Sa Barrosa di Isili

7 Ottobre 2022

Sa Barrosa di Paola Citterio

[Roberto Loddo]

Nello svelare Sa Barrosa di Paola Citterio, non si può non partire dal nome che ci riporta al significato di una donna testarda, ostinata, radicata nella propria idea anche con una postura di sfida, anche arrogante, verso chi non accetta il proprio pensiero, il proprio ragionamento.

L’opera di Paola Citterio è la prima installazione permanente in residenza per il festival di arte contemporanea di Isili del prossimo anno. Paola Citterio è nata in un piccolo paese vicino a Milano. Laureata in Scenografia alla NABA, ha lavorato come scenografa per poi trasferirsi nel a New York City dove ha trovato l’ispirazione artistica proprio nella sua vita familiare, creando pezzi che fondono il tradizionale artigianato appreso dalle donne nella casa della sua infanzia con oggetti trovati nelle strade della città attorno a lei.

La bellezza e la potenza del lavoro dell’autrice, sta nell’idea che la sua arte non imponga significati preconfezionati. Chi guarda le sue opere (e questa installazione rappresenta una conferma) è libero di emozionarsi e di toccare con le proprie mani le opere per maturare una idea tutta sua, un’impressione unica e personale, per usare le parole della giornalista Paola Gamberini nel periodico La Voce di New York.

Sa Barrosa è un’opera abitata da tre dimensioni. Quella della lana, quella del rame e quella del legno. Tre dimensioni che richiamano una donna sarda fiera e barrosa, ma con una notevole contraddizione. Lana, rame e legno sono tutte dimensioni che riportano al lavoro tipicamente maschile. Il rame è stato infatti lavorato da uomini, dai ramai di Isili, Luigi Pitzalis e il figlio Andrea, ultimi maestri ramai della Sardegna. Paola Citterio voluto generare una suggestiva entità fuori dal tempo e lo spazio, un totem che riesce ad esaltare le connessioni tra le identità del genere maschile e femminile.

Questo tributo alla donna sarda e al matriarcato nasce con elementi apparentemente lontani ma simili nel comportamento, elementi che si dilatano ma non si spezzano: Il rame e la lana. Elementi che fanno dialogare Sa Barrosa con un lessico familiare ritrovato, il lessico familiare del mito e della tradizione dei contadini e dei pastori, delle tessitrici e dei falegnami che animavano il passato dei nostri paesi e continuano ad animare il presente di Isili. Il terzo elemento dell’opera è il legno. Alla base di Sa Barrosa non ci sono gambe ma la tradizionale cassapanca sarda intagliata. Sa cascia è il baule che custodisce il corredo della sposa e i beni più preziosi della famiglia.

Nella creatura di Paola Citterio c’è qualcosa di prepotente e di forte che richiama anche una poderosa immagine fallica. Qualcosa che pretende di voler essere invincibile ma che si connette con il linguaggio della lentezza, della tranquillità, della quiete e della pace. Il rosa morbido delle grandi trecce che è cucito, dominato, imprigionato dal rame duro, evoca tutta l’intimità della ricerca artistica e dello studio personale dell’autrice. Un lavoro lento, determinato e faticoso pieno di dubbi e incertezze che quando parte può trasportare l’opera in direzioni del tutto inaspettate e sorprendenti, come se le creature di Paola Citterio volessero crearsi da sole, emancipandosi dal nostro mondo e dalla realtà che le circonda.

La nuova opera di Paola Citterio è stata inaugurata domenica 2 ottobre nel Teatro Sant’Antonio di Isili, una presentazione organizzata dal Contemporary Festival in collaborazione con il Comune di Isili insieme ai creativi Antonio e Roberta Murr e alla producer Elena Vannucci. Un evento sostenuto dalla Fondazione di Sardegna, la Fondazione Sardegna Film Commission e Samsung che finanzierà un lavoro di video arte curato dalla regia di Alessandro Murdaca. Un cortometraggio che racconterà il futuro di uno spazio per l’arte contemporanea a Isili che nascerà per accogliere Sa Barrosa e altre nuove creature con il territorio di Isili e del Sarcidano.

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