Sul ponte Morandi

17 Agosto 2018
[Antonio Muscas]

Pubblichiamo l’opinione di Antonio Muscas sul ponte Morandi crollato a Genova. (red)

Non c’è nessuna differenza tra la vicepresidente del Senato Paola Taverna che parla di vaccini e i due ministri Di Maio e Toninelli che parlano del ponte Morandi. Si tratta in entrambi i casi di personalità convinte di poter argomentare su materie a loro sconosciute grazie al ruolo politico ricoperto e senza avere neppure il buon senso di tacere nel momento in cui è bene stare in silenzio per il rispetto dovuto alle vittime e la doverosa necessità di darci tutti il tempo di raccoglierci e riflettere.

La caccia al colpevole, ai “responsabili” da punire in maniera esemplare, iniziata quando ancora le macerie stanno fumando, contrapposta a un sano e doveroso “cerchiamo di capire cosa è successo e produciamoci affinché non si ripetano simili tragedie” – più consono ad un Governo responsabile e di alto, e ben altro, livello – è l’evidenza di quanto i 5 stelle non solo non stiano “né a destra né a sinistra” come amano posizionarsi, ma siano anzi l’incarnazione del peggior autoritarismo manipolatorio di cui ancora conserviamo memoria.

Il nome Benetton, principale azionista della società Autostrade, evoca quello di Santiago Maldonado, giovane attivista scomparso un anno fa, mentre partecipava ad una protesta del popolo Mapuche nei possedimenti della famiglia veneta in Argentina, e poi ritrovato cadavere. La famiglia è nota per le attività speculative in giro per il mondo, il barbaro sfruttamento della manodopera, l’immensa ricchezza posseduta e in continua crescita e il potere enorme grazie al quale è in grado di condizionare scelte politiche a livello nazionale e internazionale. Immensa sarebbe perciò la gioia se le autostrade italiane, così come tutti i servizi strategici, tornassero in mani pubbliche e venissero sottratte alla speculazione e progressivo degrado a cui la gestione privata le costringe. Altri Stati precursori della privatizzazione di acqua, trasporti, servizi elettrici e telefonici, si stanno avviando ad un ritorno della gestione pubblica per far fronte ai disastri prodotti dalle gestioni private.

Ma l’annuncio del Governo giallo-verde di togliere la concessione alla società Autostrade in quanto responsabile, a detta dei suoi esponenti di vertice, del crollo del ponte Morandi, ha il sapore di un ennesimo proclama, utile ad alimentare il clima di tensione, odio e violenza necessario ad un governo incapace di amministrare ed elaborare programmi adeguati.

Non sono e non devono essere infatti i vari Di Maio e Toninelli ad assumere i ruoli di giudice. Soprattutto, non possono permettersi di emettere sentenza prima ancora che sia capito esattamente cosa è successo. Saranno i tribunali a stabilire eventuali colpe e responsabilità. Nel loro ruolo di rappresentanti dello Stato, i ministri in questione dovrebbero rassicurare le vittime e il Paese e garantire strumenti adeguati per consentire agli organi preposti di procedere in maniera rapida ed efficace alla soluzione del caso.

I toni forti, violenti e totalmente fuori luogo contro la famiglia Benetton ricordano le parole pronunciate non troppo tempo fa dalle stesse persone contro Salvini e la Lega. Ricordano quel “avete le mani sporche di sangue” con cui il parlamentare Stefano Lucidi si rivolse all’allora ministro Gentiloni in merito alla vicenda Regeni. Ricordano le prese di posizione e le accuse dei 5 stelle contro le bombe della RWM costruite in Sardegna e le responsabilità dei Governi a guida PD. L’elenco potrebbe proseguire ancora a lungo, ma può essere sufficiente limitarsi a constatare che con Salvini è andata a finire con una lieta e felice alleanza, con l’Egitto tutto procede a gonfie vele, poiché Regeni non si può contrapporre agli interessi economici dei due Stati, e la RWM continua a produrre bombe indisturbata. Vogliamo scommettere che, anche con i Benetton, fra neanche troppo tempo, una volta finita la boria, i bravi 5 stelle concluderanno qualche vantaggioso accordo? Vogliamo scommettere che quando sarà conveniente non si dovrà più parlare del ponte di Genova per andare invece a concentrarsi su qualcos’altro di impellente, più importante per il tornaconto e la propaganda lega-cinquestelle?

Quando, come sta capitando in questi giorni, ci si sostituisce ai giudici al fine di stimolare i nostri istinti più bestiali, per creare ulteriore odio e tensione, ulteriori contrapposizioni, arrivando fino al vergognoso parallelismo “più fondi per l’accoglienza uguale meno fondi per le infrastrutture”, allora è probabile che abbiamo varcato la soglia e stiamo correndo seriamente il pericolo di incamminarci in un’altra era buia.

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI