Mares serrados a muru

16 Maggio 2011

Stefano Deliperi

Il Ministro dell’economia Giulio Tremonti dovrebbe imparare dal premier conservatore britannico David Cameron. David Cameron, il premier britannico, è un sano conservatore, non è un cretino.    Ne ha dato prova nel febbraio scorso cambiando idea sul contestatissimo progetto del suo governo di vendita della  metà delle foreste demaniali per…risanare in perdita il deficit pubblico nonostante fosse uno dei punti principali del programma governativo.
Si è reso conto dell’assurdità e dell’impopolarità del progetto e ha confermato che non vede l’ora di dimenticarsene.  Bravo.
Il Ministro dell’economia Giulio Tremonti, invece, ricorda proprio uno di quei bambini tremendamente saccenti e duttili come un paracarro che un po’ tutti noi abbiamo conosciuto nelle aule scolastiche.    Il vincitore della battaglia di Poitiers (732) è stato Carlo Martello, ma se il piccolo so-tutto-io è convinto che i vincitori siano stati gli arabi andalusi non c’è alcuna speranza di convincerlo.
Il nostro ministro, anello di congiunzione fra il premier Berlusconi e la Lega Nord, è un profeta della deregulation demaniale per favorire le peggiori speculazioni su demani e patrimoni pubblici in favore dei soliti noti.
Ha dato gran prova del suo talento con le dopo le sciagurate operazioni di cartolarizzazione e di svendita di beni pubblici viste nel recente periodo. Finora hanno guadagnato soltanto i grandi immobiliaristi (Caltagirone, Pirelli RE, Ligresti, ecc.) e lo Stato ci sta rimettendo.
A puro titolo di esempio, l’immobile di Via Lo Frasso, a Cagliari (sede della Corte dei conti – Sezione di controllo per la Sardegna e dell’Agenzia del Demanio), è stato trasferito al F.I.P. (Fondo Immobili Pubblici, fondo comune di investimento immobiliare) gestito dalla Investire Immobiliare SGR s.p.a. con decreto del Ministero dell’economia del 23 dicembre 2004 (decreto-legge n. 351/2001 convertito nella legge n. 410/2001) e successivamente a un lotto di immobili gestiti dalla Pirelli & C. Real Estate SGR s.p.a.
Il valore di conferimento (decreto Direttore Agenzia demanio 19 luglio 2002, allegato A) è stato di soli 6.478.952,00 euro.  Una follìa per un edificio nel pieno centro di Cagliari (zona urbanistica “B”), dove i prezzi di mercato – in casi simili – si aggirano sui 20 milioni di euro.
Dal conferimento lo Stato paga l’affitto per l’utilizzo di immobili già suoi e ceduti a infimo valore.
Eppure il nostro Ministro-bambino saccente (per non pensar male) non ha imparato nulla.
Dopo l’annuncio dei mesi scorsi relativo a fari e caserme, dopo l’hard discount del c.d. federalismo demaniale, ora è la volta delle spiagge in concessione per 90 anni.
Non solo.   Nel testo originario del decreto-legge sullo “sviluppo” (mai termine è stato così abusato “sviluppo” per chi?) c’era una sostanziale privatizzazione delle spiagge, trasformando la concessione in diritto di superficie per la bellezza di 90 anni e rendendo trasferibili fra privati gli immobili costruiti su di esse, senza alcun coordinamento con la normativa demaniale vigente.   Inoltre, si modificava il codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e il testo unico dell’edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.), sanando abusi edilizi vari.
Erano anche presenti numerose e disparate modifiche di ulteriori normative (piano casa, Vigili del fuoco, acqua, ecc.), il tutto in palese contrasto con le finalità costituzionali (casi straordinari di necessità ed urgenza) della decretazione d’urgenza (art. 77, comma 2°, cost.), con le competenze regionali costituzionalmente garantite (art. 117, commi 3° e 4°, cost.), con il principio costituzionale della tutela del paesaggio/ambiente (art. 9 cost.), soprattutto con privatizzazione dei beni ambientali demaniali.
Per non parlare della violazione del principio della concorrenza in sede comunitaria (parte III, Trattato CE) e della direttiva n. 2006/123/CE sui servizi nel mercato interno (la c.d. direttiva Bolkestein).
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha esercitato i suoi poteri-doveri, portando alla testo definitivo del decreto-legge contenente la riduzione a “soli” 20 anni la durata del nuovo diritto di superficie, ma avrebbe dovuto darsi da fare e punire il nostro Ministro-bambino saccente stracciandogli il pessimo compito svolto.          Non vi sono altre scelte, se si vuol mantenere lo Stato di diritto e le casse pubbliche.
Per la svendita delle spiagge, comunque, la Regione autonoma della Sardegna s’è già data da fare fin dal 2009, con la deliberazione Giunta regionale n. 24/24 del 19 maggio 2009 l’Amministrazione Cappellacci ha emanato le nuove norme di indirizzo per il rilascio delle concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative o il rinnovo delle esistenti in favore delle strutture ricettive ed ha avviato la peggiore privatizzazione delle spiagge della Sardegna.  Potenzialmente più di 40 mila ettari di spiagge sarde potranno finire in concessione a strutture ricettive.
Non hanno vergogna né limiti.   Ogni giorno in più che governano questo Paese è un giorno di troppo.

P.S.   ormai in 4.796 abbiamo firmato la petizione per la difesa della pubblicità delle spiagge in Sardegna: tu che cosa spetti?

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