Ricordando Giorgio Baratta
1 Febbraio 2010
Francesco Carta
La figura di Giorgio Baratta è stata ben ricordata il 22 gennaio da Guido Liguori sul Manifesto e da Fabio Frosini su Liberazione , entrambi studiosi di Gramsci , vicepresidente della IGS Italia il primo e allievo di Giorgio il secondo, entrambi collaboratori della IGS (International Gramsci Society) di cui Giorgio era presidente. Non sono un gramsciologo ma un semplice estimatore di Gramsci, fortemente stimolato da Giorgio in questa ricerca; lo voglio ricordare per l’impegno comune profuso nella costituzione della Rete associativa Terra Gramsci – IGS Sardegna , “dalla Sardegna al mondo dal mondo alla Sardegna”, di cui Giorgio era Presidente, fondatore e principale animatore. Nel 1987, attorno al 50° anniversario della morte di Gramsci, in alcune città europee tra cui Londra, Berlino, Amburgo, Barcellona , Roma ,Formia e in alcuni paesi extraeuropei come gli stati Uniti, il Brasile, l’Argentina , l’Australia , il Cile si è dato luogo ad una impetuosa, spontanea internazionalizzazione della fortuna di Gramsci. Si è costituita così la International Gramsci Society (IGS). Conobbi Giorgio il 27 aprile 2003 in un convegno di studi organizzato a Ghilarza dal Partito della Rifondazione Comunista sul tema “Rileggere Gramsci nel tempo della globalizzazione”. Nel 2003 a Ghilarza, fui attratto dal modo con cui oltre 10 studiosi della IGS ci proponevano una rilettura di Gramsci, tra gli autori italiani più letti al mondo , persino negli U.S.A. e in Giappone. Ci dissero che Gramsci è considerato il massimo studioso della filosofia della prassi e della emancipazione delle classi subalterne, per questo studiato in India e in America latina. Basta fare una ricerca su Google e su Gramsci compaiono oggi 1.620.000 voci. Nel 2003 a Ghilarza Giorgio disse : “sarebbe bello” fare un convegno internazionale in Sardegna, fare arrivare studiosi da tutto il mondo e studiare Gramsci nella sua terra, dove visse da giovane. Nel 2007 il 3° congresso mondiale della IGS si tenne tra Cagliari e Ghilarza, in occasione del settantesimo anniversario della morte: vi parteciparono circa 100 studiosi provenienti da tutto il mondo. Il 2007 vede il ritorno di Gramsci in Italia e in modo particolare in Sardegna , 20 anni dopo la nascita della IGS. Giorgio disse: “sarebbe bello” che dopo le grandi iniziative gramsciane ,in tutta la Sardegna si costituisse una associazione che si proponesse di diffondere a tutti i livelli , non solo accademici, il pensiero gramsciano con iniziative permanenti e itineranti e di promuovere un “nuovo senso comune”. Grazie all’incontro tra la IGS, le associazioni gramsciane sarde, significative iniziative nei comuni della Barbagia e i “Ragazzi della speranza” nasce, come filiazione della IGS, “Terra Gramsci”. Si costituisce formalmente presso la Facoltà di Scienze politiche di Cagliari il 3 gennaio 2008. “E’ una rete che ha il suo cuore nella aggregazione di Comuni, Associazioni, Iniziative in Barbagia: Presso il Comune di Gavoi si istituisce la principale sede operativa, a Roma la Presidenza (Giorgio Baratta) , ad Austis (e Oristano) la segreteria organizzativa. Interlocutori privilegiati sono le Associazioni Gramsciane, la Fondazione Istituto Gramsci, le scuole, i Comuni, Associazioni Culturali e Artistiche, recentemente la Camera del Lavoro di Milano. “Finalità di Terra Gramsci è la sperimentazione e la formazione di un nuovo senso comune, che riconosca la centralità di idee-guida capaci di opporsi alla egemonia della costruzione mediatica oggi imperante, alla confusione letale tra pubblico e privato, tra economia e politica, tra sovranità e diritto. Ci riferiamo alla necessità di rilanciare il concetto di bene comune, dentro un lungo e complesso percorso. Proponiamo Gramsci per la sua capacità di leggere il proprio tempo e di coinvolgerlo nelle lotte democratiche per la trasformazione della società esistente”. Questo ha scritto Giorgio Baratta recentemente, per chiedere l’adesione alla nostra associazione. Giorgio, conoscitore e innamorato da sempre della Sardegna, attraverso gli studi gramsciani e il lavoro di Presidente della IGS e di Terra Gramsci, rafforzò il suo interesse culturale e il suo legame per l’isola. L’ottimismo della volontà e l’entusiasmo coinvolgente erano caratteristici della personalità umana e intellettuale Giorgio, che emergevano anche nelle situazioni difficili insieme al suo sorriso, il suo “sarebbe bello poter fare….” Un amico comune ha definito Giorgio un “costruttore di utopie”. “Costruttore” grazie alla sua passione per il genio di Leonardo, l’arte e la musica; “di utopie” grazie alla sua passione per la filosofia. Voleva portare Gramsci al di fuori della accademia, dove spesso è stato relegato, per favorire la consapevolezza che la cultura e lo studio sono fondamentali per la presa di coscienza delle classi subalterne, che si devono impossessare anche della “cultura alta”. Pasquale Voza ha definito Giorgio un “comunista dentro”, interiore, non simbolico ed esteriore. Era generoso e disinteressato. Amava la vita in tutti i suoi aspetti. Non ha mai visti difficoltà insormontabili. Era gentile e faceva sentire il suo interlocutore importante e unico, perché aveva la grande capacità intellettuale e umana di cogliere l’unicità di ciascun individuo. Con l’ottimismo della volontà ha affrontato anche la sua malattia , con grande dignità, coraggio e razionalità. Fino alla fine è stato al suo posto di lavoro, alla scrivania, davanti al computer e col telefono accanto. La settimana precedente alla sua morte, gli comunicai la decisione di Terra Gramsci di organizzare in Sardegna un convegno sulla scuola e sulla cultura, manifestò felicità ed entusiasmo e ci incoraggiò a proseguire nella strada intrapresa. E’ stato bello ed entusiasmante lavorare con lui. Spesso ci sorprendeva e sono certo ci sorprenderà anche in futuro. Sotto la sua guida è stato ultimato il primo documentario di una collana : “ Terra Gramsci” , sul tempo e l’immagine, girato dal documentarista Robert Cahen. Durante le iniziative del 70° anniversario della morte di Gramsci diceva: sarebbe bello… costituire un’associazione gramsciana nel centro Sardegna, nacque Terra Gramsci; sarebbe bello se Hosboom e Maria Lai accettassero la presidenza onoraria, sarebbe bello intervistare e tesserare Stuart Haal , coinvolgere le scuole e i “ragazzi della speranza”, incontrare i sudamericani nel centro Sardegna , fare un convegno su Antonio Pigliaru, ottenere l’ adesione di altri sindaci, coinvolgere altri comuni. Tutto ciò è stato fatto. Certo la strada intrapresa sarà lunga e difficile senza Giorgio , ma possiamo farcela anche grazie al suo insegnamento. Sarebbe bello creare un “nuovo senso comune”, costruire un progetto per la “Casa del Bene Comune”. In questa direzione vogliamo continuare a lavorare. Ti saluto affettuosamente col tuo neolologismo Abbacci