Saras, una parte incivile
21 Febbraio 2011Redazione
Il giudice dell’udienza preliminare di Cagliari ha escluso la Fiom, come parte civile, dal processo che dovrà chiarire le cause e la responsabilità della morte dei tre operai avvenuta il 26 maggio 2009 alla Saras. La risposta della Fiom e della stessa Cgil è stata immediata: acquisire gli atti per definire le azioni da intraprendere affinché la Fiom venga riammessa. Ecco la Lettera aperta inviata dalla Fiom provinciale.
Pensavamo che l’immane tragedia che ha portato alla morte di Luigi Solinas, Bruno Muntoni e Daniele Melis avrebbe indotto ciascuno di noi alla riflessione ed all’assunzione di responsabilità ed avrebbe costretto, i vari soggetti, che ricoprono incarichi di responsabilità, al confronto ed al reciproco ascolto con l’intento di accertare con serietà eventuali responsabilità e creare le condizioni per evitare che simili disatri potessero ricapitare.
Il chiacchiericcio di sottofondo, messo in atto, scientificamente, in questi giorni ed in queste ore, da quelli che vorrebbero il colpo di spugna, da quelli che scaricano la responsabilità sui poveri Luigi, Bruno e Daniele e da quelli che si appellano alla fatalità, dimostra che neppure la morte di altre tre persone, all’interno dello stabilimento della Saras di Sarroch, ha prodotto l’effetto sperato. Evidentemente qualcuno si era illuso del fatto che con i “SOLDI”, con il semplice “RISARCIMENTO PECUNIARIO” tutto poteva essere facilmente riparato e si sarebbe ripreso ad operare con la solita disinvoltura e con la consueta routine.
Noi pensiamo che abbiano sbagliato i loro calcoli, che abbiano fatto i conti senza l’oste, e che la memoria di Luigi, Bruno e Daniele vada onorata, quantomeno, con la celebrazione di un processo vero, serio ed approfondito, in grado di accertare eventuali responsabilità, civili e penali, e di rendere loro giustizia. Per questo ci permettiamo di dire, serenamente ma con la dovuta fermezza, che chi ha sbagliato, se errori ci sono stati, deve pagare!
Inoltre, non è superfluo ricordare che la nostra Organizzazione ha uno Statuto, che vale anche all’interno dei cancelli della Saras, dove lavorano quotidianamente centinaia di Lavoratori Metalmeccanici, che dice esplicitamente che è nostro dovere tutelare la salute e l’integrità fisica delle persone, attraverso un’azione costante di intervento e di controllo del processo produttivo e dell’ambiente di lavoro, affinché la produzione ed il lavoro non comportino danno alla salute ed all’integrità dei lavoratori, dei cittadini e dell’ambiente ed impone al nostro sindacato il compito della “CONTESTAZIONE IN TUTTE LE SEDI” di quei comportamenti che possono arrecare, direttamente ed indirettamente, danno alla collettività, all’ambiente ed alla salute dei lavoratori e dei cittadini. Questo significa che abbiamo il diritto dovere di difendere la salute, gli interessi economici, professionali e morali, collettivi ed individuali, di tutti i Lavoratori e di tutte le Lavoratrici Metalmeccaniche, anche all’interno della Saras.
È questo il nostro compito! Sono queste le nostre prerogative!
Per questo diciamo che, dal nostro punto di vista, le circostanze che hanno prodotto la morte di Luigi, Bruno e Daniele, continuano a rappresentare un pericolo incombente per centinaia di Lavoratori Metalmeccanici e quindi violano i principi fondamentali sanciti dal nostro Statuto. Sulla base di queste convinzioni, nel rispetto di quanto stabilito dalle nostre Regole Statutarie, abbiamo deciso di costituirci parte civile nel processo, ed è per questo che non ci fermeremo di fronte alle prime difficoltà e RIPRESENTEREMO L’ISTANZA.
Non si illudano coloro che hanno deciso di strumentalizzare, la nostra decisione, convinti che sia il modo per intimidirci. A loro diciamo, che noi non ci lasceremo intimidire, che non abdicheremo al nostro ruolo e che non abbandoneremo il campo! Anche i peggiori analfabeti sanno che quando si presenta un’istanza di costituzione parte civile in un processo è obbligatorio indicare una provvisionale immediatamente esecutiva, che significa indicare un minimo di risarcimento del danno. In tutti i processi si ragiona così! Nel caso specifico, non ci siamo inventati niente! Non sarebbe stato possibile agire diversamente, pena la decadenza e la nullità dell’istanza medesima.
Questo non significa speculare sui morti e o fare cassa sulle disgrazie altrui, ma significa semplicemente essere determinati a rimanere in partita per vigilare sul regolare svolgimento di questo processo, che a giudicare dal nervosismo preliminare sta generando, in taluni, non poche preoccupazioni. È vero che le morti non hanno prezzo, ma neppure l’impunità, quando si hanno i soldi, deve avere un prezzo. Per questo la Segreteria Provinciale della Fiom – Cgil di Cagliari conferma formalmente ciò che ha dichiarato preliminarmente, vale a dire che qualunque sia l’entità del risarcimento accordata, l’intera cifra sarà devoluta in beneficienza alle famiglie ed a soggetti che sono state vittime di incidenti sul lavoro. Ciò avverrà con la trasparenza e la serietà che ha sempre contraddistinto l’agire della Fiom e della Cgil.
Cagliari, 21 febbraio 2011