Siliqua e il Genio da liberare
1 Giugno 2014Bachisio Bachis
Anche il sole, inizialmente timido, ha accompagnato i siliquesi nel loro tranquillo sabato mattina. Tranquillo ma utile, l’ultimo giorno di maggio: buono per passeggiare, ottimo per mobilitarsi.
Così è cominciata la raccolta di firme per la smilitarizzazione del Genio Militare: un’area di circa due ettari, interna al centro abitato, che ospita costruzioni coperte per un totale di circa 3000 mq. Un tempo adibito a deposito di materiali e attrezzature, è inutilizzato da anni ma rimane ostaggio dall’Esercito Italiano o, meglio, della sua incuria. Le abitazioni confinanti, che coprono tre lati del perimetro, sono tuttora costrette a mantenere, all’interno delle loro proprietà, zone di rispetto totalmente obsolete e prive di senso. E devono affrontare – raccontano i vicini – invasioni di ratti e insetti provenienti dal sito. L’area è attualmente accessibile da un cancello laterale danneggiato, rendendo vane le segnalazioni collocate in tutti gli ingressi, e lasciando il genio in balia delle intemperie e dei vandali, che hanno fatto piazza pulita di quanto potesse essere riutilizzato o venduto.
I siliquesi vogliono dire basta al degrado e allo spreco di una risorsa che può essere messa proficuamente a disposizione della comunità; è opinione largamente condivisa, infatti, che quello spazio, restituito al paese, presenti un notevole potenziale per lo svolgimento di attività sociali, ambientali e di volontariato.
Il comitato spontaneo Liberiamo il genio si è così mobilitato per presentare le proprie istanze al Ministero della Difesa e alla Regione Sardegna; per poter ottenere, in un secondo momento, l’acquisizione dell’area da parte del Comune.
Il primo passo è stato fatto. La raccolta delle firme continuerà lunedì 2 giugno – data non casuale – nella piazza principale del paese. E successivamente sono previste altre iniziative popolari e istituzionali. Fino alla liberazione del Genio.