Rosa Luxemburg e le lunàdigas
12 Settembre 2016Paola De Gioannis
Lunàdigas è un vocabolo della lingua sarda, usata dai pastori per definire le pecore che non figliano. Sta per uscire per la regia di Marilisa Piga e Nicoletta Nesler,il film Lunàdigas che esplora il mondo delle donne che hanno scelto di non avere figli.
E’ un tema di estrema attualità, in un’Italia nella quale il sacro si mescola al laico generando talora scrupoli morali e confusione interiore. E’ un’opera di grande originalità, lavoro di una terra – la nostra – che sta mostrando, anche nell’arte cinematografica, coraggiose novità. Un’opera destinata a fare parlare di sé perché libera la donna da stereotipi consolidati.
E’ un momento di crescita culturale,sociale,morale di un’ isola destinata ad essere conosciuta nel mondo per le sue – indubbie – bellezze naturali. La sua coraggiosa crescita culturale valorizzata, riconosciuta e premiata anche all’estero, viene al contrario, troppo spesso costretta a tacere. Abbiamo un pensiero autonomo e lo vogliamo manifestare.
Carlo Antonio Borghi ci ha consegnato “il monologo impossibile” di Rosa Luxemburg, intellettuale e rivoluzionaria del comunismo internazionale. Il monologo è “impossibile” giacché Borghi immagina che la Luxemburg, uccisa durante la rivoluzione spartachista a soli 48 anni, rifletta “ da lassù” ormai liberata dal corpo, di cultura, di politica, di maternità.
E’ un monologo complesso e originale quello di Borghi del quale non è possibile dare – in questa sede – che alcune fuggevoli indicazioni.
Nata in Polonia nel 1870, Rosa Luxemburg è stata una presenza di primo piano del comunismo internazionale. Sposata ad un operaio tedesco, al fine di ottenere la cittadinanza, è tra i fondatori de La lega di Spartaco, destinato a diventare il primo partito comunista della Germania. Nel corso della sua militanza marxista riceverà ripetuti attestati di stima da parte di importanti uomini politici del tempo – come Gramsci e Lenin- che vedono con favore l’ascesa politica di una donna.
Docente di Economia politica, si differenzia da Marx in un sol punto . Mentre per Marx “la borghesia crea i suoi stessi becchini” ( Il Manifesto,1848), per la Luxemburg il capitalismo è destinato a durare , grazie alle immense ricchezze derivate dal colonialismo. La storia le darà ragione, Profondamente pacifista si impegnerà per la pace nel mondo. Nel corso della rivoluzione spartachista soffocata con inaudita crudeltà, Rosa verrà uccisa è il corpo gettato in un canale. Ha 48 anni
Questa giovane intellettuale che sceglie di stare con la classe operaia, è capace di lottare per un ideale. E’ moderna, forte,libera. Può un donna guidare una rivoluzione storica e culturale?
Il bel saggio di Borghi formula una domanda alla quale non è semplice dare risposta. Il saggio è particolarmente originale , giacché è la stessa Rosa , non più in vita, che osserva e commenta la realtà. “IL mio corpo ha ormai tolto il disturbo ma io vedo e comprendo tutto da quassù. E’ stata la socialdemocrazia nazionalista a “farmi fuori” e “stata la teoria e la pratica politica”. Si diletta quindi di passare in rassegna – commentandoli – i grandi attori, scrittori, registi,del primo Novecento Esprime quindi un’opinione che dà senso non solo alla Luxemburg ma all’intero film, disegnandoli entrambi con rara originalità di pensiero.
“C’è da dire che questi grandi artisti, di figli ne hanno avuti davvero pochi” Pensavano ad altro e lavoravano per altri “Nessuno prima mi aveva chiesto il motivo che mi ha spinto a “non fare figli” La risposta è semplice – non ho mai avuto un momento di tempo, impegnata com’ero nel pensiero, nella scrittura ,nell’attività militante “ Fare e mantenere un figlio è un lavoro” e ancora maggior lavoro è tirarlo su, senza orari,né salari.
“Io non ho contribuito con la carne della mia carne, ma le madri mi sono sempre state care. Loro hanno lavorato più di chiunque altro” E tuttavia , io rifarei tutto quello che ho fatto per dare “al proletariato un’esperienza di autogoverno reale e per liberarlo dallo sfruttamento”
“Non ho mai ricevuto un mazzo di rose rosse per un mio compleanno e tuttavia rifarei tutto quello che ho fatto . Fra Otto e Novecento, avrei potuto avere un figlio. Avevo 30anni Non l’ho fatto, non ho voluto che capitasse” Chissà se le donne lunadighe- come le chiamano in Sardegna,invecchieranno meglio o peggio delle donne che sono state madri. E’ vero conclude Borghi- che una rosa è una rosa. Ma noi dobbiamo saper trovare una “nuova rosa” che ricordi soltanto Rosa Luxemburg, la rosa della donna senza figli.