Santa Lucia luntana
1 Agosto 2010
Stefano Deliperi
In questi giorni è stato notificato il ricorso (curato dall’avv. Lia Pacifico) davanti al T.A.R. Sardegna avverso il piano urbanistico comunale di Siniscola (NU) da parte di due cittadine del piccolo borgo di Santa Lucia (in rappresentanza degli aderenti al locale Comitato di tutela). Si tratta dell’ultimo atto, finora, effettuato per ottenere il rispetto delle normative comunitarie, nazionali e regionali per il coinvolgimento dei cittadini nelle procedure di approvazione degli strumenti di pianificazione urbanistica. A Siniscola, infatti, è andata diversamente. Già due mesi fa le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra insieme al locale Comitato Salviamo Santa Lucia avevano inoltrato (27 maggio 2010) alla Commissione europea un ricorso per verificare il rispetto della normativa comunitaria sulla valutazione ambientale strategica – V.A.S. riguardo il piano urbanistico comunale – P.U.C. siniscolese. Il ricorso è stato inoltrato anche alla Direzione generale delle Valutazioni Ambientali del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, alla Direzione generale regionale per la pianificazione urbanistica e territoriale, al Servizio regionale valutazione impatti per i provvedimenti di competenza. Infatti, l’Amministrazione comunale di Siniscola ha approvato il fondamentale strumento di programmazione e gestione urbanistica del proprio territorio in assenza del preventivo e vincolante procedimento di V.A.S. Il P.U.C., secondo le procedure degli artt. 20-21 della legge regionale n. 45/1989 e s.m.i., è stato prima adottato dal Consiglio comunale (deliberazione n. 31 del 27 luglio 2009), poi approvato definitivamente con la considerazione delle “osservazioni” presentate insieme al rapporto preliminare V.A.S. (deliberazione n. 11 del 29 marzo 2010), infine ha visto un ulteriore approvazione visto che era stato tralasciato l’esame di quattro “osservazioni” regolarmente presentate (deliberazione n. 13 del 20 aprile 2010). Si ricorda che la valutazione ambientale strategica – V.A.S., prevista dalla direttiva n. 2001/42/CE, interessa piani e programmi aventi effetti sensibili diretti ed indiretti sull’ambiente e le varie componenti ambientali (decreto legislativo n. 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni), mentre la Regione autonoma della Sardegna ha opportunamente dato recentemente avvìo alle proprie competenze in materia. La V.A.S. vede la fondamentale partecipazione di cittadini, associazioni, comitati. La conclusione del procedimento di V.A.S. è precedente e vincolante all’approvazione definitiva ed all’efficacia dei piani e programmi ad essa assoggettati. Infatti, “la valutazione ambientale strategica e’ avviata dall’autorita’ procedente contestualmente al processo di formazione del piano o programma” (art. 11, comma 1°, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.). E ancora, “La fase di valutazione e’ effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua approvazione o all’avvio della relativa procedura legislativa. Essa e’ preordinata a garantire che gli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione di detti piani e programmi siano presi in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro approvazione” (art. 11, comma 3°, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.). Invece, il Comune di Siniscola (nota n. 802 del 12 gennaio 2010) ha espresso l’intenzione di svolgere la procedura di V.A.S. “successivamente alla seconda adozione comunale”, procedura palesemente illegittima e, comunque, tuttora non avviata. Eppure, nonostante numerosi esempi negativi, sono diversi i Comuni della Sardegna ad aver legittimamente avviato la procedura di V.A.S. contemporaneamente con l’avvìo della procedura di elaborazione del nuovo piano urbanistico comunale: l’esempio del Comune di Quartu S. Elena appare di significativo rilievo, avendo attivato uno specifico forum di ascolto per reperire utili proposte in merito. Per il piano urbanistico di Siniscola la procedura di V.A.S. assume un’importanza fondamentale in quanto la previsione entro l’attuale pineta litoranea (realizzata a partire dal 1934 con finalità di difesa idrogeologica) di due strutture a carattere ricettivo e servizi connessi (mc. 20.584 complessivi su un’area di circa 6 ettari), viabilità, parcheggi, servizi, l’incremento delle volumetrie per servizi pubblici (10%) entro i campeggi esistenti, la realizzazione di strutture residenziali permanenti (30% della ricettività) entro i medesimi campeggi ha determinato una dura contestazione popolare raccolta intorno al Comitato Salviamo Santa Lucia con una petizione che ha attualmente raccolto oltre 6.000 adesioni. Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno già ottenuto pronunciamenti interlocutori negativi sulla vigenza del P.U.C. di Siniscola da parte della Direzione generale regionale per la pianificazione urbanistica e territoriale, al Servizio regionale valutazione impatti e del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare. Tuttavia, una domanda molto semplice sorge spontanea: non è che l’abolizione dei controlli amministrativi sugli atti degli Enti locali avvenuta in seguito alla riforma del Titolo V della Costituzione (legge costituzionale n. 3/2001) ha trasformato i più di 8 mila sindaci e presidenti di provincia in altrettanti potenziali dittatorelli, costringendo i cittadini alla costosa giustizia amministrativa per tutelare le proprie ragioni, anche le più evidenti?