Stiamo costruendo manicomi in Africa?
25 Giugno 2022[red]
La lettera aperta al governo del Coordinamento nazionale Salute Mentale sulla possibile inaugurazione di un nuovo manicomio in Kenya in barba alla riforma Basaglia.
Il Coordinamento nazionale Salute Mentale esprime la sua forte preoccupazione sul significato della presenza, il 14 giugno scorso, del Ministro degli Affari Esteri (MAE) Luigi Di Maio alla posa della prima pietra per la costruzione, alla periferia di Nairobi (Kenya), di un ospedale psichiatrico di 600 posti letto ad opera del Gruppo San Donato (Gsd) e della Gksd Investment Holding Group, imprenditori privati impegnati anche in Italia in campo sanitario.
Dai media abbiamo appreso che il “Kenya International Mental Wellness Hospital” (questa la denominazione ufficiale della struttura) sarà costruito da GdS e Gksd, mentre la formazione degli operatori locali sarà affidata a un altro soggetto privato, l’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Rivolgiamo al presidente Draghi e ai ministri Di Maio e Speranza alcune considerazioni e domande. L’Italia è il paese che per primo ha chiuso gli ospedali psichiatrici: quelli civili tra il 1978 e il 1999 e quelli giudiziari nel 2017 ed ha costruito una rete territoriale di servizi di salute mentale. Sebbene questa rete sia attualmente in forte sofferenza, l’Italia resta riconosciuta nel mondo, e punto di riferimento dell’OMS, per aver avviato un sostanziale processo di de- istituzionalizzazione delle persone con disturbi mentali e per aver riconosciuto loro i diritti civili e sociali prima negati. Per queste ragioni ci appare sconcertante la presenza del Ministro degli Esteri all’inaugurazione di un ospedale psichiatrico isolato nel verde come i vecchi manicomi e che come questi dovrebbe servire un territorio enorme.
Di qui alcune domande su cui attendiamo risposte chiare:
1. Se è legittimo che i privati facciano affari come credono, come mai un Ministro sponsorizza un’opera che confligge non solo con le strategie e le leggi in materia del nostro paese ma anche con le convenzioni internazionali, che l’Italia ha firmato, sui diritti delle persone con disabilità psicosociale e con le linee di indirizzo della OMS sulle politiche di salute mentale?
2. Il Ministro della Salute è stato consultato su questo avallo politico fornito dal Ministro degli Esteri a una scelta che smentisce le sue linee di indirizzo?
3. Il MAE, e in particolare la “Cooperazione allo sviluppo”, ha in programma di fornire un finanziamento in forma diretta o indiretta, a una tale operazione o ha già fatto passi in tale direzione?
Foto Emilio Tremolada