Solidarietà a Cristian: Meno repressione e più ospedali
26 Novembre 2020[red]
Ogni attivista che immagina una Sardegna diversa dall’isola delle diseguaglianze che viviamo e libera dall’occupazione militare rischia di imbattersi nelle intimidazioni poliziesche della Questura di Cagliari.
Intimidazioni puntuali, come orologi svizzeri che arrivano solo quando sono presenti iniziative e mobilitazioni. L’idea è antica, ignorare e sospendere la costituzione italiana per costruire una atmosfera di tensione e violenza e per spaventare chiunque possa avvicinarsi alle iniziative democratiche di dissenso all’attuale modello di società. Un clima di violenza gratuita che dovrebbe preoccupare e allarmare ogni persona sensibile all’azzeramento delle garanzie costituzionali e delle libertà individuali. Queste forme di violenza della polizia italiana non sono nuove e non colpiscono solo gli attivisti e le attiviste ma tutti coloro che frequentano la dimensione delle loro vite, familiari, amicizie e coinquilini, addirittura circoli privati. La redazione del manifesto sardo esprime la sua vicinanza e solidarietà a Cristian riportando il suo post su quanto accaduto stamattina.
“Oggi ho subito una perquisizione da parte della forza pubblica. Alle 8.00 mi suona il campanello con un uomo che mi dice “posta”: alle 8. Chiaramente avevo capito che si trattava di altro tipo di servizio pubblico. Sei agenti della digos sono entrati così in casa mia.Hanno frugato in camera mia, tra le mie cose. Hanno aperto libro per libro (magari ci avessero capito qualcosa).Mi hanno sequestrato il telefono, il computer, il tablet ed ogni tipo di memoria esterna che potessi avere.Mi hanno sequestrato una giacca e un paio di scarpe, gli unici decenti che avessi.Mi hanno sequestrato otto fumogeni definiti come “razzi”, perchè il fumo uccide.Non contenti di ciò sono andati a casa mia a Capoterra, da mio padre, appena dimesso dall’ospedale, per puro atto di intimidazione. Sono rimasti per intere ore in casa fotografando il loro “materiale probante” per passare così la velina a qualche giornalaio.Tutto questo perchè secondo loro farei il paparazzo.Entro oggi mi farò un nuovo numero e forse anche un nuovo profilo social. Per adesso non mandatemi messaggi. Salvo foto di ghigni da fargli trovare quando accenderanno il pc.Non posso tra l’altro accedere ai miei social, in quanto ho l’autenticazione a due fattori.Le lotte non si fermano anche se questi “signori” continueranno a intimidirci, perquisirci e reprimerci.A innantis”Cristian”
27 Novembre 2020 alle 15:54
[…] ieri è la notizia della perquisizione domiciliare di Cristian Perra, studente, militante molto impegnato su più […]