Segreti di Stato: tanto terribili da essere inconfessabili?
4 Agosto 2017Ottavio Olita
Ma quanto sono terribili i Segreti di Stato se per tutti i governi, di qualsiasi colore, sono inconfessabili? L’ultima, clamorosa protesta dei familiari delle 85 vittime della strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980, ha dato un’ulteriore conferma di questa ipotesi. Tutti i parenti di quei poveri morti hanno voltato le spalle al ministro Galletti ed hanno abbandonato la sala della manifestazione istituzionale prima che il rappresentate del governo parlasse. Solo tre anni fa l’allora premier Renzi aveva promesso la desecretazione delle carte relative ai più tragici misteri italiani, ma da allora nulla si è mosso, neppure con Gentiloni.
E’ vero che tanti italiani hanno memoria corta, soprattutto in relazione ai trasformismi, ai cambi di maglia dei parlamentari, ai giri di valzer nelle alleanze, alle continue promesse di sorti migliori e progressive. Ma come si può pensare che la polvere del tempo possa far scendere l’oblio sui bambini, le madri, le donne, gli uomini che in una giornata qualunque vennero spazzati via in una frequentatissima stazione ferroviaria, o a pochi minuti dall’arrivo mentre viaggiavano a bordo di un aereo civile dell’Itavia? Tutto questo – è bene ricordarlo – in un arco di tempo di poco più di un mese tra l’una e l’altra strage di quel terribile 1980.
E perché tanto disprezzo per il dolore dei familiari delle vittime? Cosa c’è da nascondere? Qualcosa di simile alla trattativa Stato-Mafia dopo le bombe di Firenze, Roma, Milano del 1993? O perché non si possono confessare quanti e quali depistaggi sono stati messi in atto dai servizi segreti deviati? O anche perché – magari – sono stati fatti sparire documenti decisivi?
E’ forse una logica di autodifesa delle istituzioni la scelta di nascondere la verità? E che idea hanno avuto ed hanno degli italiani tutti i governanti che si sono succeduti dalla stagione delle stragi degli anni ’70, al sequestro e all’omicidio di Aldo Moro, ai tanti attentati impuniti? Possibile che nessuna di tutte quelle forze politiche senta il dovere di dare o pretendere delle risposte?
E che dire di quanti sulla propria pelle hanno subito lo strazio delle aggressioni, delle uccisioni, a volte addirittura di venire privati dell’umano bisogno di piangere sul corpo senza vita di un loro caro. A quale giustizia hanno diritto? Perché viene loro negata la possibilità di sapere, anche soltanto per capire in quali disegni nazionali o internazionali rientravano quelle stragi e le bugie o i silenzi successivi?
Al loro fianco dovrebbero schierarsi tutti i cittadini che nello stragismo hanno visto e vedono un pesante attacco alla democrazia repubblicana tutelata dalla Costituzione. E’ anche per questa ragione di coscienza democratica che bisognerebbe avviare una campagna decisa per pretendere l’attuazione delle desecretazioni promesse.
Non si può guardare al futuro senza fare completamente pulizia delle scorie passate. Non si deve nascondere la polvere sotto il tappeto se davvero vogliamo ricostruire un tessuto di responsabilità e comune sentire. Quanto ne guadagnerebbe in immagine e serietà una prassi parlamentare che, invece di abbandonarsi a risse su qualunque questione, pretendesse risposte senza omissis!
Solo così anche tanta stampa che per connivenza col potere ha omesso di scrivere anche solo poche righe su quanto accaduto a Bologna il 2 agosto scorso ritroverebbe la ragione stessa della sua esistenza: informare, interpretare, cercare di spiegare.
Forse.