Un corteo in solidarietà con il popolo palestinese
24 Gennaio 2024[red]
Per il 27 Gennaio 2024, alle ore 16.00 con partenza a Cagliari da Via Santa Alenixedda, A Foras e il Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina indicono un corteo in solidarietà con il popolo palestinese di cui pubblichiamo l’appello.
Dal 1948 la Palestina è occupata dallo stato di Israele, creato dopo la Seconda Guerra mondiale. Questo rispondeva da una parte alla pretesa sionista di avere uno stato, dall’altra ad un progetto coloniale dell’Occidente, che in questo modo ha potuto avere contemporaneamente una postazione e un alleato forte nel Vicino Oriente. Da metà ‘900 ad oggi sono state molteplici e sanguinose le operazioni contro la popolazione palestinese, contro la quale è stata fatta una vera e propria pulizia etica.
Dal 7 ottobre 2023 (ultima data che ha segnato l’escalation bellica) ad oggi, fra i palestinesi si contano quasi 30.000 mila morti – di cui circa 10.000 bambin*, 1.9 milioni di sfollati, oltre il 50% degli edifici di Gaza distrutti, fame, freddo, mancanza di acqua. Ecco cosa sta succedendo nel Vicino Oriente, dall’altra parte del nostro mar Mediterraneo. Israele oggi è sotto processo alla corte internazionale dell’Aja, per aver commesso atti che mirano alla distruzione di una parte sostanziale del popolo palestinese.
Un genocidio è l’omicidio sistematico di un gruppo (etnico, religioso, razziale o nazionale), al fine di distruggere quello stesso popolo, tutto o in parte. Nel corso della Storia si sono susseguiti diversi genocidi. Ottanta anni fa, durante la Seconda Guerra mondiale, furono gli ebrei, gli omosessuali, le persone con disabilità, i dissidenti politici, i rom etc. ad essere presi di mira dai nazisti e dai loro alleati. L’unico obiettivo era lo sterminio. Come movimento, ma innanzitutto come esseri umani, non possiamo che essere profondamente in disaccordo con ogni politica che preveda l’annientamento dell’Altro.
Il genocidio in corso, a danno del popolo palestinese, è un disastro umano che ci coinvolge direttamente. L’industria e la cultura bellica portate avanti dall’Occidente, infatti, mettono le proprie radici nella nostra Isola. In Sardegna abbiamo il 65% delle basi Nato di tutto il territorio italiano e vi è una delle principali fabbriche di ordigni, l’RWM, che ha contribuito ad uccidere e distruggere popoli e terre in tutto il Medio Oriente.
Questi dati sembrano apparentemente non interessarci, ma significano che la preparazione alla morte dei civili ha inizio nella nostra terra: creiamo noi le bombe per distruggerli e prestiamo le terre affinché si esercitino ad uccidere meglio. Aumentare i finanziamenti all’industria bellica significa diminuire le risorse per la sanità, l’istruzione, le politiche sociali e lo sviluppo sostenibile. Così come in Palestina è presente l’occupazione israeliana, nei nostri territori insiste l’occupazione della NATO e dello Stato italiano.
Non vogliamo essere complici di tutto questo. Noi siamo popoli che cercano di contrastare una cultura e delle politiche scellerate che contribuiscono alla distruzione del mondo. Siamo popoli che credono nello sviluppo di una società libera da logiche di potere economico egemonico e vogliamo indirizzare le risorse verso i bisogni reali dei cittadini, non verso azioni che ledono tutti i diritti di base. Agiamo assieme azioni di lotta e solidarietà, per fermare il genocidio in corso e far sì che nessun* subisca più questi atroci crimini.