangregoriano Giancarlo Murranca, studioso sardo di atmosfere e percussioni etniche (darbouka, bendhir).
PIERO MARRAS
E’ nato a Nuoro, ma le origini sono di Sassari. Poi Cagliari l’ha fatto suo. E’ considerato il precursore e l’esponente più importante della musica etnica sarda.
CORDAS ET CANNAS
Il gruppo Cordas et Cannas nasce ad Olbia nel 1978-1979 dall’incontro di musicisti con percorsi musicali differenti, ma con intenti precisi.
Essi operano presto nella rivalutazione della musica in limba dei poetas et cantadores sardi, realizzando una lunga serie di concerti in tutta la Sardegna presentando le loro composizioni musicali ispirate alla tradizione Sarda, che i Cordas et Cannas hanno reso popolare in forma attuale vicina alle nuove generazioni.
ERGOBEAT Ci Sarà poi la grande inaugurazione della stagione 2016/2017 del “POETRY SLAM Sardegna”, con tutti i finalisti sardi e con VINCENZO COSTANTINO CINASKI come ospite ideale, accompagnato sul palco da due suoi musicisti di fiducia.
TRE AMICI IMMAGINARI Una menzione speciale al conduttore della serata, l’attore ed artista poliedrico algherese IGNAZIO CHESSA, spalleggiato da NICOLA VIRDIS.
Crediamo sia poi opportuno dire che l’intera manifestazione ha lo scopo di promuovere un’economia del territorio basata su un lavoro sostenibile in una città simbolo per la Sardegna. Porto Torres vive, ora che Eni vuole abbandonare il territorio, un profondo conflitto interno che la vede divisa tra chi paventa il deserto e la fame in assenza della chimica, e chi, invece, sostiene che le risorse territoriali ed umane siano ampiamente abbondanti per sviluppare nuove prospettive economiche per la comunità, al di là dell’industria chimica. A nostro avviso, i noti processi disgregativi degli ultimi 50 anni del territorio del nord-ovest della Sardegna hanno raggiunto il più basso livello di tollerabilità, e potrebbero essere il grimaldello per una “rinascita” in cui l’individuo e i suoi valori possano riequilibrarsi con la comunità e col territorio stesso (Porto Torres, per l’inquinamento prodotto dai petrolchimici, è stata di recente dichiarata S.I.N.).
Facendo i conti con un passato in qualche modo rigoglioso ma comunque patrigno, ci si pone l’obbiettivo di innescare un processo virtuoso che possa far partire da un lato le bonifiche delle zone industriali contaminate e, dall’altro, individuare nuovi modelli di sviluppo, sostenibili, che trovino la propria vocazione nel territorio e nelle risorse che lo costituiscono, e che facendo leva sugli errori del passato siano votati all’assoluto rispetto del contesto ambientale e sociale.