Speculazione energetica in Sardegna, una classe politica impalpabile
15 Settembre 2023Manifestazione dei Comitati contro la speculazione energetica
[Stefano Deliperi]
Che in Sardegna vi sia una scandalosa speculazione energetica ormai lo sanno anche le pietre.
Lo scorso 7 giugno 2023 l’Assessore della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna Marco Porcu aveva dichiarato in audizione presso la Commissione permanente “Attività produttive” del Consiglio regionale che “sono circa 300 le richieste presentate dalle società energetiche a ministero e Regione per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili … Ne arrivano circa 30/40 a settimana”.
Gli ultimi dati disponibili indicavano che le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 agosto 2021 risultavano complessivamente pari a 5.464 MW di energia eolica + altri 10.098 MW di energia solare fotovoltaica, cioè 15.561 MW di nuova potenza da fonte rinnovabile, a cui devono sommarsi i venti progetti per centrali eoliche offshore finora presentati, che dichiarano una potenza pari a 13.890 MW.
In tutto sono 29.451 MW, cioè più di quindici volte i 1.926 MW esistenti (1.054 MW di energia eolica + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).
Energia che supera abbondantemente i fabbisogni locali (già oggi circa il 40% dell’energia prodotta in Sardegna viene esportata nella Penisola), che non può esser conservata (i sistemi di conservazione sono scarsi), che non può esser trasferita verso la Penisola (anche quando andrà a regime, fra alcuni anni, il Thyrrenian Link i tre cavidotti avranno complessivamente circa 2 mila MW di potenza, non di più), che dovrà comunque esser pagata dallo Stato (cioè da tutti noi) alle Società energetiche.
Consumo del suolo, crescente dissesto idrogeologico, land grabbing, espropri, territori – come la Marmilla – disputati come un osso fra i Cani.
E in questa drammatica situazione qual è il massimo risultato che riesce a produrre l’Assemblea elettiva sarda?
Dopo un’istanza di indagine conoscitiva da parte del P.D., un pietosoordine del giorno che impegna il Presidente della Regione autonoma della Sardegna, l’audace e indomitoChristian Solinas, a pietire al Governo nazionale un’improbabilissima moratoria del rilascio di nuove autorizzazioni per impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili.
Insomma, il vuoto cosmico.
In tutto questo, lascia piuttosto interdetti la ritrosia a intervenire nei relativi procedimenti di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) da parte di amministrazioni comunali, comitati locali, proprietari terrieri, singoli cittadini: la forte contrarietà espressa in manifestazioni, petizioni, social network ma non formalmente presente nelle sedi procedimentali dove si decide la compatibilità ambientale o meno di simili progetti finisce per pesare molto di meno di quanto potrebbe.
Un esempio, il disastroso progetto di centrale eolica “Luminu” proposto dalla GRV Wind Sardegna s.r.l. in località varie della Marmilla e del Sarcidano, 17 “torri” eoliche alte più di 200 metri nel paesaggio agrario-archeologico alle pendici della Giara, nei Comuni di Barumini, Escolca, Gergei, Las Plassas, Villanovafranca, Genoni, Gesturi, Nuragus.
Degraderebbe, tanto per capirci, anche la reggia nuragica di Barumini, appartenente al Patrimonio dell’Umanità sotto l’ègida dell’UNESCO.
Il 12 aprile 2023 si è tenuta una grande manifestazione di protesta, con parecchi partecipanti e una dozzina di sindaci in testa, rappresentanti delle rispettive amministrazioni comunali.
Tuttavia, sono intervenuti nel relativo procedimento di V.I.A. soltanto quattro Comuni, una residente, una società energetica concorrente, un’associazione ambientalista (il GrIG) e l’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente.
Per fortuna, la Soprintendenza speciale per il PNRR, organo del Ministero della Cultura, ha formalizzato il suo parere istruttorio negativo (il n. 5991 del 19 aprile 2023) difficilmente superabile.
Forse c’è bisogno di maggiore concretezza per difendere ‘sta povera Isola alla deriva nel Mediterraneo occidentale. O no?
Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)