Sei donne detenute nel carcere di Uta hanno scritto un libro
11 Luglio 2024Fonte foto Ansa
[Valter Canavese]
Si è svolta sabato 6 luglio, nella Casa Melis grazie alla iniziativa del Comune di Capoterra, la presentazione del libro di racconti Oltre, edizioni Pettirosso, scritto da sei donne detenute nella sezione femminile della Casa Circondariale “Ettore Scalas” di Cagliari-Uta a conclusione di un corso di scrittura creativa durato un anno e organizzato all’interno dell’istituto penitenziario.
I racconti, le introduzioni di Maria Grazia Calligaris della associazione Socialismo Diritti e Riforme, Elisa Montanari e Rita Corda, hanno dato corpo e spessore a passaggi inevitabilmente forti delle persone che varcano il confine tra una vita difficile, ma libera, ad una reclusione ed una preclusione di affetti lasciati fuori dalle porte del carcere.
La giornalista Federica Portoghese ha seguito da vicino questo lavoro e lo scambio tra questi mondi di donne ha lasciato un segno profondo in tutte loro.
L’incontro organizzato all’interno del Festival Liberevento e dall’associazione Socialismo, Diritti e Riforme è stato l’occasione per ribadire il degrado del sistema penitenziario in Italia e in Sardegna dove non ci sono sezioni femminili, dove le recluse pagano un prezzo doppio alla organizzazione patriarcale, relegate nelle carceri di Uta e Bancali e dove l’unica Icam (Istituto a custodia attenuata per detenute madri), inaugurata a Senorbì in pompa magna nel 2014, è desolatamente chiusa in uno stato di degrado che allontana qualsiasi ipotesi di utilizzo. Qualsiasi ipotesi di attività riabilitativa, che si tratti di orticoltura o corsi di cucina viene sfiancata da una ragnatela di norme burocratiche, queste sì molto vicine a quando si viveva in libertà.
Uno spiraglio sul rispetto del disposto dell’articolo 27 della Costituzione è presente nel carcere minorile di Quartucciu dove sia il direttore che la dottoressa Bayle seguono poco meno di 15 ragazzi e cercano di dare un senso al disposto della “rieducazione del condannato” con attività di formazione come corsi di cucina o anche attività al di fuori dell’istituto. È una battaglia impegnativa, con pochi risultati che fanno intravedere un barlume di luce.
Quanto dura? Lo spazio di una bocciatura di un emendamento in Commissione giustizia e Affari Costituzionali che rendeva facoltativo l’obbligo di detenzione per donne in gravidanza e madri con figli sotto l’anno.