Sullo stupro nessuna ironia
1 Febbraio 2009Registriamo con sdegno l’ultima battuta che il Presidente del Consiglio ha rivolto alle donne. Per combattere lo stupro ci vorrebbe un poliziotto per ogni bella donna? Di questo passo per combattere la pedofilia ci vorrebbero tanti poliziotti quanti i bei bambini italiani.La dichiarazione del Premier è chiara, offensiva e dolosa: perché legare la violenza all’aspetto fisico delle donne trasforma lo stupro quasi in un atto virile, un riconoscimento, certo cruento, alla loro italica bellezza. La gravità di questo genere di battute lanciate con leggerezza risiede nel pensiero che le origina e che è sempre il medesimo: sono i corpi delle donne che provocano i poveri maschi e li portano allo stupro. Dietro questo modo di pensare c’è la sorda convinzione che, in fondo, se ti violentano è colpa tua, è perché vai a spasso, vai in giro invece di stare a casa, vai in giro da sola, e magari sei “appetibile” per qualche focoso Latin Lover o per insospettabili ragazzi di buona famiglia. Sullo stupro non si scherza, non si fa ironia né tanto meno si fanno i complimenti alle bellezze italiane: l’esercizio dell’ironia in tema di stupro ne alleggerisce sconsideratamente la gravità e non fa prendere sul serio una questione che è serissima. Il presidente del consiglio, infatti, dovrebbe sapere che le violenze sulle donne sono numerosissime e feroci, che solo una minima percentuale viene denunciata (3%), che la violenza degli uomini è per le donne la prima causa di mortalità, prima del cancro, prima degli incidenti stradali. Lo stupro è un atto feroce e selvaggio, che non merita alcuna condiscendenza galante. Invitiamo le elettrici del centro destra a riflettere su questo e a ribellarsi quando l’ilarità passa sopra alla dignità delle donne.Cogliamo l’occasione per affermare che non è soltanto un problema di ordine pubblico, ma è prima di tutto una questione di cultura, nel senso più profondo del termine. Non vogliamo vivere sotto scorta ma in una società dove lo stupro sia bandito a priori, sia un tabù assoluto al pari della pedofilia e del cannibalismo.
Firmano il documento:
collettiva_femminista
NoiDonne 2005
Mos Donne
Associazione Italia – Cuba
Le Ribelli dell’Harem
La Città di Ar
La Presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Sassari
La Presidente Commissione Pari Opportunità della Provincia di Sassari
La Consigliera di Parità della Provincia di Sassari
1 Febbraio 2009 alle 12:55
Brave/i! Del resto cosa ci possiamo aspettare da un presidente del consiglio che tutte le sere mostra tette e culi dalle sue televisioni e organizza feste “istituzionali” nella sua villa sarda mercificando una seconda volta le stesse subrette di prima, seconda, terza serata? Almeno che risparmi l’ironia! Brave,
Lorenzo
1 Febbraio 2009 alle 15:25
Grazie ai compagni del Manifesto sardo, che sono stati gli unici a pubblicare il nostro documento.
Mi pare curioso che, seppure in tempo di elezioni, il tema dello stupro sia ridotto a questioni elettorali. Le parole del premier sono indegne, ma purtroppo il presidente del consiglio non è una eccezione: come spesso gli capita rende esplicito ciò che implicitamente aleggia nella maggioranza silenziosa. Non ha pudori e questo lo avvicina pericolosamente alla parte peggiore di molti italiani!
Grazie ancora al Manifesto sardo per aver ospitato le nostre voci,
lucia
2 Febbraio 2009 alle 03:55
Oltre al fatto che solo il 3 per cento delle violenze viene denunciato aggiungerei che solo quelle commesse da immigrati vengono rese pubbliche dai mezzi d’informazione.
2 Febbraio 2009 alle 21:17
Grazie al Manifesto Sardo per aver pubblicato il nostro documento, quello che ci dispiace è che in “troppi” hanno ignorato il nostro sdegno e non hanno voluto pubblicare questo documento… sarà per caso un problema politico?!! Se così fosse sarebbe veramente triste perché il tema dello stupro non è un problema politico, non è una barzelletta da raccontare al bar e tanto meno è un argomento sul quale fare della squallida ironia.. vorremmo aggiungere che non è un problema legato all’immigrazione, ma è un problema legato all’educazione e al rispetto della donna che in tante culture manca , compresa la nostra!. E’qualcosa di radicato e che affonda le sue radici nella cultura impregnata di maschilismo è da qui che dobbiamo partire, ci serve una rivoluzione culturale e deve nascere proprio da noi!!!
saluti da Le ribelli
14 Febbraio 2009 alle 13:08
Trovo vergognoso ed uso un eufemismo! il fatto che solo ” il manifesto sardo” abbia pubblicato il documento che, ahimè! è tanto attuale oggi come sempre!
che si fa? si continua ad accettare questo silenzio imposto? non credo, leggendovi..
denunciamo anche gli stupri nascosti, italici, dentro le case, per le strade, nelle parrocchie. in ogni dove, in pace e in guerra!
pulizia etnica o disprezzo totale della donna in quanto persona..e come far di meglio, per annientare la sua coscienza, che lasciarle graffi nell’animo per tutta la vita?
la rivista a cui collaboro, “Terre Libere” intende, per il prossimo numero, occuparsi solo della situazione delle donne, in quest’impero di morte. potreste darmi una mano a comporla, coi suggerimenti che la vostra esperienza è certamente in grado di dare, offrire, un caro saluto, antonia piredda, Nuoro.