Riparliamo di continuità territoriale

16 Luglio 2015
navicella costa nighedda
Antonio Attili

In questi giorni si è completato l’acquisto di CIN (Compagnia italiana di Navigazione = Ex Tirrenia) da parte del gruppo guidato da Vincenzo Onorato, proprietario di Moby.
Questa operazione ha riaperto il dibattito sulla Continuità marittima; i toni prevalenti sono quelli dell’indignazione contro quello che viene definito un Monopolio di fatto; si sottolineano i rischi per i Sardi e per chi viene in Sardegna, sul possibile aumento delle tariffe che, peraltro, sembra stiano lievitando proprio in questi giorni, nonché sul possibile abbassamento dei livelli del servizio; tutti poi invocano il salvifico intervento dell’Anti trust che, a loro parere, dovrebbe rimettere a posto le cose, in sostanza dovrebbe annullare l’acquisto.
Dico subito quello che penso su questo punto:
a) intervenga rapidamente l’Antitrust e ci illumini! Prendo atto che sulla prima privatizzazione della Tirrenia che contiene all’interno il contributo pubblico di 62 milioni di euro annui nessuno si è ancora espresso, né l’Antitrust né le autorità Europee, che pure hanno aperto un dossier sulla questione e che l’anno scorso hanno condannato la Francia, proprio per l’utilizzo improprio delle risorse concesse alla Corsica per il trasporto marittimo;
b) sarebbe davvero utile che il Parlamentare che rappresenta la Sardegna in Europa prendesse l’iniziativa politica e sollecitasse l’Europa ad assumere una decisione chiara e rapida.
Nell’attesa il lavoro da fare è tanto e lo devono fare la Regione Sardegna e i Parlamentari sardi.
La Regione guidata dal centro destra giocò’ un ruolo del tutto marginale sulla privatizzazione Tirrenia. Cappellacci e i suoi consulenti, compreso l’attuale Assessore dei Trasporti, stavano pensando alla Flotta Sarda, sostenuti a gran voce da Sardisti, Indipendentisti e Sovranisti, e perciò pensavano fosse inutile gestire la delicatissima partita della privatizzazione.
La Convenzione che oggi regola il rapporto Stato-Armatori presenta molte criticità. Sarebbe bene che la Regione che potrà partecipare alla revisione della Convenzione, alla luce della Sentenza della Corte Costituzionalen°230/2013, si presenti con proposte credibili.
Il fallimento della Flotta Sarda che ha trascinato con sé il fallimento della Saremar, spero sia lezione sufficiente per tutti! Quindi è bene accantonare ipotesi fantasiose di Vettori pubblici o misti: abbiamo già dato.
Esiste invece una strada maestra per realizzare la continuità marittima: approvare rapidamente una legge quadro nazionale sul Trasporto marittimo analoga a quella fatta dal Governo di Centro-sinistra per il Trasporto aereo nel 1998-99. Ritengo che la Legge dovrebbe attribuire alla Regione il ruolo di programmatore e controllore del servizio perché diventi titolare di tutti i finanziamenti pubblici. Sarà necessario che la stessa Regione possa organizzare la Conferenza dei servizi, definire il bando di gara e svolgere la gara internazionale. Superfluo aggiungere che la Regione dovrà controllare la puntuale attuazione delle condizioni previste dal bando.
Non si parte da zero; esiste la proposta di Legge presentata nella scorsa legislatura (A.C.5552 del 25/10/2012) che può essere, con minimi aggiustamenti, riproposta.
Nel trasporto aereo il modello ha funzionato; perché non dovrebbe funzionare in ambito marittimo?
Questo devono fare i Parlamentari, sostenuti dalla Regione! Altro che rilasciare interviste e annunciare ricorsi all’Antitrust!
La seconda grande questione è quella delle risorse.
Sono anni che sostengo che lo Stato deve farsi carico dei finanziamenti e che la Regione possa, se vuole e se può, intervenire in via del tutto marginale e complementare, perché l’insularità della Sardegna è una questione nazionale!
Un dato dice tutto: la Corsica con 333mila abitanti dispone di circa 180 milioni di Euro ogni anno per garantire la continuità aerea e marittima; la Sardegna con un milione e 600000 abitanti dispone di 100 milioni di Euro! E di questi solo 60 milioni provengono dallo Stato perché per una scelta incomprensibile e sbagliata, la Regione sacrificò sull’altare della vertenza entrate, i finanziamenti per il trasporto aereo.
Io penso con Machiavelli che la Politica debba decidere considerando la “realtà effettuale” e che le risposte ai problemi debbano essere realistiche e praticabili.

[*Nell’immagine: navicella costa nighedda]

1 Commento a “Riparliamo di continuità territoriale”

  1. caterina cannoni scrive:

    On Antonio Attili ricorda ai nostri politici che devono solo proporre al Parlamento la legge sulla continuita’marittima gia’redatta dall’on.Attili quando era deputato:devono solo leggere ed eventualmente apportare qualche modifica alla Proposta di legge A.C.5552 di tre anni fa.Anziche’perdere tempo in beghe burocratiche I nostri politici devono lavorare e non e’ un compiti difficile quello di approvare la legge sulla cont marittima perche’hanno la pappa pronta.

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