Turchia e dintorni. I molti volti della Turchia
1 Novembre 2018[Emanuela Locci]
La Turchia ha sempre rappresentato nell’immaginario collettivo europeo, e occidentale in generale l’anello di congiunzione tra l’oriente e l’occidente, in luogo in cui l’esotico oriente si alternava al pragmatismo occidentale. Un perfetto mix che ha reso questo paese un unicum nel panorama politico internazionale. Negli ultimi anni la scena politica turca è caratterizzata dalla leadership incontrastata del presidente Erdoğan e del suo partito, che nel corso degli ultimi venti anni ha cambiato il volto della nazione, in realtà i volti sono più di uno.
Infatti, alla Turchia ipertecnologica, la tigre anatolica che è capace di costruire in poco tempo un nuovo scalo aeroportuale all’avanguardia, che a pieno regime sarà in grado di ospitare circa novanta milioni di viaggiatori, e che secondo le dichiarazioni del presidente della repubblica, non è un semplice aeroporto, ma rappresenta novantacinque anni di successi della Turchia, si contrappone la Turchia dalla traballante economia, che ha rischiato di collassare più volte su se stessa negli ultimi mesi, mettendo a rischio il potere governativo, e il futuro di più di una generazione di giovani turchi. Tutto ciò nello spasmodico sforzo collettivo di adempiere alla dichiarata volontà politica di far diventare la Turchia un paese Pivot nella geo politica medio orientale.
A questo gran movimento sociale, economico e politico, si contrappone la Turchia che da anni continua a reprimere le libertà fondamentali di molti dei suoi cittadini. Dissidenti accusati nella maggior parte dei casi di collusione con organizzazioni considerate terroristiche dal governo di Ankara. A causa di questa situazione centinaia di persone, giornalisti, intellettuali, accademici, artisti sono ancora in carcere, in attesa di essere giudicate. In altri casi hanno subito un processo e sono stati condannati, è il caso ad esempio dei giornalisti Ahmet e Mehmet Altan e l’editorialista Nazli Ilicak, che si sono visti confermata la condanna all’ergastolo. Tutto ciò mentre da più parti si lancia l’allarme sul fatto che i giornalisti e l’informazione indipendente stanno vivendo sotto il costante controllo dello stato, ed è perennemente minacciata la libertà di stampa e di espressione.
Questa situazione si protrae ormai da lungo tempo, senza che s’intravvedano all’orizzonte spiragli che lascino sperare in un miglioramento della situazione. Ancora più drammatica è la condizione di tutte quelle famiglie che non hanno più notizie dei loro cari, e questa situazione ci riporta indietro nel tempo, quando anche in Turchia negli anni novanta, ci fu un’ondata di violenza che si concretizzò anche con la sparizione di numerose persone, che non sono mai tornate a casa.
Oltre le persone che sono state prelevate dalla polizia subito dopo il tentato golpe del 2016, persone che secondo il giornalista Cevheri Guven, sono state portate in un edificio di Ankara debitamente attrezzato per essere torturate allo scopo di far firmare loro delle confessioni, ovviamente falsate a causa delle torture subite, continuano a sparire anche oggi persone legate agli ambienti gulenisti. Ancora non è tornato a casa Osman Kavala, arrestato nell’ottobre 2017 e messo sotto accusa nel novembre dello stesso anno. L’uomo d’affari e attivista quest’anno ha compiuto 61 anni nella famigerata prigione di Silivri, a Istanbul, dove è detenuto in custodia cautelare con l’accusa di terrorismo e di attentato alla costituzione, e mentre lui rimane in prigione centinaia di persone organizzano manifestazioni per la sua liberazione, o più semplicemente festeggiano il suo compleanno.
All’estero sono molte le voci che si levano contro il regime autoritario dell’AKP, la Human Rights Foundation (HRF) di New York, ha chiesto al presidente Erdoğan di fermare immediatamente la brutale repressione nei confronti di chiunque gli si opponga. Secondo la HRF a oggi sono stati chiusi 149 mezzi d’informazione, 2.099 tra scuole e università, sono stati licenziati oltre 141.553 funzionari pubblici, 80.000 oppositori governativi sono in carcere, tra essi 319 giornalisti.
Il governo ha emanato 31 decreti che, di fatto, hanno marginalizzato una parte della popolazione dissenziente e che non ha la possibilità di far sentire la propria voce e di far valere le proprie ragioni. Molte persone per evitare problemi non tornano nel paese: secondo le ultime notizie nei primi sei mesi del 2018, 4.329 cittadini turchi hanno fatto richiesta di asilo in Germania. La fondazione HR si è spinta oltre affermando che Erdoğan e il suo entourage hanno “usato il fallito tentativo di colpo di stato come un’opportunità” per effettuare una repressione delle voci dell’opposizione, in modo da consolidare il proprio potere nel paese. Potere che si è rafforzato ulteriormente dopo le ultime elezioni, che hanno consacrato Erdoğan quale nuovo sultano della Turchia moderna.
E anche questa potrebbe sembrare una contraddizione, ma non lo è: la Turchia lo ha consapevolmente rieletto. Questa è la Turchia oggi: un paese che si vuole dimostrare forte, di diritto, che ha come obiettivo diventare una nazione strategica e potente, ma che ha al suo interno molte debolezze, prima tra tutte non riconoscere i diritti fondamentali dei propri cittadini.
[Della stessa autrice leggi anche 1) Turchia e dintorni. La nuova Turchia di Erdoğan, 2) Turchia e dintorni. Vivere lo stato di emergenza, 3) Turchia e dintorni. Una donna sfida l’egemonia di Erdoğan, 4) Turchia e dintorni. Osman Kavala il mecenate che disturba Erdoğan, 5) Turchia e dintorni. Ritratto degli eredi politici di Atatürk 6) Turchia e dintorni. La stretta di Erdoğan sulla libertà di stampa, 7) Turchia e dintorni. Ridere è peccato: la Turchia e le sue donne8) Turchia e dintorni. Quando il ramo d’ulivo non è un segno di pace 9) Turchia e dintorni. Sentirsi in pericolo10) Turchia e dintorni. La morte dello Stato di diritto11) Turchia e dintorni. Cose che accadono dentro e fuori la Turchia 12) Turchia e dintorni. Si perde nella notte dei tempi (prima parte) 13) Turchia e dintorni. Si perde nella notte dei tempi (seconda parte), 14) Turchia e dintorni. Turchia monopartitica?, 15) Turchia e dintorni. Il neo-ottomanesimo, nuova frontiera per la Turchia 16) Turchia e dintorni: Europa e Turchia, la storia infinita, 17) Turchia e dintorni. Come è nata la Turchia moderna? 18) Turchia e dintorni. La Turchia non è Istanbul 19) Turchia e dintorni. Considerazioni sopra le dichiarazioni di un ambasciatore20) Turchia e dintorni. Gli armeni nella storia turca 21) Turchia e dintorni. Le madri del sabato 22) Turchia e dintorni. AKP, genesi e sviluppo di un partito 23) Turchia e dintorni. Origini del nazionalismo turco 24) Turchia e dintorni. Atatürk massone, si o no?]