Restiamo umani: ancora in viaggio
1 Luglio 2011Fawzi Ismail*
Nonostante le pressioni e le minacce di violenza, la Freedom Flotilla II – Stay Human si accinge a salpare. Oltre 10 navi prenderanno il largo alla volta della Striscia di Gaza con a bordo centinaia di attivisti dei diritti umani e giornalisti di diverse nazionalità per sfidare il criminale embargo imposto da Israele contro la popolazione di Gaza.
Da più di 4 anni Israele assedia un milione e mezzo di persone trasformando Gaza nella più grande prigione a cielo aperto, forse unica nella storia umana se rapportata ai tempi, e impedendo la libertà di movimento di persone e merci da e per Gaza, una pratica criminale, contro ogni logica, che infrange la legge internazionale con effetti devastanti in vite umane e sofferenze quotidiane.
Tutto questo avviene con il silenzio complice della cosiddetta Comunità internazionale, la stessa che ha distrutto l’Iraq, l’Afganistan e oggi bombarda la Libia nel nome dei diritti umani e per proteggere i civili…ma come, i palestinesi non sono persone da proteggere dalla macchina da guerra Israeliana?
Paradossali risultano le accuse di estremismo rivolte dai diversi governi occidentali ai pacifisti che partecipano e sostengono la freedom flotilla, mentre considerano il criminale assedio di Gaza legittimo!
Certo, legittimo, come di legittima difesa si parlò per l’operazione piombo fuso, promossa da Israele nel dicembre/gennaio 2008/2009, nella quale furono assassinati più di1400 palestinesi, di cui 340 bambini, con il fosforo bianco.
Nelle ultime settimane i tentativi di bloccare la partenza della Freedom Flotilla II, da parte degli israeliani e dei loro alleati in Europa, sono stati intensificati, con intimidazioni e minacce di violenza verso i partecipanti, gli armatori, le compagnie di assicurazione.
La minaccia si è estesa anche ai giornalisti, coloro che parteciperanno non avranno l’accreditamento in Israele; nonostante ciò gli organizzatori e i partecipanti hanno risposto che
“L’assedio di Gaza deve finire. L’oppressione del popolo palestinese deve finire. Il mondo intero deve aprire finalmente gli occhi davanti al crimine di un milione e mezzo di persone rinchiuse nel più grande campo di concentramento mai conosciuto nella storia”.
Rischia di ripetersi ciò che è già accaduto.
Molti ricorderanno che lo scorso anno, un simile tentativo della I flotilla è stato bloccato dall’ intervento violento della marina militare israeliana che attaccò le navi dei pacifisti illegalmente, in acque internazionali, giustiziando in modo sommario 9 attivisti turchi che erano a bordo della nave Mavi Marmara. Da allora un numero crescente di organizzazioni, che rappresentano diverse religioni e nazionalità, si sono coordinate per la preparazione della Freedom Flotilla II.
L’obiettivo è quello di alleviare le sofferenze umane, è un atto di giustizia nei confronti della popolazione di Gaza per promuovere una campagna di informazione su scala mondiale sui diritti umani e sui crimini israeliani, perpetuati da più di 60 anni, nei confronti della popolazione palestinese. Incoraggiare le persone a conoscere meglio la situazione politica, sociale e umana della popolazione palestinese, in particolare l’assedio di Gaza, alzando la voce contro ogni crimine, smascherare l’ipocrisia degli amici di Israele, come il governo italiano, che considera il tentativo pacifico di rompere l’assedio illegale di Gaza “un atto che ostacola la pace in medio oriente” ma, guarda caso, lo stesso governo considera il massacro delle bambine e dei bambini di Gaza legittima difesa.
In risposta alle ingiuste accuse della macchina propagandistica sionista in merito al carico, medicine e generi alimentari non armi chimiche, e al fine di evitare ogni strumentalizzazione, gli organizzatori hanno invitato le Nazioni Unite a controllare direttamente il carico delle navi escludendo l’autorità di occupazione israeliana. L’offensiva diplomatica e mediatica, il sabotaggio di alcune navi, il continuo logoramento e il ritardo della missione dimostrano, da una parte, l’aggressività dello stato sionista e la complicità dei diversi paesi occidentali nel tentativo di impedire la partenza della flotilla e, dall’altra, il cinismo di Israele e dei suoi complici nel mantenimento dell’ assedio contro un milione e mezzo di persone, senza considerare i bambini che muoiono per mancanza di cibo e medicinali, ai quali viene negata anche la possibilità di recarsi all’ estero per le cure, segnando il destino di tutta la popolazione della Striscia.
Ecco perché bisogna sostenere, con tutti i mezzi pacifici, tutti coloro che con molto coraggio, hanno deciso di spendersi in prima persona imbarcandosi, affinché possono arrivare nel mare di Gaza dove saranno ricevuti dalla popolazione che da molto tempo è in attesa del momento in cui verrà rotto questo infame embargo, per dare un segnale a tutto il mondo che le persone di buon senso, con la volontà e la tenacia dell’essere umano, faranno trionfare la giustizia anche in Palestina così che l’esortazione dell’amico dei “Gazaw”, Vittorio Arrigoni, non si perda invano.
Vittorio con il suo esempio ci ha invitato a seguire la sua strada: non lasciate la gente di Gaza da sola.
Ma Gaza non è sola, molti nel mondo guardano a est del mediterraneo per vedere l’attracco della Freedom Flotilla 2 – Stay Human, dedicata proprio a Vittorio Arrigoni, ucciso in aprile, della quale fa parte la nave italiana Stefano Chiarini e altre imbarcazioni provenienti da Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Estonia, Lettonia, Svezia, Australia, Kuwait, Portogallo e Malesia.
Restiamo umani.
*Associazione Amicizia Sardegna Palestina