Sosteniamo l’Orto di Clara

16 Luglio 2015
foto Stefania Meloni
Redazione

La redazione del manifesto sardo sostiene il progetto dell’Orto di Clara promosso dall’APS Sintzillu insieme all’Asarp (associazione sarda per l’attuazione della riforma psichiatrica), un progetto per la costruzione di un Orto Sociale nella Cittadella della Salute. L’orto sarà un utile strumento terapeutico-riabilitativo per le persone che vivono l’esperienza della sofferenza mentale del Centro di Salute Mentale Cagliari A. Invitiamo tutti i nostri lettori e le nostre lettrici a sostenere il progetto votandolo attraverso un click sul link http://www.sceglitu.acli5xmille.it/vota/idea/290 e poi su Vota #sceglitu. I progetti più votati verranno finanziati.

Attività da realizzare.
Il progetto prevede la realizzazione di un orto sinergico negli spazi adiacenti al Centro di Salute Mentale della Cittadella della Salute dell’Azienda Sanitaria Locale 8 di Cagliari. L’agricoltura sinergica è una metodo di coltivazione basato su una forte imitazione della natura, attraverso lo sfruttamento delle sinergie tra le piante. Il progetto “L’orto di Clara”, che si articolerà in due stagioni agricole, punta a costruire un percorso articolato in quattro fasi:• 1° fase: gli utenti e le famiglie della Centro di Salute Mentale (CSM) Cagliari A verranno introdotti ai principi dell’agricoltura sinergica e coinvolti nel processo di progettazione dell’orto, così da aumentare il senso di responsabilità e di appartenenza. Sin dalla progettazione dell’orto, si cercherà di sedimentare i rapporti e le relazioni tra gli utenti, e tra questi e il personale coinvolto, al fine di stimolare l’azione collettiva e il senso di solidarietà. • 2° fase: gli utenti e le loro famiglie opereranno direttamente sul campo per la sistemazione del fondo e la messa a dimora delle prime colture. Si invoglieranno gli utenti a raggiungere i propri obiettivi personali (accrescendo la fiducia in sé stessi), senza però dimenticarsi di chi lavora al loro fianco. In altre parole, verrà trasposto alle modalità operative del progetto il concetto stesso di orto sinergico: un sistema in cui le piante contribuiscono vicendevolmente al loro benessere• 3° fase: prevede la cura delle colture, la loro rotazione e i primi raccolti. In questa si vuole sviluppare un maggiore attaccamento al progetto e contribuire all’aumento dell’autostima dei soggetti. In questa fase si effettueranno alcuni incontri con tutti i soggetti coinvolti nel progetto per valutare l’andamento dello stesso, e per realizzare le necessarie modifiche/interventi.• 4° fase: in questa verrà avviata la seconda stagione dell’orto e si chiederà ai partecipanti di coinvolgere nuove persone. Si cercherà di costruire in maniera partecipata e orizzontale dei percorsi di formazione per i nuovi utenti, che saranno supportati da quelli più esperti. Infine, l’Orto di Clara si affaccerà verso la città nella sua interezza, stabilendo un rapporto con tutti gli altri soggetti organizzati e no interessati ai temi dell’agricoltura, dell’alimentazione e dell’ambiente.
Qual è l’utilità sociale?
La società di oggi, con i suoi meccanismi, la sua forte standardizzazione dei comportamenti e delle pratiche sociali, spesso relega in una posizione di marginalità chi non può seguire i suoi ritmi. La sofferenza mentale e i disagi sociali ad essa collegati ne sono un esempio. La mancanza di servizi e pratiche dedicate a tali problematiche provocano un’ulteriore schiacciamento in una posizione periferica non solo del soggetto ma anche della famiglia. La realizzazione di un progetto di agricoltura sociale è una risposta a tali mancanze. Infatti, questo costruisce elementi di cittadinanza per le persone che vivono l’esperienza della sofferenza mentale, ed è orientato a far si che queste ritrovino l’autonomia personale e lavorativa. L’orto sociale rappresenta un’importante opportunità, garantisce l’integrazione sociale e facilita il percorso terapeutico-riabilitativo. Dai primi raccolti i partecipanti al progetto saranno in grado di far fronte, in parte e in modo autonomo, al proprio fabbisogno alimentare. In altre parole, gli utenti saranno in grado di prendersi cura delle loro esigenze e questo porterà dei grossi benefici aumentando la loro fiducia verso il futuro.
Come coinvolge la comunità?
L’orto di Clara” sarà frutto di un percorso condiviso, che vedrà la collaborazione dell’APS Sintzillu, dell’associazione ASARP, degli utenti del centro di salute mentale e delle loro famiglie, oltre che di tecnici esperti e formatori qualificati. Presupposti del progetto saranno la solidarietà, l’empatia e lo spirito di collaborazione per il raggiungimento di un risultato comune. Per favorire queste dinamiche positive il processo sarà mediato e animato da esperti di comunicazione e partecipazione, in modo tale da cogliere le espressioni di tutti, anche di chi, per limiti legati alla propria condizione, può trovarsi in difficoltà nel manifestare il proprio punto di vista e farsi ascoltare. Sin dalla progettazione dell’orto, si cercherà di sedimentare i rapporti e le relazioni tra gli utenti, e tra questi e il personale coinvolto, al fine di stimolare l’azione collettiva e il senso di solidarietà. L’innovazione presente in questo progetto si manifesta nella precisa volontà di costruire un percorso partecipato con gli utenti, evitando di calare il progetto dall’alto.
A quali bisogni del territorio risponde?
Con questo progetto ci poniamo l’obiettivo di contribuire, insieme ad altre politiche, ad alleviare il senso di abbondo e marginalità dei sofferenti mentali e delle loro famiglie. Si vuole restituire fiducia agli utenti e accrescere l’autostima attraverso un progetto basato sul soddisfacimento di uno dei bisogni primari dell’uomo e delle pratiche ad esso connesse, il consumo di cibo e la sua produzione. Grazie al progetto si porranno le basi per un nuovo servizio nel Centro Salute Mentale Cagliari A, integrandosi con i percorsi terapeutici-riabilitativi già esistenti, dando la possibilità ai partecipanti di sviluppare nuove forme di interazione comunitaria. Infatti, l’orto sinergico si presta alla perfezione per ospitare laboratori di educazione ambientale e alimentare, che potrebbero essere proposti ad altri enti cittadini dando così una funzione socialmente riconosciuta al progetto da parte della comunità estesa.
[*Foto Stefania Meloni]

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