Tempi bui per la democrazia. Chi ha paura di chi?
16 Gennaio 2018[Claudia Zuncheddu]
E’ con incredulità che apprendiamo dalla stampa la notizia sulle preoccupazioni del Governo della Regione Autonoma di fronte alla possibilità che una donna, e cioè la sottoscritta, la prima dei non eletti all’ultima tornata elettorale, possa subentrare in Consiglio all’on.le Eugenio Lai, eletto nella stessa lista, qualora venisse eletto per il Parlamento italiano.
Nel pieno dei giochi e delle strategie per le candidature di esponenti politici locali per il parlamento italiano, a proposito dei 30 aspiranti onorevoli del neonato Liberi e Uguali, apprendiamo da L’Unione Sarda che “secondo indiscrezioni, alla Presidenza della Regione l’ipotesi di dimissioni di Eugenio Lai desterebbe qualche preoccupazione: gli subentrerebbe in Consiglio regionale Claudia Zuncheddu (Sardigna Libera) che ha manifestato posizioni molto diverse da quelle della Giunta Pigliaru”.
La Nuova Sardegna scrive: “…Resta da capire quale sarà il ruolo dei quattro consiglieri regionali Daniele Cocco, Luca Pizzuto, Eugenio Lai e Paolo Zedda. Lai sembra essere il più deciso, anche se l’elezione del vicepresidente del Consiglio potrebbe creare più di un problema alla giunta Pigliaru. Al suo posto, come prima dei non eletti dovrebbe entrare Claudia Zuncheddu, coordinatrice di Sardigna libera, e da sempre avversaria del centrosinistra al governo”.
Ebbene sì. Sono oggi un’avversaria del centrosinistra come ieri del centrodestra, che ho combattuto nella precedente legislatura in Consiglio Regionale ed oggi continuo nelle lotte dei territori. Avversaria di quel Pensiero Unico, sintesi delle politiche berlusconiane e del renzismo, notoriamente in contrapposizione ai bisogni di libertà, di crescita economica, sociale e culturale, oltre che antagonisti, alla possibilità che il popolo sardo possa autogovernarsi e rendersi indipendente.
State sereni, visto che benché neonato nel nome, Liberi e Uguali, vanta una lunga e sperimentata storia su come destreggiarsi per conservare il proprio potere nelle istituzioni e negli apparati pubblici, per cui non c’è da preoccuparsi dell’eventuale subentro di Claudia Zuncheddu al posto dell’on.le Lai. State sereni anche perché il candidato deve riuscire innanzitutto a farsi eleggere. Ci stupiscono le preoccupazioni della “Presidenza della Regione” nei confronti di una donna impegnata politicamente… senza nessun gallone.
Non da oggi avverso le vostre politiche perché da sempre sono una progressista, antifascista, oltre che indipendentista e in quanto tale internazionalista. Da sempre credo nei valori di giustizia sociale e di libertà ai quali voi avete rinunciato. Il popolo sardo mi ha sempre visto in queste battaglie al suo fianco. Fareste meglio a preoccuparvi del vostro operato in questi anni di cui dovete rendere conto non ad una persona, ma ad un popolo sofferente che presto vi passerà il conto elettorale.
La Vostra paura per il mio eventuale ingresso in Consiglio Regionale, mi lusinga e mi onora. So di essere politicamente “insidiosa” dentro e fuori le istituzioni, in quanto è mia consuetudine morale pensare con la mia testa e non con le logiche e le lusinghe della convenienza personale e di partito, logiche ben note a gran parte della classe politica sarda.
Vi turba che possa tornare in Consiglio quella donna che nella precedente legislatura denunciava e ostacolava spesso i “giochini e gli accordi trasversali” fra le parti. Tempi duri per le “donne libere”. La mia visione del mondo e della politica, anche nell’interpretazione di “genere”, è così “destabilizzante per gli equilibri della casta”, da farla cadere nel panico.
Oggi per la più alta Istituzione della Sardegna, la Democrazia si è rivelata ancora una volta un fastidioso optional da sorvolare. Visto che tutto torna, questa è la cartina di tornasole del SI alla modifica della Costituzione italiana auspicata da questa classe politica. Quel SI che avrebbe ristretto gli spazi di libertà e di democrazia dei sardi.
Provo dispiacere per il silenzio assordante delle poche donne nelle istituzioni come se bastasse un lamento per rivendicare il diritto delle donne e conseguentemente della società sarda ad avere le sue eque rappresentanze. Donne che abbassano la testa sugli accadimenti e che tacciono per non disturbare i padroni del vapore che decidono dall’”alto degli scranni” dei partiti le loro carriere.
Presidente, Giunta, Maggioranza di centrosinistra e Sovranisti, state sereni. Le idee e le battaglie della sottoscritta per i diritti dei sardi, non da oggi, non hanno bisogno comunque di essere nella pur prestigiosa massima Assemblea dei sardi per essere portate avanti e farsi sentire.
17 Gennaio 2018 alle 09:34
Forza Claudia, condivido il tuo sdegno per i beceri calcoli di convenienza (politica) che vengono riferiti sul tuo possibile subentro in Consiglio Regionale.
Se veri sono solo l’ennesima prova della bassa autorevolezza di questa giunta e maggioranza . Un abbraccio solidale.