Settimana contro l’Apartheid Israeliano

2 Marzo 2015
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Ester Garau

La Settimana contro l’Apartheid Israeliano, Israeli Apartheid Week (IAW), è un evento internazionale, organizzato ogni anno all’interno delle Università per denunciare il regime di Apartheid attuato da Israele nei confronti dei Palestinesi all’interno di Israele e nei Territori Occupati. Nata nel 2004 nell’Università di Toronto, la Settimana contro l’Apartheid Israeliano si è diffusa da allora in tutto il mondo, e nel 2014 oltre 200 università in 28 paesi hanno organizzato eventi culturali, manifestazioni, conferenze e proiezioni con l’obiettivo di informare e accrescere la consapevolezza sul sistema di oltre 50 leggi che discrimina i palestinesi cittadini di Israele, sulla pulizia etnica che da oltre 60 anni opprime il popolo palestinese, sulle politiche israeliane di colonizzazione e di espropriazione, sui massacri perpetrati dall’esercito sionista nell’impunità, nel disprezzo del diritto internazionale, e nella negazione di ogni diritto umano.

Giunta ormai alla sua XI edizione mondiale, la Settimana contro l’Apartheid Israeliano si colloca nel più ampio appello palestinese al BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) nei confronti di Israele. Infatti, il 7 Luglio 2004, la Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele (PACBI) invitò la comunità internazionale a boicottare tutte le istituzioni accademiche e culturali israeliane, come contributo non violento alla lotta di liberazione palestinese. Un anno dopo, il 9 Luglio 2005, oltre 170 organizzazioni della società civile palestinese lanciarono un appello per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) nei confronti di Israele. È di fondamentale rilevanza sottolineare come il movimento BDS sia basato sul rispetto del diritto internazionale e sulla tutela dei diritti umani universali, e rifiuti ogni forma di razzismo, inclusi antisemitismo e islamofobia.

L’appello palestinese al BDS si è ispirato al vincente boicottaggio che contribuì alla fine del regime d’Apartheid in Sudafrica e chiede il sostegno alla lotta palestinese contro l’occupazione, la colonizzazione e le politiche di apartheid israeliane attraverso il Boicottaggio delle attività commerciali di Israele insieme alle sue istituzioni culturali, artistiche e accademiche; il Disinvestimento dalle aziende israeliane e internazionali che sono complici dell’occupazione e che da essa traggono profitto, e l’applicazione di Sanzioni nei confronti di Israele per le sue gravi e numerose violazioni del diritto internazionale.

Organizzata dall’Associazione Amicizia Sardegna Palestina, dalla rete BDS Sardegna e dal Collettivo Universitario Autonomo Casteddu, in collaborazione con l’Università di Cagliari, la terza edizione cagliaritana della Settimana contro l’apartheid israeliano è iniziata giovedì 26 febbraio con delle letture tratte dall’opera Ogni mattina a Jenin di Susan Abulhawa, per proseguire venerdì 27 con il concerto a Casa Sirio dei musicisti Hermetic Brotherhood Of Lux-Or. Sa Domu Studentato Occupato apre le porte all’Israeli Apartheid Week ospitando lunedì 02 marzo alle ore 20:30 la proiezione del documentario palestinese Five Broken Cameras di Emad Burnat e Guy David. Da segnalare, in particolare,  l’attesissima conferenza “L’Apartheid in Israele” che si terrà martedì 03 marzo 2015 alle ore 17:00 presso l’aula 3 della Facoltà di Studi Umanistici, che vede la partecipazione di Ben White (University Of Exeter, Giornalista Freelance), e di Frank Barat (Coordinatore Russell Tribunal on Palestine e Palestine Legal Action Network).

Inoltre, è importante in questo contesto sottolineare la petizione pubblicata dal Collettivo Universitario Autonomo Casteddu (CUA Casteddu) e rivolta all’Università di Cagliari. Con questo appello, che ha raggiunto in pochi giorni oltre 800 sottoscrizioni, si chiede il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane, poiché complici delle continue violazioni israeliane del diritto internazionale e dei diritti umani del popolo palestinese. In particolare, il Collettivo Studentesco si appella all’Università di Cagliari affinché sia revocato l’accordo di Cooperazione Accademica con Technion-Israel Institute of Technology, e annullato il “Bando Italia-Israele: progetti congiunti per la cooperazione nella ricerca e sviluppo industriale, scientifico e tecnologico”.

A questo proposito non è inutile sottolineare come in Italia esista in ambito accademico una certa resistenza nella ricezione dell’appello PACBI, ovvero dell’appello Palestinese al boicottaggio accademico e culturale. Eppure sappiamo che in Israele esiste una collaborazione pianificata e coordinata tra accademia, governo e apparato militare, una collaborazione funzionale all’oppressione dei Palestinese, e che all’interno di questa collaborazione l’accademia Israeliana svolge un ruolo fondamentale sia nel creare tutte le giustificazioni ideologiche dell’oppressione sia nel fornire all’apparato militare quell’apporto concreto essenziale per la realizzazione pratica di questo progetto criminale. L’accademia Israeliana ha inoltre svolto un ruolo chiave nel nascondere al mondo intero i crimini e le violazioni del diritto internazionale commessi da Israele, diffondendo a livello internazionale l’immagine di una democrazia illuminata che eccelle nelle arti e nell’innovazione tecnologica. Inoltre, nessuna accademia Israeliana ha mai condannato la Nakba, l’occupazione del 1967, il regime di Apartheid nei confronti dei cittadini “non ebrei” e la negazione del diritto al ritorno. Inoltre, Università come quella di Haifa hanno espresso sostegno incondizionato all’esercito israeliano durante la sanguinosa aggressione di questa estate a Gaza. Il Technion-Israel Institute of Technology è responsabile della costruzione e del mantenimento del Muro dell’Apartheid, della progettazione del Bulldozer D9, usato dall’esercito israeliano nella demolizione delle case palestinesi, e annovera tra le sue collaborazioni quella con la Elbit, una società israeliana di armamenti. [1]

Quando il popolo ebraico subì il crimine della persecuzione e dell’Olocausto nazi-fascista chi si mantenne neutrale e non ebbe il coraggio di condannare apertamente quanto accadeva viene visto oggi come complice di quei crimini.
Per le stesse ragioni non può e non potrà sussistere una collaborazione con il mondo accademico israeliano sino a quando proseguiranno l’occupazione, la colonizzazione, l’Apartheid, la pulizia etnica della Palestina, sino a quando Israele proseguirà indisturbato nella violazione del diritto internazionale e nella negazione di ogni diritto, umano, civile e politico, del popolo palestinese
”. [2]

 

Note:

[1] Pianificare l’oppressione, le complicità dell’accademia israeliana, a cura di E. Bartolomei, N. Perugini e C. Tagliacozzo http://bdsitalia.org/index.php/campagna-bac/661-pianificare n.d.t

[2] https://www.change.org/p/no-alla-cooperazione-accademica-con-israele

 

 

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