Riace non si arresta
3 Ottobre 2018[red]
Invitiamo tutte e tutti a rendere grande il presidio del 6 ottobre a Cagliari, indetto alle 16.30 in Piazza del Carmine in sostegno al sindaco di Riace Mimmo Lucano. Invitiamo tutte le organizzazioni ad aderire e mobilitarsi per fare capire al ministro della malavita e al suo governo dell’intolleranza che il nostro paese non è quello che lui immagina e vorrebbe.
Facciamo compredere a questo governo che la solidarietà e il senso di umanità non sono reati e possono sconfiggere l’odio. Mimmo Lucano è in stato d’arresto ai domiciliari, mentre alla sua compagna Tesfahun Lemlem è stato consegnato un divieto di dimora. Le accuse sono di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta rifiuti, mentre sono cadute tutte le più gravi contestazioni ipotizzate dalla procura di Locri, come malversazione, truffa ai danni dello Stato e concussione. Resta un castello di accuse alquanto fragile per motivare un provvedimento di tale gravità. Che segue peraltro i continui attacchi anche personali che il Ministro degli interni Salvini conduce provocatoriamente contro il sindaco di Riace. L’intento è quello di mettere sotto accusa il modello di integrazione che si è sviluppato a Riace. Ciò che il mondo ci invidia, facendone oggetto di studio e di esempio positivo e originale, qui viene criminalizzato. “L’accoglienza e l’integrazione non possono essere a tempo determinato” ha più volte dichiarato Mimmo Lucano. Grazie a questo sistema di accoglienza e di integrazione si possono ripopolare e fare rivivere molti paesi del Sud e della dorsale appenninica, abbandonati per i processi di inurbamento della popolazione. Si può dare vita a un modello di sviluppo dell’economia reale, basato sulla solidarietà e il rispetto pieno e la tutela dell’ambiente. Riace rappresenta la spia di un nuovo possibile e realistico modello di società, di convivenza fra diversi, di nuovo sviluppo economico. Ed è tutto questo che si vuole colpire. Come già si era visto nel blocco dei fondi destinati al comune. La posta in gioco non è dunque solo la solidarietà ai migranti e a un uomo e una donna che hanno dedicato la loro vita a questa causa, ma l’idea e la possibilità di una diversa società.
Per questo siamo profondamente solidali con Mimmo Lucano e a Tesfahun Lemlem. Ma indignarsi non basta. Reclamiamo l’immediata cessazione dei provvedimenti restrittivi nei loro confronti.