Saccargia e il potenziamento delle centrali eoliche in Anglona, che farà la Regione autonoma della Sardegna?

2 Dicembre 2024

[Stefano Deliperi]

Realtà in chiaroscuro nelle ultime vicende relative alla transizione energetica in Sardegna.

Mentre la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA/VAS esprime due pareri fortemente negativi nell’ambito dei relativi procedimenti di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) di due centrali agrivoltaiche, un imponente repowering di una centrale eolica ottiene l’autorizzazione unica regionale per silenzio assenso da parte della Regione autonoma della Sardegna.

La Commissione Tecnica VIA/VAS ha emanato il proprio parere nettamente negativo nell’ambito del procedimento di V.I.A. relativo al Progetto di impianto agrivoltaico della potenza di 358 MWp con sistema di accumulo di capacità pari a 82,5 MWh e relative opere di connessione alla rete RTN, da realizzarsi nel comune di Sassari nelle frazioni di Palmadula, La Corte, Canaglia, Li Piani, San Giorgio, Scala Erre e ha fornito il proprio parere ampiamente negativo nell’ambito del procedimento di V.I.A. riguardante il Progetto di un impianto agrivoltaico denominato “Guspini”, della potenza di 64,40 MW e delle relative opere di connessione alla RTN, da realizzarsi nel comune di Guspini (SU).

Difficilmente i pareri negativi della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA/VAS vengono disattesi in sede di formulazione dei provvedimenti ministeriali conclusivi dei procedimenti di V.I.A.

Oltre mille ettari della Nurra, quindi, difficilmente diventeranno un impianto industriale di produzione energetica, analogamente a un’altra ottantina di ettari di terreni agricoli nel Guspinese.

L’Assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Rosanna Laconi ha prontamente rivendicato il fondamentale ruolo svolto dalla Regione: “Questo risultato conferma l’impegno determinato della Regione nel difendere il proprio territorio da interventi che potrebbero causare danni irreparabili all’ambiente, al paesaggio e ai valori culturali unici che caratterizzano la nostra isola.    Il nostro obiettivo è garantire uno sviluppo sostenibile che non comprometta le risorse naturali e identitarie della Sardegna“.

Poco probabile, invece, che rivendichi il determinante ruolo regionale nella vicenda dell’autorizzazione per silenzio assenso al progetto di ristrutturazione e potenziamento della centrale eolica Erg Wind Energy s.r.l. “Parco eolico Nulvi Ploaghe” (27 “torri” eoliche, potenza complessiva MW 121,5).

A breve distanza dalla splendida Basilica della SS. Trinità di Saccargia.

Dopo lunghe vicissitudini, il progetto ha ottenuto la definitiva autorizzazione unica (art. 12 del decreto legislativo n. 387/2003 e s.m.i.) grazie al formarsi del silenzio assenso (art. 7 del decreto-legge n. 50/2022 convertito nella legge n. 91/2022) da parte della Regione autonoma della Sardegna: quest’ultima riteneva che la mancanza di disponibilità delle aree da parte della Società energetica inibisse il rilascio dell’autorizzazione, ma “la loro effettiva disponibilità dipenderà dallo svolgimento delle procedure espropriative a valle dell’avvenuta conclusione del procedimento autorizzativo” ha affermato la sentenza T.A.R. Sardegna, Sez. II, 25 novembre 2024, n. 847.

Il rilascio dell’autorizzazione unica prevede che si possa “in sede di presentazione della domanda” richiedere “la dichiarazione di pubblica utilità e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio per le aree interessate dalla realizzazione dell’impianto e delle opere connesse”, come effettivamente avvenuto.

Quindi, “deve ritenersi tacitamente formato, nel caso concreto, il titolo autorizzativo per la realizzazione delle opere di repowering del parco eolico, descritto nel ricorso, a seguito del decorso del termine di 60 giorni previsto dal d.l. n. 50/2022 dalla presentazione dell’istanza”.

Un risultato ben difficile da vantare per l’Amministrazione regionale sarda.

Non finisce qui.

Con parere positivo condizionato della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA/VAS e il conseguente decreto direttoriale MASE VA_DEC_2024-0000414 del 27 novembre 2024, si è concluso in modo favorevole (con condizioni) il relativo procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.)dell’imponente repowering di un’altra centrale eolica in Anglona, il Progetto di ammodernamento complessivo (“repowering”) del “Parco Eolico Nulvi Tergu” esistente da 29,75 MW in un parco con potenza totale finale pari a 99 MW ed opere connesse ed infrastrutture indispensabili, nei Comuni di Tergu, Nulvi, Sedini, Chiaramonti, della bolzanina Fri-El. Anglona s.r.l.

Altre quindici “torri” eoliche alte più di 200 metri, vicine al “Parco eolico Nulvi Ploaghe” (27 “torri” eoliche, potenza complessiva MW 121,5) della Erg Wind Energy s.r.l., recentemente provviste di autorizzazione unica per silenzio assenso regionale e successiva decisione dei Giudici amministrativi (T.A.R. Sardegna, Sez. II, 25 novembre 2024, n. 847).

Alla faccia degli impatti cumulativi, sempre nella zona della splendida Basilica della SS. Trinità di Saccargia.

Anche la società Fri-El. Anglona ora procederà con l’istanza di autorizzazione unica (art. 12 del decreto legislativo n. 387/2003 e s.m.i.), resta da vedere che cosa farà l’Amministrazione regionale sarda, titolare della procedura.

Come s’è visto nel concreto, la moratoria sugli impianti energetici da fonti rinnovabili di cui alla legge regionale Sardegna n. 5/2024 non ha avuto alcun effetto inibitore nell’ambito del procedimento di V.I.A. (come in tanti casi analoghi): in attesa dell’auspicata approvazione della normativa sulle aree idonee/inidonee per l’ubicazione degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili, avrà ora la Regione forza e voglia di negare in tempi utili il rilascio dell’autorizzazione unica applicando la disciplina della moratoria?

Lo farà anche a costo di un piuttosto probabile contenzioso con richiesta risarcitoria?

Sinceramente lo speriamo.

Tuttavia, la scandalosa pressione della speculazione energetica, in assenza di qualsiasi pianificazione degna di questo nome, conferma la necessità della moratoria nazionale per l’installazione di nuovi impianti di produzione energetica chiesta a gran forza dal GrIG e, soprattutto, da più di ventimila cittadini, in vista di una realistica pianificazione energetica connessa a stringente salvaguardia dell’ambiente/paesaggio, dei valori storico-culturali e identitari, mediante una normativa su aree idonee/inidonee che indichi in siti industriali e dismessi, in tetti fotovoltaici, nel risparmio energetico la soluzione per una transizione energetica realmente rispettosa del territorio e delle collettività.  

Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

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