6 maggio sciopero generale
4 Maggio 2011Manifesto Sardo
E’ un momento assai fluido, nel quale il conflitto sociale prende corpo ed organizzazione, cerca e trova rappresentanza. Dobbiamo riflettere bene su quanto sia importante l’esistenza di un’organizzazione di massa come la CGIL, perché la tensione sociale può trovare canali che sono forte espressione e garanzia della democrazia nel nostro paese.
Appuntamento eccezionale è lo sciopero generale del 6 maggio prossimo, nel quale si rappresenta lo scontento generalizzato per la grave situazione sociale ed economica, aggregando forze sociali disparate, dai lavoratori occupati a quelli in cassa integrazione, dai disoccupati ai precari che vedono – purtroppo – un moltiplicarsi di soggetti sociali, a partire dalla scuola pubblica in tutte le sue articolazioni, che cerca di reagire al ‘massacro’ operato dalla Riforma Gelmini.
Tali soggetti formano l’aggregazione fluida e vivace di Precari/e in sciopero, generati da Il nostro tempo è adesso alla quale aderiscono miriadi di esperienze lavorative tra cui gruppi professionali emergenti come gli archeologi, aggregati dall’ANA (Associazione Nazionale Archeologi), la loro più forte e rappresentativa associazione, la più credibile numero di iscritti, per radicamento e autonomia (essa ha visto di recente il vicepresidente Salvo Barrano ‘bucare’ efficacemente lo schermo televisivo, prima ad ‘Anno Zero’, in polemica con l’impossibile Stracquadanio del PdL, poi da Piazza S. Giovanni di Roma il giorno del Primo Maggio, dove ha respinto e confutato, con efficacia, civiltà e fermezza le posizioni antisindacali del sindaco di Firenze Renzi).
E’ uno sciopero di grande importanza che anche in Sardegna unisce in maniera nuova i movimenti legati al lavoro, sia quelli tradizionali sia quelli emergenti: il lavoro industriale (ENI, Vinlys, Euroallumina), classicamente operaio, quello del settore agricolo e pastorale, quello delle cosiddette produzioni immateriali: il lavoro cognitivo legati ai saperi, centrali per lo sviluppo sostenibile del nostro paese; che si incrocia con i referendum contro il nucleare e la privatizzazione dell’acqua bene comune.
Nessuno può ignorare che questa spinta, che speriamo grande e partecipata, origini in non poca parte dalla battaglia degli operai di Pomigliano d’Arco e Mirafiori con la FIOM. Questa CGIL si è mossa nella sostanza anche grazie alla forte presenza dei metalmeccanici.
Per questo accompagniamo la nota con due articoli legati alla crisi e alla battaglie FIAT, dove la FIOM cerca la difficilissima strada di rappresentare il conflitto e di sfuggire all’isolamento.
In tale situazione, più delle dialettiche FIOM e CGIL, fenomeno vissuto in ogni caso con un confronto ed una discussione dalla parte dei lavoratori entro le loro stesse contraddizioni industriali, emerge la posizione di CISL e UIL, schierate da tempo con le politiche governative, con evidente e ben maggiore crisi di credibilità.
Ecco gli appuntamenti in diverse piazze della Sardegna. Inviateci eventuali
aggiornamenti o precisazioni:
Cagliari, Piazza Garibaldi 9
Sassari, fine Viale Italia ore 9.15
Nuoro, Piazza del Quadrivio, ore 9
Oristano, sit-in in Piazza Mariano
S. Gavino Monreale, Piazza del Quadrivio, sit-in ore 9.30
Tortolì, ore 9 Piazza Fra Locci
Iglesias, ore 10.30 Via Isonzo
Olbia Piazza del Comune, ore 9.30
6 Maggio 2011 alle 20:36
Le notizie che arrivano sembrano positive. Attendiamo di organizzarle, raccogliendo le nostre stesse forze per un commento meditato, ma vogliamo intanto dare un primo segno per chi ci segue e segue la rete. La netta impressione, ripetiamo, è positiva. In Sardegna, in una situazione obiettivamente drammatica e scoraggiante, la risposta è stata speciale. E le manifestazioni confermano una ripresa democratica e partecipata del conflitto sociale ed un maggiore adeguamento alla complessità di temi e soggetti del lavoro da parte dello stesso sindacato. Il lavoro al centro, nuovamente l’unica organizzazione di massa reale in grado di organizzarsi. C’è ancora da imparare.