Quirra: nessun disastro ambientale
1 Agosto 2015Irene Masala
“L’aeronautica militare italiana si è dimostrata attenta alla tutela dell’ambiente”, questa la conclusione del Documento di valutazione dei rischi connessi alle attività militari, confermata durante la Conferenza dei Servizi che si è svolta nel Poligono Interforze Salto di Quirra (Pisq) il 21 luglio.
“Con l’approvazione del documento di valutazione del rischio si chiude un lungo, complesso ed articolato procedimento che costituisce il presupposto per poter riprendere a breve l’esercizio delle attività previste tese alla prontezza degli assetti operativi a tutela della sicurezza e difesa del paese”.
Con queste parole del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, il generale Pasquale Preziosa, termina la fase conclusiva dell’indagine condotta congiuntamente da autorità locali, provinciali, regionali e sanitarie della Regione Sardegna circa la situazione ambientale del Pisq. L’esito dei rilevamenti pare attribuire la presenza di sostanze nocive nelle aree militari alla conformazione litologica del territorio e non come conseguenza delle attività umane e militari portate avanti da decenni in quei terreni.
Data questa premessa, risulta superflua ogni attività di bonifica, non essendo riscontrabile sotto nessun profilo il disastro ambientale se non per circoscritte aree militari, all’interno delle quali sono state individuate delle sostanze nocive bonificabili con la semplice rimozione della parte superficiale del terreno. Per queste zone piccole e ben delimitate sarebbe anche necessaria un’azione di monitoraggio, sopratutto per quanto riguarda le falde acquifere sotterranee ad alto rischio di inquinamento.
Per ora il Documento di valutazione dei rischi rimane riservato e non è arrivato nessun commento a riguardo né dal mondo della politica né da quello della magistratura, che da tempo indaga sulla situazione del Poligono e sulle problematiche ad esso collegate.
L’esito della Conferenza dei Servizi potrebbe assumere una valenza significativa nell’ambito del processo, voluto dal Pm Domenico Fiordalisi che ha chiesto il rinvio a giudizio di sei ex generali succedutisi al comando del Poligono di Quirra. Processo sospeso dal giudice Nicola Caschili in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla legittimità della richiesta della regione Sardegna di costituirsi parte civile.
Non solo, al Documento di valutazione potrebbe far riferimento la “Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni”, la cui richiesta di istituzione è stata presentata alla Camera dei Deputati il 21 gennaio 2015, che andrà ad aggiungersi alle precedenti Commissioni di inchiesta Costa, Mandelli e Menapace.
Infine, l’assoluzione dell’aeronautica militare da ogni responsabilità di tipo ambientale relativa al poligono e la relativa ripresa delle attività di addestramento, potrà essere una spinta per tanti sardi e sarde in occasione del referendum consultivo sulle Servitù militari in Sardegna. L’iniziativa è stata proposta da un Comitato formato da diversi movimenti politici e associazioni che al momento stanno elaborando il quesito referendario e organizzando la campagna per la raccolta delle diecimila firme necessarie. “E’ giusto che il popolo sardo decida di autointerrogarsi su questi temi come non è mai successo dagli anni Cinquanta in poi. È l’esercizio di un diritto alla democrazia: la Sardegna deve esprimere un’opinione”, con queste parole Pierfranco Devias, esponente del Fronte Indipendentista Unidu, sostiene la decisione di proporre un referendum regionale sulla questione militare.
Documento di valutazione dei rischi, processo sui veleni di Quirra e referendum consultivo sono solo la cornice di un quadro che ritrae la popolazione sarda in una nuova fase di risveglio e di presa di coscienza, culminata nelle manifestazioni di Capo Frasca e di Decimo. Quella stessa popolazione che, dopo più di sessant’anni, si interroga sulla sostenibilità ambientale, economica, umana e sociale dei tre poligoni di addestramento più grandi d’Europa e delle servitù militari ad essi connesse.
E intanto a Quirra le attività militari possono riprendere indisturbate, senza alcun danno evidente per l’ambiente e la popolazione che le ospita!
Fonte immagine: iljournal.today