Sanità sarda nel caos
16 Marzo 2018[Claudia Zuncheddu]
La Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica, denuncia con preoccupazione l’intensificarsi dei tagli sui servizi sanitari in Sardegna. La Giunta Pigliaru, non curante delle grandi lotte portate avanti in tutta l’Isola per salvare gli ospedali dei territori disagiati ed i grandi ospedali al servizio di tutta la Sardegna, procede alimentando una grande confusione in tutto il settore sanitario e abbandonando alla disperazione decina di migliaia di cittadini.
Il 14,5% dei sardi rinuncia alle cure contro il 5,2% dei toscani. Il 69% delle rinunce è per cause economiche. L’aspettativa di vita in Sardegna, come preannunciato, si è abbassata rispetto alle altre regioni d’Italia. E’ l’Osservatorio Nazionale della Salute a denunciarlo nel suo ultimo rapporto.
Le difficoltà di accesso ai servizi sanitari hanno aumentato le disuguaglianze sociali. Per la Sardegna dove in 304 comuni su 377 i decessi superano le nascite, i tagli alla Sanità pubblica sarà il colpo di grazia per le nostre collettività. L’emergenza spopolamento va affrontata in primis garantendo il diritto alla Salute.
La soppressione della vigilanza armata al servizio di Guardia Medica è inammissibile di fronte all’incidenza preoccupante dei casi di violenza, esitati talvolta con l’uccisione di medici.
Il progressivo declassamento anche del Brotzu, per la chiusura di servizi come il reparto di Chirurgia plastica annesso al Centro ustioni, oltre a garantire trattamenti altamente specialistici in ambito pubblico, è indispensabile per la definizione di Centro di riferimento per il trauma, è una scelta inopportuna. Il declassamento è l’anticipazione della chiusura degli ospedali pubblici.
La carenza di personale medico, infermieristico e di laboratorio, le liste d’attesa sempre più lunghe, i costi insostenibili dei ticket, sono preludio della privatizzazione del sistema sanitario pubblico. La rete sarda di difesa della sanità pubblica chiede alla classe politica sarda di porre fine ai tagli e di ripristinare l’ordine nei nostri ospedali.