Quando la stampa non è al servizio della pace
16 Ottobre 2015Roberto Mirasola
Pubblichiamo la lettera di risposta di Roberto Mirasola alla lettera apparsa lunedì 19 ottobre su L’Unione Sarda. Una lettera di cattivo gusto firmata dal sig. Alessandro Matta che ha contestato l’incontro con il Prof. Ilan Pappé durante i lavori del convegno “Cagliari città del dialogo e della pace”. Il quotidiano ha pubblicato la risposta di Roberto Mirasola ma sbagliando il suo nome. (Red)
Francamente sorprende un così violento attacco ai convegni del 16 e 17 ottobre scorso. Sorprende perché già il titolo del convegno di venerdì dovrebbe essere di per se chiaro: “Cagliari città del dialogo e della pace”, l’intento era ed è dunque ragionare sui percorsi di pace da mettere in campo. Ci è stato chiesto quale sia la pace proposta e al contempo viene data anche la risposta, giungendo a conclusioni negative. Per avere le giuste risposte bastava partecipare e dire la propria, nessuno ha mai pensato di porre veti. Visto il tema delicato, il comitato organizzatore ha provveduto a dare il massimo risalto possibile invitando cittadini, istituzioni e stampa. E vista l’importanza del tema saremmo stati contenti di sentire l’opinione di tutti. Come si può dunque argomentare se non si è a conoscenza dei fatti? È chiaro che siamo di fronte ad un pregiudizio di partenza che molto probabilmente è legato solo alla presenza dell’ospite: il Prof. Ilan Pappe’. Ed è per questo che si ha l’impressione che lo si voglia delegittimare. Ora, chi volesse sapere chi è il Prof. Pappe’ può tranquillamente digitare YouTube e vedere le innumerevoli interviste nonché convegni ai quali egli ha partecipato. A tal fine sorprende che essendo stato più volte ospite della BBC quest’ultima non si sia mai preoccupata di verificarne le competenze di storico evidentemente molto apprezzato in Inghilterra. La nostra stampa locale, d’altro canto, pur essendo stata invitata ha deciso di disertare l’evento. Peccato perché le oltre 400 persone che hanno presenziato nella due giorni hanno dimostrato invece sensibilità al tema e apprezzamento al relatore. La data del 16 ottobre 1943 è una pagina triste della nostra storia che purtroppo non potrà mai essere cancellata, ma francamente non capisco il collegamento con il convegno a meno che non si voglia sempre sostenere che parlare di Israele e Palestina significhi essere antisemiti. Vedete, stiamo facendo grandi passi in avanti per distinguere tra ebraismo, sionismo e antisemitismo, e possiamo affermare che “l’Italia Sono Anch’io” sarà sempre a difesa di chi è o si professa ebreo, convinti che una pace giusta non possa prescindere dal riconoscimento dei diritti umani per israeliani e palestinesi.
27 Ottobre 2015 alle 10:44
L’opinione espressa dal signor matta è semplicemente quella – tipicamente unilaterale – generalmente espressa da coloro che nel mondo ebraico “usano” l’olocausto come paravento, sempre e su qualsiasi tema. Spazzatura.