Turchia e dintorni. Buon compleanno Turchia
1 Novembre 2019[Emanuela Locci]
Sono passati 96 anni dalla notte del 29 ottobre 1923, quando cento cannonate salutarono la nascita della Repubblica di Turchia. Come è cambiata la nazione dal quel momento? In questo contributo della rubrica Turchia e Dintorni cercheremo di dare una risposta.
Nel corso dei decenni sono accaduti molti avvenimenti che nel bene e nel male hanno caratterizzato la storia recente della Turchia.
Le riforme kemaliste hanno segnato uno spartiacque con il passato imperiale proiettando la nazione verso una modernità tutta occidentale, che però non ha toccato tutti gli ambiti sociali, una parte del paese è rimasto ai margini di questa ondata riformista. La Turchia ha dovuto affrontare, per non risolverlo mai, quello che considera un problema, ossia la questione della minoranza kurda, che è stata a più riprese negli ultimi decenni al centro di notevoli campagne militari che avevano lo scopo di omologare i kurdi alla maggioranza turca, cosa che puntualmente non accade. Anche se in questo caso è necessario prioritariamente fare dei distinguo, perché anche la minoranza kurda non è un monolite, ma consta di numerose varianti e altrettante sfaccettature rispetto al rapporto con il governo.
Tra vecchi e nuovi problemi, e tra i nuovi annovererei il mancato ingresso in Europa, la Turchia ha visto la riuscita di tre colpi di stato, oltre ad altri due mancati, l’ultimo recentissimo (2016), che hanno messo in evidenza la debolezza istituzionale e democratica di questo paese, che però in alcuni sui elementi cerca spasmodicamente di non rientrare nel novero dei paesi medio orientali, ma di approdare in Occidente, apprendo per esempio la sua economia al modello occidentale di economia aperta. Sforzi messi in campo nell’ottica di un rafforzamento nazionale, in vista di una posizione preminente del paese nello scacchiere mediterraneo, vicino e medio orientale.
Oltre ai cambiamenti nell’ultimo periodo ritengo che possano essere più evidenti le similitudini con il primo periodo repubblicano e questo per un paio di ragioni ben identificabili. In primo luogo è evidente in Mustafa Kemal la creazione artificiosa della sua personalità, padre della patria, creatore di una nuova nazione, oggi non potrebbe che essere considerato un dittatore, questa caratteristica in una certa misura si può riscontrare anche nell’attuale Presidente della Repubblica, che ad oggi è il personaggio politico più longevo della scena politica turca, che attrae i suoi elettori/cittadini, attraverso i discorsi paternalistici, autoritari e populisti. Nei discorsi, nelle apparizioni televisive è sempre centrale la sua figura di buon padre di famiglia, che si prende cura dei suoi figli/cittadini difendendoli da ogni possibile pericolo, interno o esterno che sia.
Era insito nel primo periodo repubblicano l’uso del concetto di nazionalismo, utilizzato con l’obiettivo di rafforzare la nazione al suo interno, per costruirla. Oggi questo concetto viene strumentalizzato per due scopi: il rafforzamento interno rispetto alla linea politica espressa dal partito al potere; e un consolidamento della posizione della Turchia rispetto agli altri paesi che rientrano nell’orbita dei paesi con cui ha stabilito rapporti economici o politici, dall’Africa all’Asia. In questa ottica rientrano anche tutti i provvedimenti che si sono poi concretizzati nell’ultima sortita militare che vede impegnata la Turchia nella guerra alle milizie kurde in Siria, che è ora nel vivo e che non si sa ancora quali conseguenze porterà.
Possiamo poi inoltrarci nell’uso dello strumento religioso: utilizzato da Kemal come collante della nuova entità statale, e nello stesso tempo allontanato dal potere che era concepito appannaggio statale; una situazione simile si può riscontrare oggi: l’Islam è utilizzato per costruire o irrobustire l’idea di unità nazionale, ripristinando in alcuni casi anche alcuni usi che erano caduti nell’oblio negli scorsi decenni, come ad esempio l’uso del velo, che ha avuto un incremento tra le donne. Quanto di sincero ci sia nei convincimenti religiosi degli attuali leader è ancora da stabilire.
La Turchia oggi è questa: un paese che si divide tra due mondi, che cerca di affermarsi in diversi ambiti, ma che non ha ancora trovato il suo agognato posto tra le potenze mondiali.
Oggi questa è la Turchia: buon compleanno Turchia.