Di sana e robusta Costituzione
16 Aprile 2010Redazionale
La difesa della Costituzione repubblicana è un tema sul quale da tempo si mobilitano in Sardegna risorse ed energie. Oggi a Cagliari (ore 17.30, Teatro di S. Eulalia, Via del Collegio) vi è un interessante iniziativa organizzata dal CIDI (centro iniziativa democratica insegnanti), dall’ANM e dal Comitato per la Difesa della Costituzione alla quale partecipa Piercamillo Davigo, Consigliere della Corte di Cassazione, con relazione dal titolo “L’Indipendenza della Magistratura a garanzia della Costituzione”. L’incontro sarà presieduto da Anna Cau dell’ANM e vedrà gli interventi di Rosamaria Maggio per il CIDI e di Francesco Sitzia per il Comitato per la Difesa della Costituzione In apertura letture dela Costituzione da parte di Rita Atzeri.
Anche a Sassari continua l’attività del Comitato per la Difesa della Costituzione (che registra sinora l’adesione di ACLI (SS), ARCI (SS), AUSER (SS), CGIL (SS), Circolo Progetto Progressista, Magistratura Democratica (SS), Noi Donne 2005, Alghero Viva, LibertAria – Sassari Viva, Il Manifesto Sardo, Associazione Norberto Bobbio, Sinistra Ecologia Libertà, Partito della Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Italia dei Valori, Partito Democratico, Città di Ar, Sardegna Democratica, Giustizia e Libertà, Gruppi d’Impegno Politico e Sociale (GIPS). Pubblichiamo un suo recente documento.
In difesa della Costituzione
Nel febbraio scorso, è con viva indignazione che i cittadini hanno appreso dei gravi episodi di corruzione collegati ai lavori del G 8 a La Maddalena, episodi che permettono di delineare i contorni di una seconda tangentopoli, favorita dall’ eccessiva ampiezza dei poteri attribuiti al Dipartimento della Protezione Civile e dalla generale assenza di adeguati controlli. D’altra parte, il fatto che si tenti di giustificare il reiterato ricorso a decreti legge e ad ordinanze invocando “ragioni di urgenza” e “situazioni di emergenza” lascia intravedere l’intento dell’attuale maggioranza parlamentare di procedere quanto prima a un generale, progressivo accentramento dei poteri in capo all’Esecutivo, sovvertendo così quell’equilibrato sistema di contrappesi e di controlli che la nostra Carta costituzionale ha previsto.
I fatti più recenti, originati dal mancato rispetto della legge da parte degli esponenti del Pdl incaricati di presentare la lista di quel partito alle elezioni regionali del Lazio, hanno contribuito a far crescere notevolmente questa diffusa indignazione. In questo caso il governo Berlusconi ha tentato di porre rimedio al mancato rispetto della legge ricorrendo, con totale disprezzo del principio di legalità, ad un decreto legge “interpretativo” della legge elettorale. Un decreto, in realtà, non solo modificativo della legge stessa, ma altresì, e soprattutto, emanato in violazione delle regole costituzionali che attribuiscono alle Regioni, e non già allo Stato, competenza a disciplinare la materia delle elezioni regionali.
E’ in tale preoccupante contesto che deve essere valutato il proposito del Presidente del Consiglio di riprendere nei prossimi mesi il suo progetto di revisione della Costituzione, allo scopo di legittimare un processo che con il continuo ricorso a decreti legge ed ordinanze sta già scardinando i principi che sono alla base della nostra Carta fondamentale. Come se nel giugno del 2006 non si fosse svolto un referendum popolare che aveva visto una netta affermazione (con una maggioranza superiore del 60%) dei cittadini contrari all’entrata in vigore delle modifiche approvate nel novembre del 2005 da una maggioranza parlamentare di centro-destra. Modifiche assai simili a quelle oggi invocate, in quanto incentrate sul rafforzamento dei poteri del primo ministro (con l’introduzione del cosiddetto “Premierato”), e la progressiva emarginazione di un Parlamento nominato in virtù di una legge elettorale che impedisce ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti. Anche le competenze del Presidente della Repubblica e della Corte costituzionale venivano sensibilmente ridimensionate.
Risultando inaccettabile che a distanza di appena quattro anni dalla consultazione referendaria si intendano riproporre sostanzialmente le stesse modifiche (con l’aggiunta di altre, che minacciano seriamente l’indipendenza della magistratura), i cittadini sono oggi chiamati a mobilitarsi non solo per la piena valorizzazione della prima parte della Costituzione, ma anche per rivendicare il rigoroso rispetto di una volontà già solennemente espressa col voto popolare.
Ai fini della definizione del testo del volantino che, secondo quanto concordato, dovrebbe essere a suo tempo diffuso, si propone la seguente formulazione:
L’intento del governo Berlusconi di procedere ad una revisione della Carta costituzionale:
1) calpesta la volontà espressa dalla grande maggioranza dei cittadini italiani nel referendum del 2006 di respingere un testo assai simile agli attuali intendimenti dell’esecutivo;
2) è preceduto dal costante ricorso, in totale disprezzo del principio di legalità, a decreti legge e ad ordinanze, sovvertendo fondamentali principi della nostra Costituzione;
3) delinea un regime contrassegnato dall’assoluta preminenza dell’esecutivo, con la conseguente cancellazione dell’irrinunciabile principio dell’equilibrio dei poteri;
4) sopprime il principio dell’indipendenza della magistratura, vanificando così i controlli sul rispetto della legge che il potere giudiziario è tenuto ad esercitare;
5) ignora l’irrinunciabile principio di riforme costituzionali che possano dirsi realmente condivise;
6) sfugge il problema di un’urgente riforma della legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti.